“Le istituzioni europee sollecitano gli Stati membri a realizzare riforme comunemente definite come `strutturali`. E` tuttavia necessario che queste riforme siano ben costruite, in modo da rivelarsi utili ad incidere effettivamente sui fattori di criticità che frenano la crescita, evitando di perseguire politiche che si limitano a ridurre le tutele e il costo del lavoro”. Lo ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini, al seminario sulla crescita promosso dal Parlamento italiano e dall’Ocse ‘Reforms for growth in Europe’.
“Costituirebbe infatti un errore gravissimo inseguire le cosiddette economie emergenti con interventi al ribasso sul fattore lavoro quando invece uno dei requisiti indispensabili per recuperare competitività e produttività è proprio la valorizzazione del capitale umano e la qualificazione del lavoro – ha evidenziato Boldrini -. E` poi evidente che le politiche europee per l`innovazione, la ricerca e, più in generale, a sostegno dello sviluppo, se non sono supportate da finanziamenti adeguati, rischiano di restare obiettivi astratti in quanto finiscono per rimettere a ciascuno Stato membro la responsabilità di farvi fronte. La conseguenza è che i Paesi più impegnati nei programmi di risanamento della finanza pubblica debbono rinunciarvi, non disponendo di margini di intervento sufficienti”.
Per Boldrini, quindi, bisogna “fare uno sforzo collettivo per trovare soluzioni originali: esperti e politici sono chiamati a misurarsi con una realtà che non corrisponde alle analisi che erano state fatte fino a qualche anno fa e le ricette messe in campo non si sono rivelate efficaci”.
“Tra questi obiettivi, il principale, quello da cui dovremmo partire, è quello costitutivo dell`Unione europea: lo sviluppo sostenibile. Sostenibile sul piano sociale, sostenibile sul piano economico, sostenibile sul piano ambientale, sostenibile sul piano delle tutele e dei diritti. E` questa la sfida che ci si pone davanti per rinnovare il disegno di integrazione europea”, ha concluso.