Da gennaio 2026, dopo l’approvazione della legge di bilancio, l’Ispettorato nazionale del lavoro potrebbe essere fagocitato dal ministero del Lavoro. È questa la notizia più importante che emerge nel giorno in cui Fp-C
gil, Uilpa Uil e Usb PI sono scesi in piazza per denunciare le difficili condizioni nelle quali è chiamato a compiere il proprio dovere l’ente ispettivo.
“Lo smantellamento dell’Ispettorato, come emerge da una dichiarazione del capo di gabinetto Mauro Nori, è un epilogo che ci aspettiamo da tempo” afferma Micaela Cappellini, ispettrice del lavoro e coordinatrice della Fp-Cgil Toscana all’interno dell’Inl. “Questa non è una decisione estemporanea, ma è un piano che la ministra del Lavoro, Elvira Calderone, aveva manifestato già nel 2023, salvo poi accantonarlo immediatamente, per il clamore mediatico e politico che aveva suscitato. Ma ora vediamo che non era stato abbandonamento definitivamente, ma era stato portato avanti sottotraccia”.
Se il piano dovesse concretizzarsi uno dei pericoli ai quali si andrebbe incontro, sostiene la sindacalista, sarebbe la perdita di autonomia dell’Ispettorato. “Se l’ente dovesse rientrare sotto il ministero del Lavoro subirebbe le continue pressioni politiche della maggioranza di turno, che andrebbero a inficiare anche l’azione di controllo e di tutela del lavoro. Piuttosto dovrebbe essere l’ente, sulla base dei dati in possesso e del lavoro svolto, a dettare una linea di indirizzo alla politica per far emergere il lavoro irregolare o per rimuovere gli ostacoli che intralciano quello delle donne, con ripercussioni positive non solo per le condizioni sociali delle persone ma anche per la nostra economia. Inoltre – prosegue Cappellini – la Convenzione sull’Ispezione del Lavoro n. 81 dell’ILO prevede l’indipendenza dei servizi ispettivi sul lavoro dalla politica. E non sarebbe da escludere anche un richiamo da parte dell’Europa”.
Ma oltre a questo c’è anche il lato economico. L’Ispettorato non ha libertà di spesa, ma trattiene una parte del denaro recuperato durante le ispezioni. Un tesoretto che potrebbe superare i 240 milioni di euro. “Non è da escludere che il dicastero guidato da Calderone abbia mire anche su questi denari che, invece, andrebbero reinvestite per rafforzare l’azione ispettiva dell’ente” conclude la sindacalista della Fp-Cgil.
Il prossimo 2 dicembre ci sarà un’assemblea nazionale dei dipendenti per discutere del futuro dell’agenzia. Quello stesso giorno andrà in onda su Rai 1 “L’altro ispettore”, la prima serie tv dedicata alla figura dell’ispettore del lavoro. Quando si dice che a volte il destino gioca brutti scherzi.
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