Scambio di lettere al vetriolo tra il quotidiano del Pd e la Cgil. La polemica l’ha innescata un editoriale del direttore del quotidiano, Sergio Staino, che il 7 gennaio, in prima pagina, ha pubblicato un dura critica a Susanna Camusso, ‘’accusata’’ di tradire lo spirito di storici leader che l’hanno preceduta, da Luciano Lama a Bruno Trentin. Dopo l’incipit ‘’Cara Camusso’’, Staino afferma che proprio grazie a Lama e Trentin ha capito “quanto sia difficile per un sindacalista mantenere dritta la barra di fronte alle focose rappresentazioni del sindacalismo cosiddetto rivoluzionario”. E aggiunge: “ Penso sempre a questi due luminosi personaggi ogniqualvolta inciampo in una tua manifestazione estemporanea e penso con molto dolore che tu ormai non hai quasi più nulla da condividere con loro”. E ancora, sempre rivolgendosi direttamente a Camusso:
‘’Cara Susanna, ormai la tua azione è solo un continuo, ripetitivo attacco al governo di turno, senza offrire al contempo un progetto, una prospettiva e una conseguente azione politica. Un sindacato non può rimanere sulle barricate a tempo indeterminato aspettando che si cambi il governo. È un’attesa sterile. Tu devi imparare a confrontarti con la politica, a dialogare, a contrattare, tenendo il sindacato lontano dalle singole strategie dei partiti. Con questo atteggiamento e sotto la tua direzione la Cgil sta correndo il rischio, terribile, di diventare una vociante folla indifferenziata, senza più alcuna connotazione di classe e soprattutto di una classe responsabile nei confronti della società e delle sue istituzioni democratiche”. E poi, la stoccata finale, prendendo spunto dalla notizia, uscita nei giorni scorsi, che anche la Cgil, in particolare lo Spi, ha fatto ricorso ai contestatissimi voucher, oggetto di uno dei tre quesiti referendari proposti dalla confederazione:
“Sì – sottolinea Staino- proprio quei voucher che tu hai avuto l’ardire di chiamare “pizzini mafiosi”. Non ti sembra di esagerare? Non ti sembra che hai perso il senso della realtà delle cose, della loro concretezza? Tutte cose che invece non mi sembra abbiano perso quei compagni dello Spi-Cgil. Cerca quindi di ritornare sui grandi binari della nostra storia sindacale, della nostra esperienza, delle nostre lotte di unità e di progresso”.
Immediatamente, dalla Cgil e’ partita una lettera di replica, firmata dal gruppo dirigente al gran completo. (tutti i membri della segreteria confederale e tutti i leader delle categorie) che stigmatizza innanzi tutto “il violento, crudo (con toni francamente inaccettabili) attacco alla persona che porta la responsabilità di essere il segretario generale della Cgil”, precisando che il leader e’ solo il ‘’portatore e interprete’’ di decisioni assunte dal gruppo dirigente nel suo insieme, ‘’mai personali’’.
Quindi, la lettera ricorda che la Cgil, in questi anni, “ha sempre ricercato la via del negoziato e dell’accordo; lo ha fatto anche quando il governo negava ruolo e funzione dei corpi intermedi e quando il merito lo ha consentito ha sottoscritto accordi importanti”: dal recentissimo accordo quadro per il rinnovo dei contratti pubblici, al verbale di sintesi in tema di previdenza, all’accordo su rappresentanza e rappresentatività sottoscritto unitariamente con ormai tutte le più importanti associazioni datoriali o quello sulle relazioni sindacali. “Accordi – sottolinea il testo- che sino ad ora non hanno trovato la giusta attenzione da parte del governo e del Parlamento”.
Su un terreno, tuttavia, la Cgil non accetta compromessi, ed e’ quello delle politiche sul lavoro, se basate sulla messa in discussione dei diritti: “Sì, caro Staino, su questo non Susanna Camusso, ma tutta la Cgil si è opposta e continuerà ad opporsi. Anziché scandalizzarsi di tutto ciò, forse anche tu dovresti chiederti se l’evidente fallimento delle politiche del rigore e dell’austerità, la sconfitta della teoria che precarizzando il lavoro e riducendo i diritti si sarebbe creata più occupazione, non richiederebbero ad una maggioranza di Governo, che si definisce riformista, un deciso cambio di verso. È proprio perché abbiamo imparato la lezione di Di Vittorio, Lama, Trentin e dei tanti altri prestigiosi dirigenti della Cgil, che oltre alla protesta, alla mobilitazione, agli scioperi, abbiamo curato e cercato di dare forza alla proposta”. La lettera dei dirigenti ricorda che proprio dalla Cgil e’ arrivato, ormai tre anni fa, un ‘Piano del lavoro’’ che consentirebbe di tenere assieme diritti e occupazione, cosi’ come la Carta dei diritti, appunto, depositata in parlamento e forte di oltre un milione di firme, di cui i tre referendum intendono essere solo un supporto.
“ Queste sono le nostre proposte che sarebbe forse meglio discutere e con le quali chiediamo che il Parlamento e la politica si confrontino e si misurino – conclude il testo- Tu hai creato quell’indimenticabile personaggio che è Bobo: ironico, critico, a volte dissacrante. Non vorremmo dover constatare che il diritto di critica e la mobilitazione sociale valgano ormai, per un pezzo di “compagni di strada”, solo per i personaggi dei fumetti e non per le persone in carne ed ossa”.
(Qui i testi integrali delle due lettere di Staino e del gruppo dirigente Cgil)