L’aumento dello spread Btp-Bund sta penalizzando fortemente le banche italiane, con un peggioramento della liquidità e della patrimonializzazione. Lo afferma la Banca d’Italia, secondo cui “”il processo di rafforzamento dei bilanci delle banche risente negativamente delle tensioni sul mercato del debito sovrano, che hanno determinato un peggioramento degli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione e un aumento dei rischi di mercato”.
“Il capitale delle banche meno significative – sottolinea Via Nazionale nel rapporto sulla stabilità finanziaria – risentirebbe di eventuali ulteriori perdite di valore dei titoli pubblici in misura maggiore rispetto a quello dei gruppi significativi”.
“Nel settore bancario – aggiunge Palazzo Koch – prosegue il miglioramento della qualità del credito e il recupero della redditività. Lo stock di prestiti deteriorati continua a ridursi a ritmi sostenuti. I risultati dello stress test dell’Eba per le quattro banche italiane incluse nel campione sono in linea con quelli medi degli altri intermediari europei”.
Per le banche, sottolinea Bankitalia, “le tensioni sul mercato dei titoli di Stato hanno diverse conseguenze negative. Un primo effetto è l’incremento dei costi della raccolta: analisi condotte sul periodo 2010-11 indicano che un innalzamento di 100 punti base dello spread sui titoli decennali può causare un aumento di circa 40 punti base dei tassi d’interesse sui depositi a termine e sui repo e di circa 100 punti base sulle nuove emissioni obbligazionarie”.
“Un secondo effetto – secondo Palazzo Koch – è la riduzione del valore delle garanzie stanziabili presso l’Eurosistema a fronte delle operazioni di rifinanziamento, che si traduce in un calo della liquidità. Un ulteriore effetto è legato all’impatto sul patrimonio delle variazioni di prezzo dei titoli di Stato valutati al fair value, che alla fine di giugno scorso ammontavano in media al 5,7% dell’attivo, con un’incidenza più elevata tra le banche meno significative (11,3%, contro 4,7% per le banche significative)”.
“Nostre simulazioni – aggiunge Via Nazionale – basate sulla situazione patrimoniale delle banche e sulla durata finanziaria dei singoli titoli in portafoglio al 30 giugno 2018, indicano che un aumento parallelo della curva dei rendimenti dei titoli di Stato di 100 punti base ridurrebbe mediamente il rapporto tra il capitale di migliore qualità e le attività ponderate per il rischio (Cet1 ratio) di 50 punti base (40 per le banche significative, 90 per quelle meno significative)”.