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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

26 Gennaio 2011
in Camera

Mercoledì 26 gennaio 2011
COMITATO RISTRETTO
:
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini … 90
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
ERRATA CORRIGE … 90

INTERROGAZIONI
Mercoledì 26 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.
La seduta comincia alle 14.50.
5-03379 Gnecchi: Ricongiunzione delle posizioni assicurative dei lavoratori elettrici e telefonici.
5-03405 Velo: Ricongiunzione delle posizioni assicurative dei lavoratori elettrici e telefonici.
5-04044 Gnecchi: Ricongiunzione delle posizioni assicurative dei lavoratori elettrici e telefonici.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sul medesimo argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Marialuisa GNECCHI (PD), pur essendo consapevole degli impegni assunti sulla materia, di fronte alla Commissione, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ritiene necessario che la disponibilità manifestata dall’Esecutivo si traduca, a breve termine, in azioni concrete, giudicando fortemente penalizzanti per i lavoratori interessati i più recenti interventi legislativi adottati in tema di ricongiunzione contributiva, fortemente criticati, peraltro, dai rappresentanti delle categorie dei lavoratori elettrici e telefonici, incontrati in via informale da una delegazione della Commissione stessa. Giudica grave che i lavoratori in questione siano costretti a forme di ricongiungimento onerose per poter accedere a trattamenti pensionistici che dovrebbero spettargli di diritto, dal momento che non si tratta di ottenere il semplice riconoscimento di una prestazione di maggior favore, per la quale sarebbe comprensibile, in linea teorica, richiedere un contributo economico, bensì di salvaguardare il rispetto di prerogative fondamentali. Ricorda che il suo gruppo ha già provveduto a presentare numerosi emendamenti al decreto-legge cosiddetto «milleproroghe», attualmente all’esame del Senato, affinché si possa quantomeno posticipare di un anno l’applicazione delle disposizioni citate, in attesa di individuare una soluzione definitiva alla problematica in esame, da conseguire anche attraverso l’avvio di talune proposte di legge presentate sull’argomento, di cui auspica la sollecita calendarizzazione.
Ritiene, inoltre, che il rappresentante del Governo abbia eluso totalmente il quesito, contenuto nell’interrogazione, che si riferisce all’esigenza di valutare attentamente la situazione del personale dipendente delle imprese del settore telefonico, oggetto di accordi aziendali che prevedevano l’inserimento in mobilità o l’esodo incentivato, i cui effetti rischiano di essere travolti dalla normativa introdotta dal Governo, con compimento. Riguardo alla questione specifica, oggetto delle interrogazioni in titolo, ritiene che il Parlamento sia ancora in tempo per far sentire la propria voce, dal momento checonseguente pregiudizio delle prerogative di tali lavoratori.
In conclusione, nel ricordare che sull’argomento sono stati presentati anche diversi atti di indirizzo, auspica che il Governo affronti concretamente le questioni testé sollevate, ponendo rimedio ad una situazione di grave discriminazione tra lavoratori e tornando a consentire la ricongiunzione a titolo gratuito della contribuzione versata presso fondi previdenziali differenti, in modo da andare incontro ad un’esigenza fortemente avvertita dai lavoratori, attesa la natura sempre più flessibile del mercato del lavoro.
Silvia VELO (PD), nell’associarsi alle considerazioni testé svolte dal deputato Gnecchi, fa presente che intende formulare anche talune osservazioni di carattere più generale e politico. Fa notare, infatti, che sull’argomento in discussione il Governo non ha fatto altro che reiterare un’azione legislativa già portata avanti, con le medesime caratteristiche di disomogeneità e incoerenza, anche per disciplinare altri settori della vita pubblica – cita, in proposito, la materia del trasporto pubblico locale – laddove si è intervenuti con provvedimenti «omnibus» totalmente sbagliati, adottati con la forma della decretazione d’urgenza e approvati in tutta fretta: a seguito di tali interventi, si è stati spesso costretti ad annunciare ulteriori misure legislative correttive, che tuttavia sono rimaste, in molti casi, soltanto sulla carta. Ritiene che ciò, oltre a provocare un indubbio «caos normativo», fortemente lesivo dell’organicità dell’ordinamento vigente, abbia anche contribuito a generare un senso di disorientamento dei cittadini, prima discriminati ingiustamente – come dimostrano le disposizioni in esame, in materia di ricongiunzione contributiva – e poi illusi con la promessa di impegni mai portati a è in corso presso il Senato l’esame del decreto-legge cosiddetto «milleproroghe», nell’ambito del quale ritiene possibile introdurre misure legislative risolutive delle questioni testé sollevate. Auspica, da ultimo, che una positiva interlocuzione con il Parlamento possa condurre finalmente il Governo ad elaborare testi legislativi organici ed efficaci, che possano rimediare, seppur parzialmente, ai danni provocati dai provvedimenti assunti nel corso della corrente legislatura.
5-03232 Schirru: Esiti delle verifiche sui cosiddetti «falsi invalidi».
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Amalia SCHIRRU (PD), replicando, fa notare che i dati indicati nella risposta del Governo, sui quali si riserva di svolgere un adeguato approfondimento, non sembrano corrispondere a quelli acquisiti in via informale per il tramite degli istituti di patronato, secondo i quali, diversamente da quanto annunciato dall’Esecutivo, sembrerebbero ricorrere modalità di accertamento dello stato di invalidità non pienamente rispondenti a principi di coerenza ed equità sociale. Manifesta forti perplessità, in particolare, su talune pratiche di controllo aventi ad oggetto soggetti invalidi dalla nascita o comunque affetti da disabilità permanente, che, a suo avviso, andrebbero esclusi – una volta accertato il loro stato – da eventuali, ulteriori, visite, al fine di scongiurare un aggravio di oneri a loro carico. Ritiene, da ultimo, che il Governo abbia il dovere di rivalutare il proprio programma di interventi sulla materia, avendo cura di evitare un inutile moltiplicarsi delle attività di controllo, suscettibile solamente di produrre un surplus di costi amministrativi e di aggravare ulteriormente la posizione di soggetti già duramente colpiti dallo stato di disabilità.
Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.10.

