SEDE CONSULTIVA
Giovedì 12 luglio 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.55.
Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2011.
C. 5324 Governo.
Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno
finanziario 2012.
C. 5325 Governo.
2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n.
4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, fa presente che la Commissione inizia, nella seduta odierna, l’esame congiunto, ai sensi dell’articolo 119, comma 8, del Regolamento, del disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l’anno finanziario 2011 e del disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2012, per le parti di competenza. Ricorda, quindi, che l’esame dei provvedimenti si conclude con una relazione alla V Commissione e con la nomina di un relatore incaricato di riferire alla medesima Commissione. In proposito, comunica che oggi avrà luogo la relazione introduttiva e si avvierà il dibattito sui provvedimenti in titolo, che proseguirà nella prossima settimana; il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge recante l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2012 sarà, pertanto, fissato nell’ambito della prossima seduta, al termine del dibattito di carattere generale.
La Commissione prende atto.
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore2, relativa al Ministero dell’economia e delle finanze, non si riscontrano elementi di particolare interesse. 4, allegata al Rendiconto generale dello Stato per il 2011, relativa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, mentre nella Tabella n. , in via preliminare, ricorda che il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica, adempie all’obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria: l’esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita, su appositi stampati, dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell’entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero. Rileva che il disegno di legge C. 5324, relativo al Rendiconto generale dello Stato per il 2010, espone i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 2011. Per quanto concerne la sfera di competenze della XI Commissione, ritiene che occorra avere riguardo specificamente alla Tabella n.
In termini di previsioni iniziali, fa presente che il consuntivo relativo al 2011 evidenzia, per quanto riguarda la competenza, impegni pari a 80,08 miliardi di euro per la parte corrente e a 1,94 miliardi di euro per il conto capitale, per un totale di 82,02 miliardi di euro. Fa notare che, in corso d’esercizio, tali previsioni hanno avuto un incremento netto di 728 milioni di euro in termini di competenza (di cui 1,01 miliardi di parte corrente e 2,52 miliardi in conto capitale) e 4,3 miliardi di euro in termini di cassa (di cui 451 milioni di parte corrente e 277 milioni in conto capitale); pertanto, le previsioni in via definitiva ammontano, per la parte di competenza, a 80,54 miliardi di euro di parte corrente e a 2,21 miliardi di euro di conto capitale; in termini di cassa, a 86,21 miliardi di euro per la parte corrente e 320 milioni di euro in conto capitale. Rispetto alle previsioni definitive, osserva che il conto consuntivo ha evidenziato, in termini di competenza, impegni per 72,25 miliardi di euro di parte corrente e 694 milioni di euro in conto capitale, con conseguenti economie pari a 8,29 miliardi di euro per la parte corrente e a 1,51 miliardi di euro in conto capitale. Fa notare che la cassa evidenzia, invece, pagamenti pari a 78,65 miliardi di euro per la parte corrente e 2,25 miliardi di euro per il conto capitale: considerando le autorizzazioni definitive risulta una differenza (tra autorizzazioni definitive e pagamenti) pari a 7,56 miliardi di euro per la parte corrente e 935 milioni di euro in conto capitale. Sottolinea che i residui accertati al 31 dicembre 2011 si stabiliscono complessivamente, per effetto delle variazioni intervenute nel corso dell’anno, in 19,33 miliardi di euro, di cui 15,35 di parte corrente e 3,97 di conto capitale.
4), recava, in termini di competenza, spese complessive per 100,27 miliardi di euro, di cui 98,6 miliardi di parte corrente e 1,66 miliardi di conto capitale. Per quanto riguarda la cassa, erano previste spese complessive pari a 100,45 miliardi di euro, di cui 98,74 miliardi di parte corrente e 1,71 miliardi in conto capitale. Rileva che, all’atto della presentazione al Parlamento del progetto di legge di bilancio, la consistenza dei residui presunti al 1 184 (Tabella n. Per quanto concerne l’istituto dell’assestamento di bilancio, ricorda innanzitutto che esso è volto a consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell’esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Al riguardo, fa presente che lo stato di previsione della spesa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2012, approvato con la legge 12 novembre 2011, n. o 184 del 2011 e si collocano sui capitoli in cui sono state ripartite le unità medesime con l’emanazione, ai fini della gestione e della rendicontazione, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 1 gennaio 2011 risultava pari a 10,1 miliardi di euro per la parte corrente e a 3,95 miliardi di euro in conto capitale, per un totale di 14,05 miliardi; la massa impegnabile (competenza + residui) ammontava a 114,33 miliardi di euro, di cui 108,71 per la parte corrente e 5,61 per la parte in conto capitale; la massa spendibile (cassa + residui) ammontava a 114,51 miliardi di euro, di cui 108,8 di parte corrente e 5,66 in conto capitale. Fa presente che le previsioni iniziali illustrate subiscono alcune modifiche derivanti da due ordini di fattori: variazioni introdotte in forza di atti amministrativi (adottati nel periodo gennaio-maggio 2012) e variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame. Soltanto queste ultime costituiscono oggetto della decisione parlamentare. Segnala che tutte le variazioni interessano le unità previsionali approvate dal Parlamento con la predetta legge n.o dicembre 2011.
