“L’agenda per la nuova politica dell’immigrazione approvata dalla Commissione europea da un primo esame conferma purtroppo che siamo ancora lontani da una politica strutturata e condivisa di gestione di un fenomeno complesso quale quello delle migrazioni di massa che deve essere affrontato non solo in termini numerici ma anche in termini di prospettiva a breve e lungo termine”. Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Responsabile Dipartimento Donne, Giovani, Immigrati della Cisl.
“Temiamo che quel gioco di squadra tanto decantato in queste ore possa svanire a fine mese quando realmente ciascun Paese membro dovrà formalizzare o meno la propria adesione alla soluzione proposta. Ciò che appare evidente è la ritrosia di alcuni partners che già hanno messo “le mani avanti” dichiarandosi contrari ad un sistema di quote che è uno dei quattro pilastri individuati. In tutto questo anche la percentuale di profughi destinata all’Italia appare poco chiara come anche non ci sono certezze in merito alla gestione dell’emergenza in mare aperto ed in terra ferma in quanto, al di là delle risorse e dei mezzi stanziati, non vi sono indicazioni precise in merito ai soggetti, ai luoghi deputati ed alla tempistica per il riconoscimento dello status di rifugiato e la gestione dei rimpatri per coloro che non rientrano nella protezione umanitaria. In relazione agli altri tre pilastri dell’agenda, la strategia Ue sembra demandare a tempi medi e lunghi di realizzazione che pertanto stridono con quelli dell’emergenza Mediterraneo che è quotidiana e che con l’arrivo dell’estate sarà certamente più grave”.
“Come Cisl- conclude Ocmin- ribadiamo l’urgenza di rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi di provenienza e di transito e rivedere subito Dublino III senza attendere il 2016 che ci sembra assuma il sapore di un’operazione a giochi fatti”.