COMITATO RISTRETTO
Mercoledì 26 gennaio 2011.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.10 alle 15.15.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 26 gennaio 2011.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.20.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 429, del 25 gennaio 2011, a pagina 75, seconda colonna, trentacinquesima riga, la parola: «degenza» deve intendersi sostituita dalla seguente: «indigenza».


Martedì 25 gennaio 2011

SEDE REFERENTE
Martedì 25 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.40.
Modifica all’articolo 13 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 1939, n. 1272, in materia di erogazione dei trattamenti pensionistici di reversibilità.
C. 1847 Bragantini.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, osserva che la proposta di legge in esame, composta di un solo articolo, introduce il quinto comma all’articolo 13 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, al fine di prevedere la sospensione dell’erogazione della pensione di reversibilità nel caso in cui il coniuge deceduto abbia più di 50 anni e il superstite meno di 40 anni, facendo presente che la condizione della sospensione del trattamento pensionistico è la mancanza di figli. Osserva che la sospensione opera fino al compimento, da parte del coniuge superstite, di un’età anagrafica pari a quella che aveva il coniuge al momento del decesso (se deceduto prima di aver compiuto 60 anni) o fino al compimento dei 60 anni (se il coniuge era deceduto dopo aver compiuto 60 anni). Rileva che, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, la proposta di legge è «tesa ad arginare il fenomeno dei cosiddetti «matrimoni di comodo», che incidono pesantemente sui conti pubblici in quanto gli enti previdenziali si trovano costretti a pagare pensioni di reversibilità per periodi di tempo molto lunghi e, a nostro avviso, non giustificati».
Quanto alla normativa vigente, ricorda brevemente che in caso di morte del lavoratore subordinato, ai familiari superstiti è riconosciuto, ai sensi dell’articolo 13 del regio decreto n. 636, il diritto ad un trattamento pensionistico a titolo proprio, a condizione che siano a carico del lavoratore stesso al momento del decesso (si presumono a carico il coniuge e i figli minori, mentre è necessaria la prova per gli altri familiari): la sua funzione è di assicurare mezzi adeguati alle esigenze di vita dei superstiti del lavoratore alla morte di quest’ultimo. Fa notare che la pensione ai superstiti gestita dall’INPS può essere una pensione di reversibilità, se il defunto era già titolare di pensione diretta (vecchiaia, anzianità, invalidità del vecchio ordinamento, inabilità) o una pensione indiretta, se il defunto alla data del decesso aveva almeno 15 anni di contributi oppure era assicurato da almeno 5 anni di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente. Pone in evidenza, quindi, che la pensione di reversibilità, in particolare, spetta al coniuge, anche se separato o divorziato, a condizione che abbia beneficiato di un assegno di mantenimento e non si sia risposato; ai figli (legittimi, legittimati, adottivi, naturali, riconosciuti legalmente o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge) che alla data della morte del genitore siano minori, studenti o inabili e a suo carico; ai nipoti minori che erano a carico del parente defunto. Sottolinea che, in mancanza dei soggetti richiamati, la pensione ai superstiti spetta anche ai genitori e ai fratelli e alle sorelle inabili e a carico. Mette in evidenza, quindi, che la pensione ai superstiti spetta nella misura del 60 per cento al coniuge, dell’80 per cento al coniuge con un figlio, del 100 per cento al coniuge con due o più figli, osservando che la percentuale complessivamente spettante ai superstiti non può superare il 100 per cento e che le percentuali spettanti sono di importo diverso nel caso in cui abbiano diritto alla pensione soltanto i figli, i fratelli o le sorelle, o i genitori.
Alla luce del contenuto del testo, si dichiara, quindi, aperto ad un confronto sul merito del provvedimento e su eventuali proposte di modifica, in vista del raggiungimento di un testo condiviso ed efficace; manifesta, in particolare, la propria disponibilità a discutere sulla possibile revisione dei requisiti anagrafici, nonché sull’eventualità di prevedere ipotesi specifiche in cui escludere l’applicazione delle disposizioni del provvedimento, ad esempio laddove si tratti di tutelare una situazione di inabilità o di non autosufficienza del beneficiario della pensione di reversibilità. Ritiene, infatti, che lo scopo dell’intervento normativo sia quello di evitare che si verifichino situazioni al limite della legalità ed in contrasto con lo spirito stesso della normativa vigente, a suo avviso volta ad assicurare un trattamento pensionistico esclusivamente a chi davvero non abbia la possibilità di provvedere al proprio sostentamento.