Per quanto concerne le variazioni tramite atti amministrativi, osserva che alcune interessano esclusivamente le dotazioni di cassa, per un totale di poco più di circa 54 milioni di euro (esclusivamente per integrazioni delle dotazioni di cassa dei capitoli deficitari, con storno dall’apposito fondo di riserva di cui al cap. 3002 del Ministero dell’economia e delle finanze). Rileva che altre variazioni imputabili ad atti amministrativi riguardano, invece, sia la competenza che la cassa, e derivano da norme di carattere generale, per un totale negativo di 1,4 miliardi di euro in termini di competenza e di 1,19 miliardi di euro in termini di cassa. Per quanto riguarda, specificamente, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, evidenzia che le variazioni in termini di competenza consistono in un incremento complessivo di circa 17,3 milioni di euro, interamente ascrivibile all’aumento delle spese correnti. Per quanto concerne i residui, osserva che si registra un incremento complessivo pari a 4,44 miliardi di euro, derivanti da un incremento di 4,51 miliardi per le spese correnti e da un decremento di 61 milioni per le spese in conto capitale. Relativamente alla cassa, fa presente che le variazioni proposte consistono in un incremento complessivo di 1,93 miliardi di euro, derivante da un aumento delle spese correnti pari a 965 milioni e delle spese in conto capitale pari a 962 milioni. Pertanto, rileva che le previsioni per il bilancio 2012 si assestano, per i residui, in 18,50 miliardi di euro, di cui 14,61 per la parte corrente e 3,89 in conto capitale; per la competenza, in 98,88 miliardi di euro, di cui 97,22 per le spese correnti e 1,66 in conto capitale; per la cassa, in 101,19 miliardi di euro, di cui 98,51 per le spese correnti e 2,65 per le spese in conto capitale.
2 (Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze), che risultano attinenti, principalmente, alla missione n.25, recante «Fondi da ripartire». Segnala che le variazioni complessive effettuate rispetto alle previsioni iniziali sono pari, per la spesa di parte corrente, a 4,5 miliardi di euro per i residui, nonché a una variazione negativa di 1,38 miliardi di euro per la competenza e 225 milioni di euro per la cassa; per la spesa in conto capitale, si registra una variazione complessiva in termini negativi per i residui di 61,8 milioni di euro e una variazione in termini positivi di 962 milioni di euro per la cassa, mentre non vi sono variazioni per la competenza. Fa notare che le variazioni complessive ammontano, pertanto, a 4,44 miliardi di euro di residui e 737 milioni di euro di cassa; la competenza registra invece una variazione complessiva negativa di 1,38 miliardi di euro. Segnala, infine, per i profili di interesse della XI Commissione relativi alle risorse della contrattazione collettiva nelle pubbliche amministrazioni, le parti della Tabella n.
In conclusione, propone di riferire favorevolmente alla V Commissione su entrambi i documenti di bilancio in esame, ferma restando l’opportunità di verificare eventuali elementi che emergeranno dal dibattito.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.10.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 11 luglio 2012. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.50.
Disposizioni in materia di razionalizzazione dell’utilizzo degli spazi da parte delle amministrazioni dello Stato.
C. 4149 Comaroli e abb.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento.
Paola PELINO (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla VI Commissione, per quanto di propria competenza, sul nuovo testo della proposta di legge C. 4149 – a cui è stata abbinata, nel corso dell’esame, 98 del 2011; secondo tali disposizioni legislative, le amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di trasmettere una serie di comunicazioni all’Agenzia del demanio relativamente agli immobili da esse utilizzati, con l’obiettivo di unificare in capo alla stessa Agenzia le procedure riguardanti le locazioni passive e di razionalizzare gli spazi utilizzati dalle medesime amministrazioni; la violazione dei predetti obblighi di comunicazione, inoltre, è causa di responsabilità amministrativa. 191 (legge finanziaria per il 2010) e l’articolo 12 del decreto-legge n. la proposta C. 4843 – come risultante dall’esame degli emendamenti: il provvedimento si pone in linea con le azioni di contenimento della spesa della pubblica amministrazione intraprese dagli ultimi Governi, inserendosi in un preciso quadro normativo, rappresentato da talune importanti disposizioni di legge introdotte di recente, tra cui occorre evidenziare l’articolo 2, comma 222, della legge 23 dicembre 2009, n.
Rileva che il provvedimento in esame, composto da quattro articoli, intende porre rimedio a talune criticità emerse in sede di applicazione delle richiamate norme legislative, rinvenibili nella generale resistenza delle singole amministrazioni dello Stato a ridurre gli spazi in uso e nell’assenza di disposizioni normative che definiscano standard tecnici per l’assegnazione degli spazi in uso alle amministrazioni statali. Fa presente che la presente proposta – peraltro dando seguito alle conclusioni emerse da una indagine conoscitiva svolta dalla stessa VI Commissione sull’argomento – si propone di definire tali standard tecnici, determinando i criteri della quantificazione del fabbisogno di spazio delle amministrazioni dello Stato in rapporto alle effettive esigenze funzionali degli uffici e alle risorse umane impiegate, prevedendo altresì una serie di misure tese a garantire la concreta attuazione dei piani di razionalizzazione e ad assicurare l’assolvimento degli obblighi di comunicazione gravanti sulle pubbliche amministrazioni.
