Alitalia, con una lettera datata primo dicembre indirizzata a sindacati e tre ministeri (Lavoro, Trasporti e Made in Italy) comunica “l’avvio di una procedura che, determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale”.
“La scrivente – si legge nella missiva – è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione. Sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento (che è comunque ancora in corso) determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in Cigs a zero ore e che è, quindi, quantificabile in 2668 unità”. Tuttavia questi lavoratori hanno la cigs garantita fino al 31 ottobre 2024.
Pronta la risposta dei sindacati. La UilTrasporti chiede che i lavoratori siano ricollocati, o almeno che la Cig sia prolungata fino al 2025. “Il Governo intervenga subito affinchè i circa 3.000 lavoratori di Alitalia non vengano abbandonati al loro destino”, affermano il segretario generale, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti.
Dunque, aggiungono i sindacalisti, “chiediamo che i 3.000 lavoratori vengano ricollocati nelle tre aziende nate dallo spacchettamento di Alitalia o in altre aziende del settore, a seguito di una adeguata formazione che consenta anche il mantenimento delle certificazioni, una misura questa che era già stata prevista e che non ha invece avuto mai applicazione. In alternativa, riteniamo necessario che venga allungato il periodo di cassa integrazione per tutto il 2025, come avevamo già richiesto”.
“È surreale e incomprensibile che in Italia si licenzino quelle professionalità che saranno a breve indispensabili vista la significativa ripresa del trasporto aereo. I dati di traffico presentati dall’Enac nei primi giorni di novembre e relativi al terzo trimestre 2023, scattano una fotografia di un mercato del trasporto aereo italiano in salute, registrando un incremento del +11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un +4,2% rispetto al terzo trimestre 2019 (anno pre-pandemia) nel comparto passeggeri. Performance ugualmente positive anche nel settore cargo”. E’ questa l’affermazione del segretario generale della Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia
“La notizia di questi licenziamenti giunge in maniera totalmente inaspettata, soprattutto alla luce dei precisi impegni presi con il sindacato e quindi con le lavoratrici e i lavoratori che non possono essere disattesi. In considerazione del previsto trend di crescita di domanda del trasporto aereo – continua la nota – noi chiediamo che alle lavoratrici e lavoratori vada garantito il mantenimento delle certificazioni aeronautiche e la proroga della cassa integrazione, almeno fino alla loro ricollocazione che, sulla base dei dati di traffico e dei programmi previsti dal piano industriale di Ita con l’acquisizione di nuovi aeromobili, può avvenire entro il 2025”.
“I licenziamenti, insieme alle significative rimodulazioni verso il basso degli assegni di indennità, appaiono un coordinato disprezzo nei confronti di persone che per decenni hanno lavorato con dedizione e sacrificio per garantire l’esercizio delle attività di quella che era la nostra compagnia di bandiera” sottolinea ancora Pellecchia e conclude: “chiederemo a breve un incontro con i Ministeri competenti (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero del Lavoro, Ministero delle Imprese e del Made in Italy) e, allo stesso tempo, solleciteremo la proprietà affinchè ritiri la procedura di licenziamento avviata ieri dai commissari” conclude Pellecchia.
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