Con la firma dell’Accordo di programma il sito produttivo Ast di Terni è pronto per il rilancio. Dopo un lavoro iniziato nel 2022, l’obiettivo è stato raggiunto mercoledì 11 giugno al Mimit alla presenza dei rappresentati di ministero Mase, gruppo Arvedi, il presidente della regione Umbria Stefania Proietti, l’assessore allo Sviluppo economico del comune di Terni, Sergio Cardinali. I termini dell’accordo sono stati poi illustrati in un incontro successivo alle organizzazioni sindacali. Con l`accordo di Terni, ha commentato il ministro Adolfo Urso, “la siderurgia italiana si rafforza sulla strada della tecnologia green, primi in Europa. Questa è politica industriale”.
L`Accordo di programma, infatti, “è un passaggio cruciale nel percorso condiviso di riconversione industriale e messa in sicurezza ambientale del polo siderurgico umbro. L`intesa è basata sul piano industriale illustrato da Arvedi ai sindacati lo scorso 2 maggio che prevede un investimento complessivo di 557 milioni da realizzarsi entro 2028 e una seconda fase successiva di interventi da valutare, in base al mercato, con ulteriori investimenti per 573 milioni di euro”.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy contribuirà alla realizzazione del piano industriale supportando l’investimento attraverso il Contratto di sviluppo per tutela ambientale, già richiesto dal gruppo Arvedi e attualmente all`attenzione del soggetto gestore Invitalia. L’ammontare di agevolazioni richieste dall’azienda sulla base delle risultanze istruttorie è di 96,5 milioni.
L`accordo prevede, inoltre, “impegni concreti per la riduzione dell`inquinamento atmosferico e la messa in sicurezza della discarica e del sito in collaborazione con il Comune di Terni nonché per il contenimento dei costi energetici, con l`impegno della Regione Umbria a favorire l`approvvigionamento da fonti rinnovabili tramite il sistema delle grandi derivazioni idroelettriche, coinvolgendo direttamente i grandi consumatori energivori, con vantaggi in termini di riduzione delle emissioni e sicurezza dell`approvvigionamento”.
Il Piano ambientale verrà realizzato inoltre con azioni di bonifica e con l`intervento di landfill mining finalizzate alla messa in sicurezza permanente della discarica Rsu.
Sul fronte occupazionale, l`azienda si impegna al mantenimento degli attuali organici, con la possibilità di future implementazioni e la stabilizzazione dei lavoratori somministrati. Il piano di rilancio introdurrà tecnologie all`avanguardia che richiederanno l`attivazione di percorsi di formazione e riqualificazione professionale, in collaborazione con le istituzioni competenti.
Unanime la soddisfazione dei sindacati. Per Valerio D’Alò, segretario nazionale della Fim-Cisl, e Simone Liti, segretario generale della Fim-Cisl Umbria, l’accordo rappresenta “un elemento di continuità con un metodo che si è assunto con il governo rispetto a queste procedure, che seppur non coinvolgendo il sindacato in parte attiva nella loro realizzazione, viene dal governo condiviso con noi prima della sua firma per ascoltare comunque il parere delle organizzazioni e le loro indicazioni”. Si tratta, quindi, di “un passo fondamentale, perché per rilanciare siti di interesse nazionale legati a settori strategici come quello della siderurgia non lo si può fare prescindendo da una sinergia fortissima tra lavoratori, aziende, istituzioni nazionali e locali”.
Apprezzamento, dunque, per il metodo ministeriale che i due sindacalisti auspicano possa essere volano “sia per gli investimenti ma anche per la valorizzazione dei lavoratori attraverso le ulteriori stabilizzazioni e con l’avvio di una buona contrattazione aziendale che dia lustro a una realtà siderurgica importante come quella di Arvedi AST”.
Una posizione in sintonia con quella della Fiom-Cgil. “Con oggi apprendiamo positivamente che nell’accordo di programma è previsto il confronto con le organizzazioni sindacali presso il Mimit per monitorare l’avanzamento degli impegni sottoscritti dalle Istituzioni e dall’azienda”, affermano in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil di Terni. “Questo è anche il riconoscimento che senza i lavoratori ed il loro sindacato non ci sono le condizioni per discutere dello sviluppo industriale di Acciai Speciali Terni e delle ricadute sul territorio”.
Tuttavia la guardia resta alta: “Ora non ci sono più alibi, si dia corso compiuto agli investimenti, sia produttivi che di sostenibilità ambientale ed energetica e alle stabilizzazioni dei lavoratori somministrati. Da ora in avanti si riprenda la discussione sulla qualità e le condizioni del lavoro in AST. Si prosegua in modo rapido il confronto sul dettaglio del piano industriale appena iniziato”.



