112 del 2008, tese a ridimensionare, tra l’altro, le dotazioni organiche del personale. Sottolinea poi l’articolo 3, secondo il quale le pubbliche amministrazioni individuano al proprio interno, senza nuovi oneri per la finanza pubblica, uno o più soggetti responsabili della gestione e manutenzione degli immobili in uso da parte di ciascuna amministrazione, cosiddetti « Per quanto concerne i profili di più immediato interesse della Commissione, segnala anzitutto l’articolo 1, nella parte in cui prevede che – nell’attuazione degli interventi di riduzione e ottimizzazione degli spazi da parte dell’Agenzia del demanio – dovranno essere in ogni caso tenute in considerazione le disposizioni sulla riduzione degli assetti organizzativi di cui all’articolo 74 del decreto-legge n. facility manager», i quali curano la predisposizione e la tenuta di una rendicontazione contabile concernente le spese relative ai singoli immobili affidati alla loro responsabilità. Si prevede, inoltre, che con decreto di natura non regolamentare del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, siano definite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, le attribuzioni e le competenze del predetto «facility manager».
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento (in particolare per quanto concerne le parti di più diretto interesse della Commissione), considerato anche che esso mira a conseguire notevoli risparmi di gestione di risorse pubbliche, propone di esprimere un parere favorevole sul nuovo testo del progetto di legge in esame.
Donella MATTESINI (PD) chiede alla presidenza di valutare il possibile rinvio del seguito dell’esame, al fine di consentire al suo gruppo i necessari approfondimenti di merito.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) giudica incomprensibile un rinvio del seguito dell’esame del provvedimento, dal momento che esso avrebbe l’unico effetto di rallentare l’iter di approvazione di un testo sul quale, peraltro, sembra registrarsi l’accordo unanime dei gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, nel condividere le osservazioni svolte dal deputato Fedriga, ritiene opportuno procedere da subito alla votazione della proposta di parere favorevole del relatore, in vista di una sollecita conclusione dell’iter di esame del provvedimento e anche al fine di non appesantire il calendario dei lavori della Commissione per la prossima settimana.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
DL 83/2012: Misure urgenti per la crescita del Paese.
C. 5312 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono richieste di intervento di carattere generale, chiede al relatore se sia nelle condizioni di presentare una proposta di parere sul provvedimento in esame.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato 1), che illustra dettagliatamente.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una preliminare questione di metodo, pur apprezzando lo sforzo compiuto dal relatore nell’elaborazione della sua proposta di parere, ritiene che vi siano ancora talune questioni da approfondire. In proposito, rileva anzitutto l’esigenza di trasformare in condizioni le osservazioni contenute nella proposta di parere, considerato che si tratta di dare attuazione ad impegni assunti solennemente dal Governo di fronte al Parlamento in materia di modifiche alla riforma del mercato del lavoro: occorre, infatti, vincolare in termini stringenti l’Esecutivo su tali tematiche, pena l’espressione di un parere contrario.
Richiama quindi la necessità di chiedere ulteriori e più qualificate modifiche in materia, soprattutto al fine di ridurre gli oneri contributivi gravanti sui lavoratori autonomi e su quelli atipici; al contempo, si domanda quali siano le ragioni per le quali il relatore non abbia inserito nella sua proposta di parere alcun riferimento all’aumento – disposto con la legge di riforma del mercato del lavoro – dell’aliquota a carico delle imprese per la formazione. Riguardo a tutti questi temi, reputa inutile la richiesta di un mero rinvio della data di entrata in vigore dell’applicazione di talune delle maggiorazioni di aliquote: invita, piuttosto, il relatore a proporne una sostanziale riduzione o la completa cancellazione, al fine di non scoraggiare la ripresa economica e l’occupazione dei più giovani.
Michele SCANDROGLIO (PdL) prende atto del buon lavoro svolto dal relatore, con il quale si è inteso vincolare il Governo al rispetto di un impegno assunto per le modifiche alla legge di riforma del mercato del lavoro; sottolineando, peraltro, che la proposta di parere presentata rispecchia solo in parte gli impegni assunti su tali delicate tematiche dall’Esecutivo, ritiene necessario insistere maggiormente sull’esigenza di diminuire i costi del lavoro, giudicati intollerabili in un periodo di crisi economica come quello attuale. Preannuncia, in ogni caso, il suo voto favorevole alla proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore, pur manifestando un certo disagio per le ragioni testé richiamate.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, raccomanda fortemente l’approvazione della sua proposta di parere favorevole con osservazioni, invitando i membri della Commissione a rinviare alle Commissioni competenti in sede referente l’approfondimento delle questioni di merito più delicate, atteso che in quella sede sarà possibile tradurre in proposte emendative le intenzioni di modifica della legge di riforma del mercato del lavoro. Fa notare, inoltre, al deputato Fedriga che appare difficilmente attuabile una sostanziale riduzione degli oneri contributivi citati, richiedendo essa coperture finanziarie allo stato non disponibili.
Silvano MOFFA, presidente, in ordine alla richiesta di trasformazione in condizioni delle osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, fa notare che, per prassi normalmente seguita nelle Commissioni, le condizioni vengono apposte laddove si tratti di affrontare materie già incluse nel testo assegnato in sede consultiva: nel caso di specie, al contrario, la Commissione sta esaminando un provvedimento che, nella sua attuale formulazione, non presenta tali profili di competenza per materia; questi ultimi, infatti, potrebbero emergere solo successivamente, nel caso in cui le proposte di modifica, suggerite con la proposta di parere, venissero accolte nel corso dell’esame in sede referente presso le Commissioni di merito. Osserva, in ogni caso, che non vi sarebbe alcuna preclusione a trasformare in condizioni le richiamate osservazioni, laddove vi fosse l’accordo unanime dei gruppi e la proposta formulata in tal senso dal relatore.
