“Il rischio di tensione sociale c’è. Bisogna dare risposte, non provocarne altre”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rispondendo ad una domanda di Giovanni Minoli nel corso di un’intervista a La Storia Siamo Noi sul rischio di tensioni sociali nel nostro paese.
L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è una materia “sulla quale non si può intervenire” ma si può lavorare sui tempi dei processi che adesso sono spesso troppo lunghi. Lo sottolinea il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso di un’intervista a La storia siamo noi, che andrà in onda stasera. “Bisogna dare certezze giuridiche – ha detto – i processi sono troppo lunghi. Sarebbe un indebolimento insopportabile per i lavoratori l’idea di un libero arbitrio sui licenziamenti. Si può lavorare sulle procedure, ma non sul resto”.
I tempi della riforma del mercato del lavoro “possono essere brevi se ci sono le soluzioni”. Alla domanda di Giovanni Minoli sull’incontro di questa mattina e sui giudizi negativi di lunedì pomeriggio al termine dell’incontro con il governo, Camusso ha affermato che “è ricominciato un confronto utile e costruttivo”.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è una donna “con una gran tenacia” ma “a volte un po’ arrogante”, ha detto il segretario generale della Cgil. Ci sono state occasioni, secondo Camusso, in cui il linguaggio di Fornero è stato “non chiaro e non diretto”.
Il governo, ha aggiunto, a volte dà l’idea di avere “l’interpretazione del mondo mentre noi abbiamo fatto tutto male”. Alla domanda su quale sia il principale difetto del ministro, Camusso ha sottolineato che a volte “dà l’idea di stare sempre in una classe a insegnare invece che in un confronto tra persone con istanze diverse”.
La Cgil risponde all’accusa della Cisl di dire troppi no nelle trattative sottolineando che dal sindacato di via Po ci sono stati “troppi sì”, spiega il leader Susanna Camusso. “Potrei dire – ha detto rispondendo ad una domanda di Giovanni Minoli – che dalla Cisl ci sono stati troppi sì. Abbiamo tre anni alle spalle con troppi sì”.
Una parola anche sulla Fiat che “ha deciso di andare all’estero. Non sta investendo in Italia”. “Quello che abbiamo visto è solo Pomigliano – ha detto Camusso – io penso che l’ad di Fiat stia usando l’Italia come ruota di scorta per la ripartenza dei marcati ma che non stia investendo”.