Con un emendamento alla manovra – inserito tra quelli segnatali -, Fratelli d’Italia chiede l’allargamento della platea interessata alla detassazione sui rinnovi contrattuali. In pratica, si chiede che l’imposta sostitutiva del 5% per i redditi fino a 28.000 euro abbia valore anche per i contratti sottoscritti nel 2024 e non solo nel 2025 e 2026, come previsto nel testo. Inoltre, la platea dei dipendenti interessati si allarga anche ai redditi tra i 28.000 e i 35.000 euro, ma in questo caso con un’imposta sostitutiva del 10%. La norma, inoltre, vale solo per i contratti “sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.
Una posizione che trova il favore di Confcommercio. Così Mauro Lusetti, videpresidente della Confederazione: “Ribadiamo la necessità di estendere il meccanismo di detassazione degli aumenti contrattuali anche ai contratti già rinnovati nel 2024, collegando il beneficio alla data di erogazione dell’aumento retributivo e non a quella di firma del contratto, e applicarlo solo ai contratti comparativamente più rappresentativi”.
“Limitando questa agevolazione al solo biennio 2025-2026 verrebbero, di fatto, esclusi oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e dei servizi. Per questo, confidiamo nell’impegno del Governo e del Parlamento per scongiurare questa distorsione che avrebbe come conseguenza quella di creare ingiustificate disparità e indebolire la ripresa della domanda interna”, aggiunge Lusetti.



