Giuliano CAZZOLA (PdL), dopo aver dichiarato di ritenere preferibile l’apposizione di osservazioni nella proposta di parere, che ritiene maggiormente in grado di garantire una certa flessibilità di manovra ai gruppi nell’ambito di una interlocuzione serena e leale con il Governo, richiama l’esigenza di inserire, almeno nelle premesse della stessa proposta di parere, una indicazione relativa alle coperture finanziarie degli interventi di modifica in materia di riforma del mercato del lavoro, al fine di fornire maggiore credibilità alle soluzioni individuate. A suo avviso, si potrebbe ipotizzare, ad esempio, un intervento sulle aliquote dei lavoratori già pensionati o su quelli che vantano una doppia o tripla posizione contributiva, in vista del reperimento delle risorse necessarie.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, ritiene rischioso avventurarsi in quantificazioni finanziarie che spetterebbe al Governo compiere, sulla base delle maggiori informazioni di cui esso dispone: fa notare, pertanto, che il compito della Commissione dovrebbe essere limitato all’individuazione delle più opportune soluzioni di merito, sulle quali, peraltro, si è raggiunto un equilibrato accordo politico.
Silvano MOFFA, presidente, ritiene condivisibile l’orientamento del relatore, giudicando necessario preservare l’accordo politico raggiunto dai gruppi sul merito delle questioni e demandare all’Esecutivo il compito di individuare le necessarie risorse finanziarie. Ritiene, in ogni caso, che qualsiasi proposta ragionevole e condivisibile, come quella avanzata da deputato Cazzola, potrebbe essere inserita nella proposta di parere, al fine di agevolare l’individuazione delle necessarie coperture.
Giuliano CAZZOLA (PdL) ricorda come la Commissione già in altre occasioni – come ad esempio nel corso dell’esame del provvedimento di riforma delle pensioni – si sia preoccupata di suggerire le opportune coperture finanziarie, per conferire maggiore credibilità alle sue proposte di modifica.
Silvano MOFFA, presidente, fa notare al deputato Cazzola che il caso appena richiamato non può valere come termine di confronto, dal momento che allora la Commissione era chiamata ad esprimere un parere «rafforzato»: oggi, al contrario, occorre pronunciarsi su un testo che presenta profili di interesse marginali e, peraltro, non strettamente connessi alla materia del lavoro.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), preso atto dei chiarimenti di metodo forniti, chiede alla presidenza di concedere al suo gruppo un margine temporale adeguato, al fine di approfondire le rilevanti questioni poste dal relatore nella sua proposta di parere favorevole con osservazioni, soprattutto alla luce del fatto che essa appare il risultato di una lunga trattativa politica, alla quale il gruppo della Lega Nord Padania non ha partecipato. Osserva, inoltre, che la proposta di parere sembra fare riferimento a una serie di proposte emendative che i gruppi di maggioranza hanno deciso di presentare presso le Commissioni di merito, sulle quali occorre ragionare attentamente.
Silvano MOFFA, presidente, osserva che la Commissione è chiamata esclusivamente ad esprimere un parere e che qualsiasi valutazione nel merito delle proposte di modifica del provvedimento dovrà essere rinviata all’esame in sede referente; fa notare, peraltro, che la stessa proposta di parere non sembrerebbe riflettere esattamente gli emendamenti presentati da diversi gruppi presso le Commissioni di merito.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, al fine di concedere al gruppo della Lega Nord Padania il tempo necessario ad approfondire le questioni più problematiche, invita a valutare l’ipotesi di sospendere brevemente l’esame del provvedimento, che potrà essere ripreso una volta conclusi i restanti punti previsti all’ordine del giorno.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione, ritiene necessaria una sospensione della seduta, dal momento che il mero passaggio ai restanti punti dell’ordine del giorno, ai quali in ogni caso anche il suo gruppo vorrebbe partecipare, non consentirebbe di svolgere gli opportuni accertamenti di merito. Fa notare, inoltre, che appare quantomeno singolare accelerare la discussione su un provvedimento delicato come quello in esame, in ordine al quale, peraltro, i gruppi di maggioranza della Commissione hanno deciso di presentare, sotto forma di parere, incisive proposte di modifica e integrazione della riforma del mercato del lavoro.
Silvano MOFFA, presidente, alla luce della reiterata richiesta formulata dal gruppo della Lega Nord Padania, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 14.30, è ripresa alle 14.40.
Teresa BELLANOVA (PD) ritiene che il provvedimento in esame, per le parti di competenza, promuovendo misure dirette allo sviluppo del Paese, sia certamente importante, anche alla luce dei recenti, preoccupanti, dati forniti da ISTAT e OCSE sulla disoccupazione, che impongono alle forze politiche un sempre maggiore senso di responsabilità per portare avanti provvedimenti, attualmente all’attenzione del Parlamento, in grado di creare lavoro e occupazione. Fa notare che, proprio per queste ragioni, il suo gruppo ha sinceramente apprezzato lo sforzo compiuto dal relatore con la presentazione della proposta di parere, che intende affrontare le reali emergenze che la classe politica ha di fronte; in particolare, le osservazioni contenute in detta proposta cercano di rispondere ad un preciso impegno che la Presidenza del Consiglio dei ministri ha assunto con i gruppi di maggioranza, inducendoli a votare a favore di un provvedimento – la riforma del mercato del lavoro – che in parte questi non condividevano. Si tratta ora, a suo avviso, di dare seguito a quell’impegno, modificando le norme che creano i maggiori problemi, secondo un preciso patto politico, di natura cogente, che deve tenere insieme il problema degli «esodati», molto parzialmente affrontato con il decreto-legge sulla revisione della spesa pubblica, con alcuni aspetti della flessibilità in ingresso e con la questione degli ammortizzatori sociali.
