Nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune e ritengono utile parlare con un operatore bancario. Per otto su dieci non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per sette su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza. Queste le maggiori evidenze emerse dalla ricerca svolta dalla Uilca durante la campagna itinerante “Chiusura filiali? No, grazie”, la prima indagine volta a misurare il sentiment del fenomeno della desertificazione bancaria nel Paese presentato questa mattina a Roma durante il convegno finale di “Chiusura filiali? No, grazie” organizzato dal sindacato presso il Cnel. I dati di 2.870 interviste dell’indagine demoscopica sono stati raccolti ed elaborati dall’istituto di ricerca Lab 21.01.
In breve: 7 intervistati su 10 scelgono solo la banca per la gestione del proprio denaro, il 17,9% sceglie sia la banca che la posta, mentre l’8,7% solo la posta. La metà degli intervistati, il 52,4%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, il 21% una volta ogni 6 mesi, il 13,8% una volta l’anno e il 9,8% mai. Le operazioni che vengono più effettuate in banca vedono al primo posto il prelievo di contanti con il 43,5%, seguito dai pagamenti con il 31,8% e dagli investimenti/finanziamenti con il 26%. Il 63,5% degli intervistati ha percepito la mancanza/riduzione della filiale e per 9 su 10 i servizi bancari in un comune sono molto o abbastanza utili.
Per l’86,3% degli intervistati è determinante il rapporto umano e parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi necessari; per 7 persone su 10 la banca rappresenta un luogo utile per avere supporto e assistenza su risparmi, investimenti e prestiti.
Il 48,8% da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve impiegare più tempo per raggiungere la banca; il 31,4% utilizza servizi on line sostitutivi; il 10,9% è costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare. Per 8 su 10 se si installasse un bancomat al posto della filiale non sarebbe lo stesso. Se chiudesse la propria filiale bancaria, il 66,8% si recherebbe in un ufficio fisico (filiale bancaria/posta). Il 61,9% ritiene che la presenza o l’assenza della banca influisca molto o abbastanza sulla scelta di vivere o abbandonare il proprio comune di residenza e allo stesso tempo sulla propensione a investire in prodotti finanziari (68,8%). Complessivamente, la riduzione/chiusura delle filiali nel luogo in cui si vive rende insoddisfatti 9 italiani su 10.
“Siamo molto soddisfatti per l’esito della campagna “Chiusura filiali? No, grazie” che, come Uilca, abbiamo portato avanti per tutto il 2023” ha affermato il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan durante il congresso. “L’iniziativa è stata pensata e attuata partendo dalla convinzione che la chiusura degli sportelli bancari costituisca un problema di cui è necessario tutti prendano coscienza per gli effetti negativi che produce sotto il profilo sociale, economico e di legalità”.
“Nel nostro giro per l’Italia abbiamo coinvolto cittadini, politica – locale e nazionale – istituzioni e associazioni, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare un dibattito tra tutti i soggetti istituzionali interessati, a partire da quelli presenti al Convegno, per trovare soluzioni, nel rispetto dei vari interessi coinvolti, ponendo al centro le necessità delle persone, in particolare quelle più in difficoltà. Il settore del credito è centrale per favorire lo sviluppo del Paese, dell’economica nazionale e dei territori, e deve essere costante punto di riferimento con la professionalità che sempre dimostrano le lavoratrici e i lavoratori bancari e con un approccio coerente con i suoi compiti sociali, di tutela del risparmio e di ricerca del profitto in modo sostenibile”.
“È una battaglia che tutti insieme possiamo fare e come Uilca continueremo a presidiare il tema con grande attenzione, nell’ottica di favorire l’avvio di osservatori locali e nazionali per monitorare il fenomeno e individuare interventi condivisi per affrontare la questione. Un ringraziamento alla Uil, che ci ha sostenuto in tutto questo percorso, e a tutte le persone che abbiamo incontrato nelle piazze: ci hanno dimostrato che questo è un problema sentito da tutti e che richiede una soluzione condivisa”, ha concluso Furlan.
In allegato il rapporto integrale.
e.m.