Negli hotspot istituiti negli ultimi mesi a Lampedusa, Trapani e Pozzallo, le associazioni per i diritti umani denunciano di aver osservato “gravissime prassi e violazioni di diritti fondamentali”, come respingimenti arbitrari, trattenimento coatto, senza alcun controllo giudiziario per periodi più lunghi delle 48 ore previste dalla legge, negazione dell’accesso alla procedura d’asilo e uso della forza per l’identificazione delle persone in arrivo. A denunciarlo sono stati nel pomeriggio il vicepresidente dell’Arci Filippo Miraglia e il presidente del Cir (Centro italiano rifugiati) Christopher Hein, che hanno presentato un documento a firma di diverse realtà che fanno parte del “Tavolo nazionale asilo”, nel corso di una conferenza al Senato alla quale ha preso parte anche il presidente della commissione Diritti umani del Senato Luigi Manconi.
Tra le violazioni riscontrate, ha affermato Miraglia, anche alcuni casi di rilevamento della identità dei migranti tramite impronte digitali prese in maniera coercitiva. Le stesse organizzazioni del Tavolo hanno quindi chiesto in un documento al nostro governo e al ministero dell’Interno che per l’accoglimento delle domande di asilo venga fornita una corretta informazione a quanti giungono sul nostro territorio con “qualificati mediatori culturali”, e che sia consentito a “realtà indipendenti” di poter accedere agli hotspot e assistere quegli immigrati che vogliano accedere al diritto di asilo.
Le organizzazioni umanitarie hanno, quindi, denunciato veri e propri problemi di comunicazione per la mancanza di mediatori culturali che possano relazionarsi con gli immigrati nella loro lingua e il fatto che a molti di loro vengano sottoposti documenti da firmare solo in lingua italiana.
Sul banco degli imputati anche i cosiddetti decreti di “respingimento differito” con l’obbligo di lasciare entro sette giorni attraverso l’aeroporto di Fiumicino il nostro territorio per quanti non vengano riconosciuti come bisognosi di protezione internazionale. “Sono stati lasciati letteralmente sulla strada, privi di assistenza, esponendoli al forte rischio di finire nelle maglie della criminalità organizzata, sia in qualità di vittime, che di complici, alimentando il senso di insicurezza degli stessi territori”, vi si denuncia nel documento presentato oggi.
“Proprio l’arrivo ieri all’aeroporto di Fiumicino di una novantina di famiglie provenienti dalla Siria con un regolare volo di linea – è stato il commento del senatore Manconi – è la prova che è possibile far funzionare correttamente corridoi umanitari e che questa è l’unica strada percorribile. Il nostro Paese – ha concluso – deve insistere a livello europeo perché si giunga a canali sicuri e a corridoi protetti per i richiedenti asilo”.