Ricorda, peraltro, come le stesse parti sociali, a fronte di un diffuso senso di preoccupazione che emerge nel Paese, abbiano adottato un avviso comune che centra il cuore dei problemi connessi alla recente riforma del mercato del lavoro: tale avviso comune è stato sostanzialmente recepito nella proposta di parere presentata dal relatore. Rileva che, se si assumono impegni comuni, ognuno deve rinunciare a una parte delle richieste di proprio interesse, cercando di lavorare per una reale coesione sociale e non per alimentare conflitti: se non si riuscisse, infatti, a dare seguito – alla Camera e non nell’altro ramo del Parlamento – agli impegni assunti dal Governo, a causa di azioni dettate da irresponsabilità politica, si rischia di soffiare sul fuoco del conflitto sociale, vanificando risultati importanti che, con un lavoro comune tra i gruppi di maggioranza, si stanno per ottenere.
Nel giudicare essenziale che la XI Commissione segnali alle Commissioni di merito e al Governo l’urgenza di risolvere i problemi evidenziati – tra i quali richiama, peraltro, il drammatico caso dei cosiddetti «esodati» che vivono con estrema incertezza il proprio futuro – si sofferma sulla necessità di modificare la normativa in materia di ammortizzatori sociali, in particolare in favore di territori «devastati», come quelli del Mezzogiorno, invitando tutti i gruppi a compiere ogni possibile sforzo per dare maggiori certezze ai lavoratori.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere: malgrado gli sforzi compiuti dal relatore, infatti, la maggioranza sembra imbrigliata nel «recinto» imposto dal Governo, per cui propone esclusivamente il differimento di termini in materia di contribuzione, piuttosto che la cancellazione totale delle misure più pesanti. Lamenta, inoltre, la grave sottrazione di finanziamenti alla formazione attiva, con un incremento dell’aliquota a carico delle imprese che fanno formazione, di fronte alla quale una maggioranza spaccata al suo interno non è riuscita a dire nulla.
Ritiene che il Governo in realtà non voglia modificare nessuna delle parti essenziali della legge di riforma del mercato del lavoro, ma semmai limitarsi a piccole correzioni temporali, che non risolveranno i seri problemi che si presentano di fronte a persone che saranno private di ammortizzatori sociali o che – come le vere «partite IVA» – potranno soltanto sperare di calcolare in un biennio, anziché in un anno, il limite di fatturato ricevuto da un unico committente.
Considerato, quindi, che la maggioranza non ha inteso in alcun modo cercare punti di convergenza con l’opposizione, dichiara il convinto voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Giuliano CAZZOLA (PdL) dichiara che non voterà a favore della proposta di parere del relatore nella sua attuale formulazione: ricorda, infatti, che stamattina i gruppi di maggioranza avevano avuto una disponibilità di massima dal ministro Fornero a convergere su un testo – contenente proposte di modifica della riforma del mercato del lavoro, da inserire all’interno del decreto-legge in esame – che recava significative aperture anche sul tema della mobilità; su questo testo, tuttavia, non si è raggiunto l’accordo con il gruppo del Partito Democratico, per un problema che giudica pretestuoso, in quanto legato a ragioni di carattere meramente temporale. Ritiene che la Commissione non possa, quindi, assumere soltanto le posizioni di un gruppo parlamentare, aggirando con strumenti procedurali le richieste di altri gruppi.
Antonino FOTI (PdL), attesa l’esigenza di valutare le questioni segnalate dal deputato Cazzola, che fanno riferimento a intese tra i gruppi di maggioranza di cui giudica opportuno delineare con certezza i confini, ritiene utile una breve sospensione della seduta.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) fa notare che, secondo quanto risulta da notizie giunte per le vie brevi, la Commissione sta esaminando una proposta di parere che fa riferimento al contenuto di un emendamento che sarebbe stato appena dichiarato inammissibile dalla presidenza delle Commissioni riunite VI e X, che stanno esaminando in sede referente il provvedimento in esame.
Silvano MOFFA, presidente, rileva che l’emendamento richiamato dal deputato Fedriga non riflette esattamente la proposta di parere del relatore e che, in ogni caso, i presentatori hanno già preannunciato l’intenzione di presentare un ricorso per la riammissione della citata proposta emendativa.
Sospende, quindi, la seduta.
La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15.25.
Giuliano CAZZOLA (PdL), alla luce degli approfondimenti svolti nel periodo di sospensione della seduta, pur giudicando incomprensibile la volontà del relatore di non inserire nelle premesse della sua proposta di parere una considerazione sulle possibili forme di copertura degli interventi in materia di mercato del lavoro, ritiene che l’intervenuto giudizio di inammissibilità della proposta emendativa presentata dai gruppi di maggioranza presso le Commissioni di merito – di cui prima non era a conoscenza – induca tutti a sostenere con forza i termini di un’intesa che potrebbe produrre risultati positivi. Per tale ragione, nel ribadire che la sua proposta avrebbe aiutato il Governo ad individuare idonee forme di reperimento dei fondi necessari, dichiara comunque il suo voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Giovanni PALADINI (IdV) esprime anzitutto forti critiche nei confronti della soluzione individuata dal Governo per la problematica degli «esodati», soluzione che ha creato ulteriori differenze tra diversi accordi stipulati a livello aziendale e che non farà altro che aumentare i gravi ed irreparabili danni prodotti ai lavoratori. Pur nella consapevolezza che si tratta di un tema che non è oggetto del provvedimento in esame, ritiene che il suo gruppo non possa votare a favore della proposta di parere del relatore, soprattutto perché non nutre alcuna fiducia nei confronti del Governo in carica.
