“Renzi sventola l’abolizione dell’articolo 18 come se fosse una palingenesi, ma da qui a un anno rischiamo di prendere una facciata, una musata come Pd perché raccontiamo che diamo assegni a tutti come in Danimarca. Ma ci rendiamo conto di dove siamo, di cosa è l’Italia? Qui rischiamo di far peggiorare le situazioni, di far perdere sia il padre in cassa integrazione sia il figlio inoccupato o precario.
È una cosa grave, perché i soldi per fare quello che Renzi promette non ci sono”.
Lo ha detto l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, in un colloquio con ‘la Repubblica’, aggiungendo: “Certo sarò leale al Pd nel voto finale sul Jobs Act, ci mancherebbe”, ha poi assicurato Bersani, aggiungendo però: “Ho passato giorni e notti con Monti e Fornero sull’articolo 18, a difendere la possibilità del reintegro per il lavoratore e non mi aspettavo di ritrovarmi questa roba qui in casa, nel mio partito”.
“Nessuno deve venirmi a insegnare come si sta in un partito, poi proprio quelli che hanno fatto i 101…». Così l’ex segretario del Pd ha ricordato i franchi tiratori che impedirono l’elezione a presidente della Repubblica di Romano Prodi, per poi rispondere a chi parla di possibile scissione nel suo partito: «Ora dicono che vogliamo fare una scissione o condizionare dall`interno Renzi, io nel Pd ci sono e ci resto non con tutti e due i piedi, ma con tre piedi. Macché scissione”.
F.P.


