Marialuisa GNECCHI (PD) fa notare che il suo gruppo ha presentato alcune proposte di legge -oltre a taluni atti di sindacato ispettivo – in materia di pensioni di reversibilità, che affrontano, in particolare, importanti problematiche quali, ad esempio, il superamento del limite di reddito (a suo avviso, eccessivamente basso) ai fini della configurabilità dell’ipotesi di «figli a carico» in vista della concessione del beneficio, nonché la questione relativa agli importi della stessa prestazione previdenziale, che risultano spesso modesti e non in grado di sostenere i beneficiari (il più delle volte donne che si trovano in condizioni di degenza). Pur rendendosi conto delle ragioni che stanno alla base di un intervento teso ad evitare un utilizzo distorto della normativa vigente, ritiene tuttavia utile avviare, quanto prima, anche l’esame dei provvedimenti citati, proprio al fine di estendere l’ambito della discussione, prevedendo un rafforzamento del trattamento di reversibilità in presenza di condizioni di particolare difficoltà dei soggetti superstiti e affrontando in tal modo la tematica in termini più generali e complessivi: ne auspica, pertanto, l’abbinamento, non appena avrà luogo la loro assegnazione alla Commissione.
Matteo BRAGANTINI (LNP), nell’illustrare le motivazioni che hanno portato alla presentazione della proposta di legge in esame, fa presente che la scelta di contemplare precisi limiti di età del coniuge deceduto e di quello superstite, in luogo della mera indicazione di una differenza anagrafica, risponde alla necessità di dare seguito a talune sentenze della Corte costituzionale intervenute sulla materia, nonché all’esigenza di prevedere un riconoscimento del trattamento previdenziale esclusivamente in favore di chi non sia nelle condizioni di autosufficienza; si dichiara, pertanto, disponibile ad introdurre nel provvedimento la previsione di fattispecie specifiche – laddove, ad esempio, vi siano situazioni di inabilità – in cui sia possibile derogare alle disposizioni di carattere generale. Fa presente, in conclusione, che la proposta in esame si pone in una linea di continuità con le recenti innovazioni legislative in materia previdenziale, tese a posticipare l’uscita dal lavoro in conseguenza dell’allungamento delle aspettative di vita, riconoscendosi in tal modo i trattamenti pensionistici solamente in presenza della maturazione di determinati requisiti anagrafici, incompatibili con la prosecuzione dell’attività lavorativa.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto degli interventi svolti, ritiene utile accogliere la richiesta formulata dal rappresentante del gruppo del Partito Democratico, prospettando l’opportunità di attendere l’assegnazione delle proposte di legge in precedenza indicate prima di proseguire il dibattito in Commissione sull’argomento all’ordine del giorno; invita, peraltro, i proponenti a sollecitare l’assegnazione delle predette proposte di legge, affinché – una volta che essa avrà avuto luogo – il loro contenuto possa essere valutato ai fini di un eventuale abbinamento al provvedimento in esame.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
(Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2010.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che, svoltosi nella seduta del 5 ottobre 2010 il seguito del dibattito di carattere generale, si è altresì esaurito, il 12 gennaio scorso, anche il ciclo di audizioni informali programmate nell’ambito dell’esame delle proposte di legge in titolo. Comunica, pertanto, che l’ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 19 gennaio scorso, ha ritenuto che – alla luce degli elementi emersi dalle predette audizioni – possa conseguentemente considerarsi concluso l’esame preliminare dei provvedimenti medesimi.
Facendo seguito a quanto già preannunciato dal relatore, propone quindi che – anche al fine di verificare la possibile definizione di un testo unificato dei progetti di legge in esame – la Commissione proceda alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 2715 e 3522.
La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Disposizioni in materia di cumulo tra le prestazioni erogate dall’INAIL e dall’INPS.
C. 758 Bellanova, C. 1030 Carlucci e C. 1532 Caparini.
(Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 2 dicembre 2010.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta la Commissione ha preso atto dell’abbinamento dei progetti di legge in titolo, rinviando all’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le determinazioni circa le modalità di prosecuzione del loro esame; a tale riguardo, avverte che si è convenuto di concludere nell’odierna seduta l’esame preliminare dei provvedimenti, ai fini dello svolgimento dell’ulteriore istruttoria legislativa e dell’approfondimento dei profili più problematici, con particolare riferimento a quelli di carattere finanziario.
Nessuno chiedendo di intervenire, propone quindi di nominare un Comitato ristretto per il seguito dell’istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 758, 1030 e 1532.
La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.

 

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