Nel domandarsi quali siano le misure concrete che il decreto-legge in esame abbia realmente promosso per favorire la crescita e lo sviluppo, ricorda ai gruppi di maggioranza che essi continuano a concedere i propri voti di fiducia al Governo, su materie delicate come il mercato del lavoro e la riforma previdenziale, per poi confluire – una volta accortisi dei danni provocati – su richieste di modifica che appaiono limitate e poco convincenti.
Preso atto, dunque, che l’unica certezza che emerge dalla proposta di parere del relatore sembra essere quella di un ipotetico rinvio di date, preannuncia il voto contrario del suo gruppo.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), considerato che la proposta di parere del relatore riproduce il contenuto di un emendamento che presso le Commissioni di merito è stato dichiarato inammissibile, chiede di rinviare la votazione della proposta di parere, in attesa del pronunciamento della presidenza di quelle Commissioni sui ricorsi diretti a riammettere gli emendamenti.
Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che l’emendamento presentato dai gruppi di maggioranza non riflette esattamente il contenuto della proposta di parere del relatore, facendo notare, in ogni caso, che le decisioni sul ricorso rispetto al giudizio di inammissibilità sono indipendenti rispetto all’esame in sede consultiva del provvedimento. Avverte, pertanto, che si procederà ora alla votazione della proposta di parere formulata dal relatore, fermo restando che – ove le Commissioni di merito dovessero richiedere anche l’espressione del parere su un eventuale testo risultante dagli emendamenti approvati – la Commissione sarà nuovamente convocata in sede consultiva nella prossima settimana.
La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.
La seduta termina alle 15.35.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 11 luglio 2012. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 15.35.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
Nuovo testo unificato C. 3871 Gnecchi, C. 4260 Cazzola, C. 4384 Poli.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 3 luglio 2012.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono stati presentati taluni emendamenti al nuovo testo unificato delle proposte di legge in titolo, adottato come testo base.
Il viceministro Michel MARTONE prospetta l’opportunità di un rinvio dell’esame delle proposte emendative presentate, attesa l’esigenza per il Governo di approfondirne ulteriormente il contenuto.
Marialuisa GNECCHI (PD), nel prendere atto della richiesta formulata dal rappresentante del Governo e sottolineata l’esigenza di procedere celermente nell’esame delle proposte emendative presentate, intende fugare possibili dubbi sull’impostazione del provvedimento e, in particolare, su una presunta intenzione di non voler tenere conto del fatto che dal 1o gennaio 2012 tutti i lavoratori sono entrati nel regime contributivo: al riguardo, infatti, precisa che tale intenzione non è nella volontà del legislatore, il quale – avendo definito l’impianto del testo unificato prima della riforma previdenziale – ha dato per scontato che l’effetto di tale riforma si producesse anche per i soggetti di cui al presente provvedimento. Poiché, dunque, la proposta di legge in esame non serve ad aggirare un ostacolo, ma solo a facilitare il cumulo di periodi previdenziali operanti presso diverse gestioni, ritiene che ogni dubbio possa essere fugato con un eventuale intervento emendativo che, se possibile, potrebbe essere realizzato da parte del relatore.
Paola PELINO (PdL), relatore, si dichiara disponibile a presentare un eventuale emendamento per fare chiarezza sull’argomento testé segnalato.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) dichiara di non comprendere le ragioni del rinvio del seguito dell’esame del provvedimento, atteso che il Governo aveva tutto il tempo per approfondire le pochissime proposte emendative presentate: lo stesso gruppo della Lega Nord Padania aveva, infatti, rinunciato a presentare emendamenti, proprio al fine di accelerare l’iter di un testo unificato che, sia pur non pienamente condivisibile, rappresenta comunque un passo in avanti per la soluzione di gravi problemi previdenziali.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto della richiesta formulata dal rappresentante del Governo e delle legittime obiezioni avanzate dal deputato Fedriga, propone di rinviare ad altra seduta il seguito dell’esame del nuovo testo unificato e di differire a lunedì 16 luglio, alle ore 12, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.
C. 5103 Damiano, C. 5236 Dozzo, C. 5247 Paladini.
(Seguito dell’esame e rinvio – Adozione del testo base).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 6 giugno 2012.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che, in esito ai lavori del Comitato ristretto, è stata elaborata una proposta di testo unificato dei progetti di legge in esame (vedi allegato 3), che il relatore prospetta di adottare come testo base per il seguito dell’esame in sede referente.
Marialuisa GNECCHI (PD) ricorda di avere segnalato, nell’ultima riunione del Comitato ristretto, l’esigenza di spostare al 31 dicembre 2015 la facoltà richiamata nel comma 1, lettera a), dell’articolo 1 del testo unificato in esame, e di differire al 1o gennaio 2016 l’inizio della fase sperimentale di cui alla lettera b) del citato comma 1 dell’articolo 1, al fine di evitare evidenti situazioni di disparità ed ingiuste penalizzazioni rispetto alla stessa normativa vigente. Si domanda, pertanto, quali siano le ragioni del permanere delle vecchie date all’interno del testo.
