Un altro fulmine a ciel sereno, o quasi, alla CAM di Telgate e grumello del Monte: dopo l’esubero annunciato di 50 lavoratori emerso a marzo (poi “risolto” con circa 20 uscite volontarie), l’azienda ha annunciato l’intenzione di procedere, nei prossimi mesi, alla chiusura dei reparti produttivi. Si tratterebbe, ancora, di un’altra sessantina di dipendenti, per lo più donne, costretti a lasciare il lavoro.
La crisi di CAM – il mondo del bambino S.p.A. dura ormai da diversi anni, durante i quali sono stati usati, e ora sono esauriti, diversi ammortizzatori sociali, inoltre sono stati gestiti in fasi alterne negli anni esuberi volontari per cercare di attenuare il calo di lavoro. Anche gli esuberi di marzo rientravano nelle difficoltà che l’azienda riscontra sul mercato per il persistere del calo demografico. Oggi, l’ipotesi riguarda tutto il reparto produttivo: in sede rimarranno gli uffici e i magazzini, mentre la produzione sarà affidata a terzi.
Oggi, le lavoratrici e i lavoratori della CAM dei siti di Grumello del Monte e Telgate, riuniti nell’assemblea, hanno manifestato la volontà di proclamare, per tutti i reparti e gli uffici, un’iniziativa di sciopero che è iniziato alle 13.30 di oggi e si è protratto fino al termine dell’orario di lavoro.
“In attesa che tale decisione prospettata sia formalizzata, auspichiamo che l’azienda riveda le proprie intenzioni e avvii un confronto costruttivo sul tema, al fine di individuare possibili soluzioni alternative o comunque idonee a venire incontro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”, dicono Vincenzo Zammito e Manuel Carrara, che seguono l’azienda per Fim Cisl e Fiom Cgil.


























