“Decido se andare via dal Pd nelle prossime settimane. Ma la verità è che è già tutto deciso, ha già scelto Renzi. Ci porterà al voto, altrimenti non avrebbe ingaggiato un duello del genere con il suo partito”. Lo ha detto il deputato Pd Pippo Civati in una intervista a Repubblica.
“Doveva essere la Leopolda della maturità – prosegue – è stata quella storicamente più a destra, disinvolta e aggressiva. Il premier ha provocato, usando espressioni molto corrive. Un approccio destrorso, in linea forse con la pancia del Paese. L`iPhone e il gettone, ma può trattare così chi non la pensa come lui? Come fosse gente del paleolitico?”.
“E’ difficile restare – sottolinea – perché Renzi stressa sempre di più la situazione. E però per la prima volta esorcizza la paura che l`unità non regga. Perché sa, a sinistra lo spazio è grande. Vedo se è possibile discutere di Sblocca Italia, articolo 18 e legge di stabilità, altrimenti. Insomma, non mi sono candidato al martirio. Per capirci, fiducia o meno io il Jobs act e lo Sblocca Italia, così come sono, non li voto”.
Quanto alla sinistra democratica Civati osserva: “E’ il momento delle scelte. Io l`ho già fatta. Non mi permetto di dare giudizi, però si decidano. Chiedo loro un atteggiamento volitivo. Non possiamo andare in piazza e poi dire ‘stai sereno, la fiducia te la voto lo stesso”. In Francia trentuno socialisti non l`hanno votata e non sono stati cacciati dal partito”. La piazza di sabato “non è più rappresentata. Magari non prenderemo il 41%, ma non è possibile perdere quel patrimonio”.
Toni leggermente più cauti da Gianni Cuperlo, deputato del Pd, che in una intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Io voglio innovare il Pd e per questo voglio correggere una linea dai riflessi antichi. La scissione sarebbe una sconfitta del progetto nel quale abbiamo creduto e sta a tutti evitare di precipitare lì, ma è chiaro che Renzi ha una responsabilità enorme”. Lo dice
L’esponente della sinistra democratica spera che Renzi non voglia spingere quelli come lui fuori dal partito: “Spero non sia così, ma il premier non può spezzare il filo che lega milioni di italiani a una speranza che nasce. La sinistra da immaginare vivrà dentro parole come dignità, diritti umani globali e non nel mito di un futurismo senza visione. Se il Pd diventa quello di chi dice che bisogna mettere dei paletti al diritto di sciopero, il Pd non esiste più. La sinistra è di fronte a una prova decisiva. Ho chiesto a Renzi ‘che cos`è la Leopolda?’ e non mi ha risposto. E se è vero che per intervenire bisognava inviare il testo scritto agli organizzatori, il partito di Togliatti era una avanguardia di liberalismo. A proposito di innovazione…”.
“Con Renzi – osserva Cuperlo – il Pd rischia di diventare una confederazione e in un modello simile le diverse culture hanno il dovere, non il diritto, di organizzarsi. Il congresso è finito, c`è un`altra storia tutta da scrivere. La sinistra deve porsi questa sfida e io la vivo come un nuovo inizio. Se la Leopolda è una corrente organizzata attorno al premier è evidente che si organizzerà anche un`altra parte, che non è nostalgica del passato, ma che ha un`altra idea di modernità”.
“Ho fatto domande precise e voglio risposte precise: perché non ci sono più le risorse promesse? Perché si danno 80 euro a chi lavora e non si dà nulla a 6 milioni di poveri? Quando sento che il problema è il diritto di sciopero, o che tra una banca e una famiglia che non riesce a pagare il mutuo il problema è la banca, credo ci sia qualcosa che non va”, conclude Fassina.
Anche l’ex leader della Cgil, oggi europarlamentare Pd, Sergio Cofferati, si è pronunciato su una possibile scissione del Pd: “La escludo. Le battaglie – ha affermato in una intervista al Fatto quotidiano – anche le più dure, vanno fatte all`interno. E con sicurezza, vi dico, che battaglia sarà”.
“Sabato – afferma – ho avvertito la stessa atmosfera di 12 anni fa, tanti, tantissimo giovani. Tante, tantissime cose belle al raduno Cgil: il colore rosso, le richieste, le proposte. Ora inizia la partita, non è finita sabato con il confronto a distanza tra la manifestazione Cgil e la renziana Leopolda. Susanna Camusso ha dato prova di autonomia, ha illustrato le sue ragioni nonostante il governo sia di centrosinistra. Lo scontro sarà ancora più netto nei prossimi giorni, quando sarà valutato l`effetto dei tagli, l`impatto di questa legge di Stabilità che avrà ricadute sui servizi ai cittadini”.
“A San Giovanni – conclude Cofferati – c`erano lavoratori, disoccupati, pensionati e giovani. Vi sembra banale? Spero di no, questa è l`immagine di una nazione che deve subire le conseguenze di un dramma industriale ancora in atto”.
F.P.




