Silvano MOFFA, presidente, rammenta che il Comitato ristretto, nell’ultima riunione, pur prendendo atto della ragionevolezza della questione, ha convenuto di rinviare la soluzione del problema alla fase di presentazione delle proposte emendative.
5103, 5236 e 5247, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell’esame in sede referente. Nessun altro chiedendo di intervenire, propone, quindi, di adottare il testo unificato delle proposte di legge nn. 5103, 5236 e 5247, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell’esame in sede referente. La Commissione delibera di adottare il testo unificato delle proposte di legge nn.
Silvano MOFFA, presidente, considerato che nell’ambito del Comitato ristretto diversi rappresentanti di gruppo hanno segnalato l’esigenza di approfondire gli aspetti legati alla quantificazione degli oneri del provvedimento e alla relativa copertura finanziaria, nonché i profili di sovrapposizione con le disposizioni in materia inserite nel recente decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri per la razionalizzazione della spesa pubblica, prospetta l’opportunità che – prima ancora di fissare un termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato – si verifichi la possibilità di svolgere – secondo quanto anticipato per le vie brevi – un’apposita attività conoscitiva e istruttoria, congiuntamente alla V Commissione (Bilancio), con il coinvolgimento dei competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell’economia e delle finanze-Ragioneria generale dello Stato, sulla base di modalità che potranno essere concordate nella prevista riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La Commissione concorda.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.45.
RISOLUZIONI
Mercoledì 11 luglio 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 15.45.
7-00791 Moffa: Sulle ricadute contributive derivanti dall’interpretazione di un contratto collettivo provinciale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti.
(Rinvio del seguito della discussione).
Silvano MOFFA, presidente, essendosi appena svolta in Assemblea un’interrogazione a risposta immediata sul medesimo argomento di cui alla risoluzione in titolo, ritiene opportuno approfondire la risposta resa in quella sede dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rinviando il seguito della discussione ad altra seduta.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 11 luglio 2012.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 10 luglio 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. — Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.30.
DL 83/2012: Misure urgenti per la crescita del Paese.
5312 Governo. C.
(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore83 del 2012 reca disposizioni per favorire la crescita, lo sviluppo e la competitività nei settori delle infrastrutture, dell’edilizia e dei trasporti, nonché per il riordino degli incentivi per la crescita e lo sviluppo sostenibile: si tratta di misure finalizzate ad assicurare, nell’attuale situazione di crisi internazionale, un sostegno al sistema produttivo del Paese, anche al fine di garantire il rispetto degli impegni assunti in sede europea. Evidenzia che il provvedimento si compone di 67 articoli: gli articoli da 1 a 22 recano misure per le infrastrutture, l’edilizia e i trasporti; gli articoli da 25 a 39 recano misure per lo sviluppo economico; gli articoli da 60 a 63 introducono misure per la ricerca scientifica e tecnologica, mentre gli articoli da 64 a 67 dettano misure per il turismo e lo sport. Osserva, in particolare, che in questo ambito di misure il decreto-legge in esame – con l’obiettivo prioritario di finanziare programmi e interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo sulla base di progetti di rilevante interesse nazionale, capaci di accrescere il patrimonio tecnologico del Paese – provvede al riordino, alla razionalizzazione e alla riprogrammazione degli strumenti esistenti per l’incentivazione alle attività imprenditoriali, mediante abrogazione di norme, semplificazione di procedure e rimodulazione di precedenti normative. Tra le misure a sostegno delle imprese, segnala quelle volte alla promozione all’estero e all’internazionalizzazione delle imprese italiane, l’istituzione della società a responsabilità limitata a capitale ridotto, le norme di semplificazione per l’accesso al contratto di rete, la cedibilità del , segnala che il decreto-legge n. tax credit digitale e le misure per l’occupazione giovanile nella green economy.
Per quanto concerne le disposizioni di più diretto interesse della XI Commissione, segnala innanzitutto l’articolo 57, che interviene sulla destinazione delle risorse del fondo rotativo per il finanziamento delle misure finalizzate all’attuazione del Protocollo di Kyoto, modificando il novero dei settori in cui operano i soggetti destinatari dei fondi. In particolare, fa presente che il comma 2 individua l’assunzione di giovani a tempo indeterminato come condizione per accedere ai finanziamenti a tasso agevolato: i progetti di investimento presentati dalle imprese devono prevedere occupazione aggiuntiva di giovani con età non superiore a 35 anni alla data di assunzione; nel caso di assunzioni superiori a tre unità, almeno un terzo dei posti è riservato a giovani laureati con età non superiore a 28 anni; per ciascuna impresa richiedente, le nuove assunzioni devono essere aggiuntive rispetto alla media totale degli addetti degli ultimi 12 mesi. Fa notare che un’altra disposizione di interesse della XI Commissione è l’articolo 24, che istituisce un contributo in forma di credito di imposta in favore di tutte le imprese che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato di profili altamente qualificati. Osserva che la misura, che decorre dal 26 giugno 2012 e non ha un limite temporale di applicazione, prevede un contributo del 35 per cento sulle spese effettuate per le nuove assunzioni di personale, con un tetto massimo di 200 mila euro per impresa. Fa presente che il nuovo personale deve essere aggiuntivo rispetto al numero complessivo dei dipendenti nel periodo di imposta precedente e che, per non decadere dal contributo i nuovi posti di lavoro devono essere conservati per almeno tre anni (due anni nel caso di PMI). Fa presente che sono stabilmente destinati a tale misura 50 milioni di euro all’anno, rinvenienti dalle risorse che provengono annualmente dalla riscossione delle tasse sui diritti brevettuali. Osserva, quindi, che il credito d’imposta è riservato alle assunzioni relative a dottori di ricerca con titolo conseguito presso una università italiana o estera se riconosciuta equipollente in base alla legislazione vigente in materia e al personale in possesso di una laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, impiegato in specifiche attività di ricerca e sviluppo. Sottolinea poi che possono usufruire dell’agevolazione tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dalle dimensioni aziendali, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.
