E' stato solo un "primo incontro", del tutto interlocutorio, quello tra Governo e parti sociali sulle pensioni. L'Esecutivo ha presentato una lista di interventi possibili e di priorità, tra cui l'equilibrio del sistema previdenziale, la rivalutazione delle pensioni basse e gli interventi a favore del futuro pensionistico dei giovani. Solo marginalmente sono stati toccati i "temi caldi" su cui l'intesa con i sindacati è tutta da costruire: il superamento dello scalone e la revisione dei coefficienti.
Dal fronte sindacale la percezione è che il Governo non abbia ancora raggiunto un'intesa al suo interno su questi punti. Il problema è che intervenire sullo scalone costa e le risorse disponibili per tutta la partita, compresa la riforma degli ammortizzatori sociali e l'incentivazione del secondo livello contrattuale, rimangono sempre 2,5 miliardi di euro. E', quindi, necessario stabilire delle priorità tra i tanti temi sul tavolo. Inoltre, il ministro dell'Economia Padoa Schioppa è fermo nell'ipotesi che qualunque intervento su coefficienti ed età pensionabile debba lasciare invariato il risultato economico dato dalle riforme Dini e Maroni.
Il superamento dello scalone, anzi prima ancora l'abolizione, non è un tema rilanciato dai sindacati, ma scritto sul programma dell'Unione, ricorda il leader dell'Ugl Renata Polverini. La sua battaglia il sindacato l'aveva condotta, e persa, contro il Governo Berlusconi, poi "l'attuale maggioranza ha indicato l'abolizione dello scalone nel suo programma".
Se sul passaggio agli "scalini" indicati dal ministro del Lavoro Damiano i sindacati sono pronti a discutere, il nodo vero rimangono i coefficienti di trasformazione. Il numero due della Cisl, Pier Paolo Baretta, ha colto "un'apertura" da parte di Damiano secondo il quale si dovrebbe tenere conto del cambiamento del mercato del lavoro per il calcolo dei coefficienti. Non è ancora "una posizione soddisfacente", ma è un passo avanti. I sindacati hanno chiesto un'operazione verità sui conti, dalla revisione delle previsioni del Pil, all'andamento della curva demografica legata ai flussi degli extracomunitari, spiega il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini. Tornano poi a chiedere la separazione dei conti tra previdenza e assistenza, per avere un vero quadro sulla spesa pensionistica. Inoltre, aggiunge il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, l'aumento dello 0,30% dei contributi dei lavoratori previsto dalla Finanziaria 2007 ha portato 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato che quest'anno sono stati utilizzati per i conti pubblici, ma dal 2008 potrebbero essere riutilizzato nella previdenza. Ora la discussione passa in sede tecnica, con un appuntamento al 16 maggio per discutere di coefficienti.
Giorgia Fattinnanzi

























