Il governo monitorerà costantemente l’andamento dei conti pubblici per garantire che il rapporto deficit-Pil resti sempre sotto il 3%. Lo ha sottolineato il neoministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso di un’audizione al Senato sul Def, la sua prima uscita pubblica come titolare del dicastero di Via XX Settembre. Quanto al problema caldissimo degli esodati e del rifinanziamento della Cig, Saccomanni ha affermato che ‘’sono nella lista delle priorita’’ ma, ha aggiunto, ‘’non e’ possibile affrontarli con interventi improvvisati’’.
“L’evoluzione della finanza pubblica – ha detto Saccomanni nel corso dell’audizione – sarà costantemente montitorato nel corso dell’anno per assicurare che il rapporto deficit-Pil sia sotto il 3%, limite invalicabile per quest’anno e per gli anni a venire. È un obiettivo alla nostra portata e non possiamo mancarlo”. Il governo proseguira’ anche sul percorso gia’ tracciato della spending review per ridurre gli sprechi nella spesa pubblica, cercando in ogni caso –ha sottolineato il ministro- di coniugare i tagli con le esigenze dell’equita’. Successivamente, commentando i dati del rapporto Ocse sull’economia italiana, Saccomanni ha sottolineato che se l’Italia riuscisse ad uscire dalla procedura di deficit eccessivo questo ci consentirebbe di allentare altri vincoli del patto di stabilita’, di fatto ‘’liberando’’ circa 12 miliardi per il periodo 2013-2015 attraverso il cofinanziamento dei Fondi Ue. Un traguardo a portata di mano: “i risultati ottenuti nel 2012 e le previsioni di finanza pubblica per il 2013 e per il 2014 sono tali da consentire all’Unione europea di chiudere la procedura di disavanzo eccessivo entro fine maggio, al massimo ai primi di giugno”, ha annunciato il ministro. L’uscita dell’Italia dalla ‘’lista dei cattivi’’ per deficit eccessivo “è importante per il nostro paese e cruciale per il giudizio delle agenzie di rating”, ha poi spiegato Saccomanni. Inoltre tutto questo “darebbe un contributo importante alla riduzione dello spread tra i nostri titoli e i titoli tedeschi” con ricadute “sul costo del credito all’economia e con l’attenuazione della stretta creditizia”. Il ministro ha quindi osservato che le stime Ocse ‘’non tengono conto dell’impatto del decreto per la restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione”: il decreto sui debiti della P.A. avrà “un impatto sulla crescita già nel 2013 e soprattutto nel 2014’’.