“Da tempo come organizzazioni sindacali chiediamo la convocazione di un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per la verifica del piano industriale e per le garanzie occupazionali di LFoundry, azienda di microelettronica e semiconduttori con circa 1500 dipendenti nell’area di Avezzano (AQ)”. Così in una nota il segretario nazionale della Fim-Cisl Nicola Alberta.
Nei giorni scorsi è stato sottoscritto tra azienda e sindacati, alla presenza del Presidente vicario della Regione Abruzzo, un accordo per il contratto di solidarietà per un periodo di 18 mesi dal 1 dicembre 2018 e con un impatto medio pari al 30% delle ore, che coinvolge quasi tutti i lavoratori dello stabilimento di Avezzano, a fronte di uno scarico di ore lavorabili di circa il 30% dovuto ad un calo di commesse oltre che alle esigenze di implementazione di investimenti organizzativi e tecnologici.
“Ma l’accordo sul contratto di solidarietà – prosegue Alberta – deve accompagnarsi necessariamente al rafforzamento delle prospettive industriali e occupazionali. Per tali ragioni abbiamo sollecitano nel più breve tempo possibile la riconvocazione, saltata questa settimana, del confronto a livello ministeriale insieme a Regione Abruzzo e Amministrazioni locali, per la verifica del piano industriale di LFoundry e delle strategie del gruppo cinese Smic che controlla LFoundry. È necessario infatti, discutere delle scelte in materia di investimenti e di nuovi prodotti e mercati destinati al sito marsicano”.
“È necessario aprire finalmente una fase nuova di rafforzamento, sviluppo e crescita per LFoundry. Il sito produttivo di semiconduttori ha per la provincia e per il territorio marsicano, pesantemente colpito dalla crisi, ricadute economiche e occupazionali troppo importanti per essere lasciata sola. Serve fare squadra e avere il sostegno di tutte le istituzioni locali e del Ministero per dare al più presto risposte positive ai lavoratori e alle loro famiglie e delineare un futuro certo per un territorio importante e a forte vocazione tecnologica come quello di Avezzano e della provincia aquilana che in questi anni ha visto diradarsi il tessuto delle imprese tecnologiche che vi operavano e che hanno contribuito non poco alla crescita dell’intera area”, conclude Alberta.