Calano gli infortuni sul lavoro nelle imprese certificate: la frequenza degli incidenti si riduce del 16% e la gravità diminuisce addirittura del 40% rispetto alle aziende non certificate. È quanto rileva il nuovo quaderno dell’osservatorio Accredia, realizzato in collaborazione con Inail e Aicq presentato a Roma nel parlamentino dell’Inail, e che rappresenta una sorta di bussola per orientarsi in uno scenario in rapida evoluzione.
I dati rilevati confermano la maggiore efficacia delle politiche di prevenzione nelle aziende che adottano sistemi di gestione certificati sotto accreditamento, il cui numero, nell’ultimo triennio, è aumentato di un terzo e oggi sono quasi 17mila, il 9% in più rispetto al 2016 e il 32% in più rispetto a tre anni fa.
Nel dettaglio, il rapporto rileva che l’entità del calo varia sensibilmente a seconda del settore di attività. In quello del legno, per esempio, la riduzione della frequenza degli infortuni nelle aziende certificate è solo del 7%, mentre l’indice che ne misura la minore gravità tocca il 61%.
Il tessile, invece, registra una diminuzione del 10% dell’indice di frequenza e del 30% di quello di gravità.
La norma di riferimento finora è stata lo standard britannico OHSAS 18001, emanato nel 1999 e rivisto nel 2007, che è destinato a essere sostituito dalla nuova certificazione internazionale UNI ISO 45001, pubblicata lo scorso 12 marzo, alla cui elaborazione hanno dato un importante contributo sia Inail che Accredia.
Un’indagine qualitativa su un campione di 311 aziende certificate secondo la norma BS OHSAS 18001, condotta da Inail, Accredia e Aicq attraverso la somministrazione di un questionario ai responsabili della sicurezza e al top management, ha rilevato infatti che quasi la totalità delle imprese (98,4%) in seguito alla certificazione del proprio sistema di gestione ha verificato un miglioramento delle prestazioni in sicurezza, misurate attraverso il numero di infortuni e malattie professionali (74,6% dei rispondenti) e dei mancati infortuni (70,1%), le ore di formazione (63,3%) e le non conformità gestite (55,6%).
Dall’analisi regionale dei dati sulle aziende certificate per la norma BS OHSAS 18001 si rileva una maggiore attenzione al tema della gestione della sicurezza sul lavoro in Valle d’Aosta (24,9% sul totale delle imprese certificate per i sistemi di gestione), Liguria (18,5%), Friuli Venezia Giulia (17,0%) e Trentino Alto Adige (14,7%) nel Nord, in Umbria (15,4%), Marche (14,6%) e Toscana (14,5%) nel Centro, mentre al Sud spiccano Molise (13,5%), Basilicata (13,1%) e Puglia (12,8%).
“Nella maggioranza dei casi – ha precisato il presidente di Aicq, Claudio Rosso – la scelta di certificare il sistema di gestione deriva da un’iniziativa della direzione aziendale e, nei settori delle costruzioni e del commercio, dalla richiesta del mercato. Il miglioramento di immagine che coinvolge l’impresa certificata rispetto ai propri clienti, ma anche rispetto al gruppo industriale di appartenenza, è un asset per l’azienda che porta con sé un importante ritorno di competitività. Allo stesso tempo, circa un terzo delle imprese certificate rileva un limite a una maggiore diffusione della certificazione nella scarsa conoscenza dei suoi benefici, a cui si aggiunge, per le aziende del settore delle costruzioni, un’elevata incidenza dei costi iniziali”.
Come sottolineato dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, la normazione tecnica volontaria è “un ausilio prezioso”, perché “potenzia la legislazione, fornisce documenti guida che definiscono gli interventi da adottare e i criteri per garantirne l’affidabilità, stabilendo i livelli di prestazione nei settori commerciali, industriali e del terziario, a tutela della sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e dei consumatori”.
Con la certificazione, ha aggiunto De Felice, “è garantito il rispetto delle norme, documentata la qualità dell’impresa, correttamente tutelata la competitività. Sono tutti mezzi e azioni che contribuiscono, in grande, al miglioramento del sistema socio-economico”.
Annalisa Buccellato