Con le ultime leggi del governo Renzi sul mercato del lavoro “le aziende si sono montate un po’ la testa e pensano di poter fare quello che gli pare”. Ma Confindustria non può pensare di fare senza i sindacati. Il rischio, secondo il segretario della Fiom, Maurizio Landini, è che il presidente Giorgio Squinzi stia seguendo il “modello Fiat” e voglia far saltare i contratti nazionali.
“Con le spalle al muro ci siamo già da un po’ non mi pare che sia un elemento di particolare novità – ha detto Landini rispondendo alle affermazioni di Squinzi prima di un incontro con Cgil, Cisl e Uil -. La Confindustria dovrebbe essere in grado di affrontare con serietà i problemi assieme ai lavoratori e al sindacato”. Perché “l’idea di seguire il modello Fiat – secondo il leader delle tute blu – è un arretramento non dei sindacati ma di tutti i lavoratori del nostro paese”. Infatti “dietro le dichiarazioni di Squinzi c’è il rischio di far saltare i contratti nazionali e di dar mano libera” alle aziende di licenziare. Anche di questo si discuterà venerdì e sabato a Bologna all’assemblea nazionale dei delegati di Fiom.
“Le imprese – ha aggiunto Landini -, con le leggi che hanno avuto, con la libertà di licenziare e demansionare, si sono montate un po’ la testa e pensano di poter fare quello che gli pare. Secondo me confondono questo tema perché non solo non siamo d’accordo ma non c’è la disponibilità delle persone che lavorano di accettare un peggioramento di questo genere”.