L’ha trovata diversa da come se l’aspettava. Più macchine, meno biciclette. Il loro numero, impressionante. Il fortissimo sentimento nazionalista, <una cosa, dice, che fa sempre un po’ paura>. Alberto Anghileri, il segretario generale della camera del lavoro di Lecco, pensa che uno dei tratti distintivi dei cinesi sia la consapevolezza di essere una vera potenza. <Non hanno soggezione, dice, vanno per la loro strada a qualsiasi prezzo. E ancora manca la politica, osserva, la discussione, quel piacere della dialettica che abbiamo noi europei, loro non ce l’hanno, ma non ne soffrono, nemmeno se ne accorgono>.
Cosa altro ti ha colpito?
Che non si senta il peso del regime. In Urss era evidente, in Cina nessuno parla del partito comunista cinese, anche se tutte le leve vere del potere sono in mano loro. Poi l’omologazione con l’occidente, che stona con l’immagine che tutti gli europei hanno della Cina. Pechino non è diversa da New York o da una grande altra metropoli nel mondo.
Il sindacalista che osservazioni fa?
Penso che purtroppo il prezzo più alto lo paghino i lavoratori, che non hanno diritti, non sono soggetto collettivo.
Però ubbidiscono.
Perché è questa la loro storia. In Italia alla fine dell’800 le distanze di classe erano evidenti. I padroni dicevano agli operai, ma cosa volete, vi diamo il lavoro. Loro volevano qualcosa in più, si sono organizzati, prima le leghe, poi i sindacati. Qui no, non sembrano avere questa esigenza. Forse verrà tra qualche anno, quando il benessere sarà un po’ più diffuso.
Come torna a casa il sindacalista che ha visitato la Cina?
Con molte domande e molti dubbi, che sono un bene, perché lo diceva anche Confucio, solo il cretino vive di certezze. E’ certo che il modello capitalistico ha vinto anche qui, nonostante loro dicano un’altra cosa. La mia vita non cambia, ma le domande restano in circolo. Non credo che la nostra vetta di benessere sia destinata a diminuire.
Un viaggio utile?
Molto utile. Sempre Confucio dice: se ami tuo figlio fallo viaggiare. Questo è stato un vero viaggio di lavoro.

























