Ipso, il sindacato dei dipendenti della Bce, protesta l’insufficiente aumento delle buste paga, per cui il 4% di rialzo salariale previsto per quest`anno non basta a compensare l`8,4% di inflazione media che si è registrata nel 2022. Lo riporta il Financial Times, citando il vicepresidente del sindacato, Carlos Bowles, che chiede “un approccio più equilibrato” e cita come esempio quello dei dipendenti della Commissione europea, che si è visto riconoscere un aumento delle buste paga del 6,9% per quest’anno, in parte con scatti automatici, in parte per un aumento che avrebbe dovuto riguardare già il 2020 e che era slittato. Aumenti che i lavoratori delle istituzioni comunitarie rivendicano legittimamente, come tutti i lavoratori dipendenti, ma che ovviamente stridono con i richiami che le stesse autorità da mesi e mesi lanciano alle parti sociali per limitare gli incrementi delle buste paga, onde evitare che si inneschi una spirale rialzista con l’inflazione.
La Bce, poi, sta portando avanti una aggressiva manovra di inasprimento monetario, basata su continui aumenti dei tassi di interesse, proprio cercando di favorire un rientro dell’inflazione. Secondo il FT, il meccanismo di adeguamento dei salari della Bce si basa su quelli utilizzati nelle banche centrali nazionali dei venti paesi che aderiscono all’euro. Tuttavia può essere richiesta una revisione del sistema ogni tre anni. E così hanno fatto lo scorso anno gli esponenti dell’Ipso. Ora il riesame dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. “Sebbene rispettiamo i diversi punti di vista, l’Ipso non rappresenta per forza la maggioranza dei dipendenti della Bce”, ha affermato l’istituzione citata sempre dal quotidiano.
e.m.





























