E' il silenzio del Governo sulle risorse disponibili a tenere banco nei tavoli di concertazione che si sono succeduti in questi giorni. Già la scorsa settimana, nell'apertura del confronto inaugurata dal premier Romano Prodi, l'Esecutivo non aveva voluto specificare l'entità dei finanziamenti da mettere a disposizione per gli interventi che verranno decisi nei tre tavoli di confronto: produttività e competitività; modernizzazione della pubblica amministrazione; sistema di tutele, mercato del lavoro e previdenza.
Rimane aperto il dibattito sull'uso delle maggiori entrate, evidenziate dall'ultima trimestrale di cassa. Parte di queste, secondo alcuni una fetta consistente, dovrà andare al risanamento del debito pubblico. L'impressione è che nel Governo ancora non ci sia l'accordo su questa partita, sul punto di equilibrio tra sviluppo e risanamento. Un'altra parte di risorse, ha spiegato il ministro del Lavoro Damiano, dovrebbe venire dalla riqualificazione della spesa. Proprio per il nodo risorse, sulla concertazione grava lo sciopero del 16 aprile dei dipendenti pubblici e della scuola per i contratti e la protesta, hanno avvertito i sindacati, sarà revocata solo in presenza di "risposte concrete". Il 4 si terrà il prossimo incontro Governo-parti sociali che proverà a scongiurare lo sciopero.
Anche nell'incontro di giovedì pomeriggio sul welfare, che è partito da ammortizzatori sociali e mercato del lavoro, non si è parlato di cifre. La riforma delle tutele, ha spiegato Damiano, "non è a costo zero", ma il ministro si riserva di far conoscere l'idea del Governo sulle risorse "al momento opportuno". Questo "momento", però, non potrà essere troppo lontano, visto che i sindacati si aspettano di sapere l'entità dei finanziamenti già dal prossimo incontro, che si terrà dopo Pasqua.
Il progetto è ambizioso, già tre legislature hanno fallito il loro tentativo, ricorda Giorgio Santini della Cisl. Ovvero rendere universali le tutele che oggi sono tarate sulla grande industria manifatturiera. Come minimo, sottolinea Fulvio Fammoni della Cgil, costa tra uno e 2 miliardi di euro. E' stato ribadito l'obiettivo di combattere la precarietà, "contrastando tutte le leggi non coerenti con questo obiettivo". Quindi è stata programmata una rivisitazione dei contratti flessibili, anche dell'apprendistato e dei contratti a termine. Quest'ultimo punto lascia un po' perplessa Confindustria che teme un intervento che irrigidisca il tempo determinato. Sul resto c'è una sostanziale condivisione, anche sulla possibilità che gli interventi siano diluiti nel tempo. Il confronto tra tutele e leggi viaggerà in parallelo, mentre le pensioni saranno affrontate successivamente.
Sul Mezzogiorno, invece, il tema principale non è stato quello delle risorse, dovrebbero essere 100 milioni tra fondi per le aree svantaggiate, europei e cofinanziamenti. Il problema è utilizzarli interamente, spesso si usufruisce solo in parte degli aiuti Ue, e in maniera mirata. Gli obiettivi indicati dai sindacati sono: sicurezza e legalità; infrastrutture e reti logistiche; formazione, istruzione e ricerca; politiche di sviluppo.
Giorgia Fattinnanzi

























