2014, un altro anno cerniera per il mondo del lavoro. In pochi mesi sono cambiati tutti gli equilibri. E’ caduta la concertazione. Non che prima se ne facesse molta, ma Renzi ha chiuso qualsiasi canale di comunicazione. Ed è finito, anche abbastanza bruscamente, il tentativo in atto di realizzare qualche forma di unità d’azione tra le grandi confederazioni. Sembravano disposte a marciare assieme, invece sulla risposta da dare al premier Cgil, Cisl e Uil si sono nuovamente divise. La Cgil ha decisi di andare a guerra aperta, la Cisl ha assunto una posizione più possibilistica, la Uil si è presa del tempo, poi ha scelto anch’essa una posizione dura.
Parallelamente sono cambiati i rapporti all’interno della Cgil. All’inizio dell’anno lo scontro tra Susanna Camusso e Maurizio Landini è stato durissimo, ma come la confederazione si è irrigidita verso Renzi, così i rapporti con la Fiom si sono rasserenati.
E cambiato anche il rapporto tra sindacati e Confindustria: all’inizio dell’anno è stato firmato il Testo Unico, summa degli accordi sulla contrattazione degli ultimi anni, pochi mesi dopo gli industriali hanno rimesso tutto in discussione.
Infine, sono cambiate nel corso dell’anno le prospettive economiche. Si moltiplicavano i segnali positivi, è bastato un leggero peggioramento della congiuntura in Germania e siamo ripiombati in recessione.
L’Annuario del lavoro, con la partecipazione di quaranta tra economisti, sopciologi, giuslavoristi, giornalisti e narratori ha raccontato il 2014. Il percorso è stato come sempre appassionante.
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