Infine, si sofferma sull’articolo 46, il quale, aggiungendo il comma 5-ter 220 del 2002, era prevista, per gli enti cooperativi che si sottraessero all’attività di vigilanza o non rispettassero le finalità mutualistiche, la cancellazione dall’albo nazionale degli enti cooperativi (ovvero dal registro prefettizio e dallo schedario generale della cooperazione), sentita la Commissione centrale per le cooperative, con conseguente perdita dei benefici connessi all’iscrizione. Evidenzia che, secondo la relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, l’intervento normativo si rende ora necessario, in quanto la norma sulla cancellazione dall’albo degli enti cooperativi, a causa delle sostanziali modifiche che si sono succedute nel tempo in materia, è divenuta inapplicabile. Fa notare che il motivo della inapplicabilità dell’attuale disposizione è duplice: in primo luogo, l’ipotetica cancellazione dall’odierno albo delle società cooperative provocherebbe la contestuale eliminazione dal registro delle imprese e quindi la cessazione della cooperativa senza, oltretutto, le garanzie che l’ordinamento prevede per i creditori sociali con l’attivazione della procedura liquidatoria dell’ente che a volte è irrinunciabile (se la società è proprietaria di beni immobili); in secondo luogo, perché risulterebbe evidente l’inasprimento della sanzione rispetto a quelle che erano le originarie intenzioni del legislatore, 220 del 2000, interviene sulla disciplina della vigilanza sulle società cooperative, prevedendo una sanzione amministrativa applicabile agli enti cooperativi che si sottraggano all’attività di vigilanza o risultino irreperibili al momento delle verifiche. Al riguardo, ricorda che nella normativa previgente, contenuta all’articolo 12, comma 3, del richiamato decreto legislativo n. all’articolo 12 del decreto legislativo n. 220 del 2002, la quale – sempre secondo la relazione illustrativa – risulta «più calibrata alla tipologia di infrazione commessa» e, oltretutto, è in grado di produrre effetti immediati sia in termini di deterrenza al fenomeno, sia di recupero del beneficio fiscale non dovuto alle cooperative che si sottraggono alle verifiche di mutualità. Rileva che la sanzione, con importo minimo pari a 50.000 euro ed importo massimo pari a 500.000 euro, si applica per il periodo in corso alla data di riscontro del comportamento elusivo da parte dell’autorità di vigilanza e per ciascuno dei successivi periodi fino alla cessazione dell’irreperibilità. se si pensasse di applicare alla lettera l’attuale dettato normativo, poiché la cooperativa, anziché perdere i benefici fiscali, verrebbe completamente espunta dall’ordinamento. Per tali motivi, fa osservare che viene in pratica ripristinata la sanzione prevista prima del decreto legislativo n.
92 del 2012, che contiene la riforma del mercato del lavoro, in linea con quanto affermato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri – con un proprio comunicato – alla vigilia dell’approvazione della riforma in vista del Vertice europeo del 28 e 29 giugno scorsi; in quella sede, infatti, ricorda che la presidenza del Consiglio – avendo chiesto al Parlamento di accelerare l’approvazione del provvedimento – si è impegnata a risolvere tempestivamente, con appropriate iniziative legislative, altri problemi posti dai gruppi parlamentari, lavorando sulla base delle «costruttive proposte provenienti dai gruppi di maggioranza». A tal fine, si riserva di valutare l’opportunità di inserire nella proposta di parere, che sarà presentata nella seduta di domani, specifiche indicazioni che colgano il senso di questo impegno. Fermo restando quanto sinora riportato con riferimento al contenuto del provvedimento in esame, fa infine presente che esso potrebbe costituire anche l’occasione per intervenire, con apposite proposte emendative, su taluni aspetti della recente legge n.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), riservandosi di svolgere ulteriori e più approfondite considerazioni di merito nella prossima seduta, chiede al relatore se sia in grado di fornire chiarimenti preliminari circa l’articolo 24, comma 1, lettera b), del provvedimento in esame, interrogandosi sui motivi per i quali si subordina la concessione di un contributo alle imprese all’assunzione di personale in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico, escludendosi coloro che risultano laureati in altri discipline, che giudica di pari dignità e tra le quali cita, a titolo di esempio, quelle di natura umanistica. Ritiene che tale disposizione rispecchi una visione «vetusta» dello sviluppo economico, peraltro non rispondente al carattere variegato e complesso dell’attuale società della conoscenza. Auspica, pertanto, che il relatore possa riflettere sin d’ora su tale questione, in vista della formulazione della sua proposta di parere.
Nedo Lorenzo POLI (UdCpTP), relatore, garantisce che sarà sua cura approfondire la questione testé sollevata, dichiarandosi disponibile a tenere conto, nella propria proposta di parere, di qualsiasi spunto di riflessione che emergerà dal dibattito, laddove questo sia teso ad un miglioramento del testo.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.45.