Le vere vittime del sistema previdenziale italiano sono le donne, ed e’ quindi ad esse che bisogna pensare per riportare equita’. E’ questo, in sintesi, il succo dell’intervento di Tito Boeri stamattina alla commissione Lavoro della Camera. Boeri ha come prima cosa ricordato che gli assegni erogati alle donne valgono ancora il 40% in meno degli uomini, cosi’ come, del resto, i loro salari sono la meta’ esatta di quelli maschili. “Al 31 dicembre 2014 l-ha detto il presidente Inps – le donne rappresentavano quasi il 53% dei beneficiari a fronte di una spesa previdenziale per le donne era del 44,2%”, ha fatto notare.
I motivi di questo enorme divario sono dovuti, principalmente, ha detto Boeri, al “mercato lavoro” e più specificatamente al sistema previdenziale. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, i salari delle donne sono “il 50% meno di quelli degli uomini” e per quanto riguarda le regole pensionistiche: “una grossa componente della disparità è legata alle pensioni di anzianità, che hanno storicamente avvantaggiato gli uomini con carriere prevalentemente continue e maggiori anzianità contributive”.
Come rimediare a questo gap? le proposte di Boeri sono due. Intanto, basare la flessibilità sull’eta anagrafica e non sui contenuti: “Non bisogna ripristinare vecchi criteri pensionistici. Se si vuole introdurre maggiore flessibilità dobbiamo porre dei criteri di natura anagrafica e non contributiva. Se questo non si farà, andrà a vantaggio degli uomini”.
In secondo luogo, il problema dei ricongiungimenti: “Bisogna lavorare sul tema della ricongiunzione perché le donne hanno carriere molto frammentate. Una rivisitazione dell’istituto delle ricongiunzioni onerose sarebbe molto importante e mi auguro che venga fatta in sede di modifiche da apportare al nostro sistema previdenziale. Questa sarebbe a mio giudizio una riforma che guarda molto anche alle donne”.