È di questi giorni la notizia che si è trovato l’accordo sulla vertenza Sirti. Il diario ha fatto il punto sul settore delle Tlc di pertinenza del contratto dei metalmeccanici con il segretario nazionale Enrico Azzaro, Coordinatore nazionale di settore per la Uilm.
Puo’ farci il punto della situazione nel vostro settore?
La situazione è comatosa. Mancano gli investimenti governativi sulla banda larga. Fino a oggi vi sono stati solamente annunci e nessun fatto. Questo ha danneggiato molte aziende che hanno visto ridursi drasticamente i loro guadagni. Anche nella rete mobile, settore in cui il Paese è cresciuto molto, aziende come Nokia Siemens e Alcatel Lucent stanno disinvestendo.
Cosa sta accadendo?
La Nokia ha venduto tutto e ha confermato di voler lasciare il paese. Mentre l’Alcatel, che voleva spostare il centro di ricerca Optis, è in parte tornata indietro dopo l’intervento del ministro dello Sviluppo Corrado Passera. Il sito di ricerca continuerà il suo lavoro, ma non si occuperà più solamente di Optis. Su questa vertenza domani si terrà un nuovo tavolo.
Altre vertenze?
Ci sono voci non confermate di un interesse di un gruppo cinese per le quote di Telecom in Italtel. Se fosse vero il sindacato vigilerà che non ci siano ricadute occupazionali negative.
Dunque per ora non ci sono notizie rassicuranti?
No, non direi. Anche il progetto governativo sull’agenda digitale che doveva essere presentato a giugno è slittato di un mese senza che fossero chiari i motivi.
I problemi attuali sono figli delle privatizzazioni degli anni 90?
Sì, lo sono. Aver privatizzato la rete insieme a Telecom è stata una scelta miope che ha bloccato ogni sviluppo della rete fissa. Non si è liberalizzato e quindi non si è investito. In Italia si è sviluppata solamente la rete mobile, grazie all’alta concorrenza. La Sip aveva la terza rete al mondo per efficienza. Di tutto questo è rimasto solamente la rete in rame e il “know how” dei lavoratori più anziani.
Perché anche il settore della rete mobile non sembra godere di buona salute?
Perché nonostante i buoni risultati che ci sono stati per molto tempo, i tassi di crescita europei sono ormai troppo bassi. Lo sviluppo si è spostato in Asia e Sud America.
Il governo cosa può fare?
Servono programmi chiari e rispetto dei tempi. È poi fondamentale creare una rete tra politecnici e centri ricerche delle imprese che metta a disposizione di vari segmenti produttivi le loro ricerche. Infine, il governo si deve impegnare nella digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Luca Fortis