La Uil è un sindacato indipendente e autonomo dalla politica, ma non indifferente perché dalla qualità della politica dipende il tasso di sviluppo. Il segretario generale, Luigi Angeletti, sceglie di ribadire questo concetto nell’intervento che ha chiuso oggi la VII Conferenza nazionale di organizzazione. “Prima si faticava a dire che siamo autonomi – aggiunge – ma oggi sono tutti d’accordo”. Adesso, sciolto questo nodo, l’organizzazione deve proporre un approccio moderno al mondo del lavoro, degno di uno Stato avanzato, con un punto fermo: “Siamo lavoratori ma anche consumatori, senza gli uni non esisterebbero gli altri, in Italia l’80% dell’occupazione dipende dai consumatori”. Un discorso complessivo, quello di Angeletti, che respinge le “cattive idee” presenti nel Paese e fa autocritica anche verso il sindacato. Bisogna sviluppare una nuova prassi, combattere gli atteggiamenti parziali e avere una visione complessiva dei problemi: lo chiede in riferimento alle singole categorie, come il pubblico impiego, dove “il punto non è la campagna di Brunetta, ma il Governo che ha cancellato gli incentivi alla produttività”. Uno sguardo più esatto nei confronti del reale, insomma, con il sindacato “senza comportamenti retrogradi”, impegnato a costruire consenso per i suoi valori e contro quelli negativi. Una cattiva idea, per esempio, riguarda l’aumento delle pensioni: “Non è vero che per ottenerlo bisogna alzare le tasse, l’Inps è in attivo e chiedere di più è nostro diritto”. In generale, tutta l’economia può essere risollevata puntando sul lavoro, attraverso due strade, meno tasse sui salari e più aumenti con un nuovo modello contrattuale. L’accordo per la riforma è vicino, assicura, e c’è da segnalare una svolta culturale: “Le imprese hanno capito che devono migliorare le retribuzioni perché oggi sono troppo basse”. Inflazione realmente prevedibile, strumenti di verifica sui prezzi, sviluppo del secondo livello, compensazioni per chi non fa contrattazione aziendale; i prossimi contratti riguarderanno tutti, dalle coop ai commercianti fino al settore pubblico, anche da questo dipende la modernità delle relazioni industriali. La Uil è pronta e avverte le parti sociali: “I nostri compagni di strada non devono camminare troppo lenti”.
17 settembre 2008
Emanuele Di Nicola