“È difficile intravedere nel breve periodo segnali di ripresa economica”. E’ quanto scrive il Centro studi di Confindustria, nell’indagine rapida sulla produzione industriale, dove il Csc afferma che “le prospettive sono tornate negative”.
Per quanto riguarda le attese, si legge, in ottobre gli imprenditori manifatturieri hanno espresso una maggiore preoccupazione sulla dinamica di ordini e produzione a tre mesi, in linea con il peggioramento della crisi sanitaria, non solo in Italia ma anche nei principali partner commerciali europei.
Timori che si riflettono anche tra le famiglie italiane che soffrono maggiore “incertezza, che si è riflessa in una diminuzione della fiducia in ottobre, dopo due mesi di recupero. Tutte le componenti dell`indice composito sono risultate in calo, in particolare quelle relative al clima economico e al clima futuro”.
Sono peggiorate soprattutto le attese sulla situazione economica personale e sulla disoccupazione, mentre è aumentato il saldo relativo alle opportunità attuali di risparmio. Una lettura integrata di queste variabili, prosegue il Csc, suggerisce che gli accresciuti timori, legati alla recrudescenza dei contagi in Italia, hanno già portato a una maggiore prudenza nelle decisioni di spesa delle famiglie e quindi a una riduzione dei consumi che, verosimilmente, continuerà anche nei prossimi mesi, in linea con l`atteso peggioramento della crisi sanitaria.
In particolare, la produzione industriale italiana registra il primo stop in settembre, dopo quattro mesi di crescita robusta. Si interrompe la crescita dell’attività industriale in settembre (-3,2%), si stabilizza in ottobre (+0,4%). Le prospettive, però, sono tornate negative.
Nel terzo trimestre si rileva un rimbalzo del 29,5% rispetto al secondo, mentre il quarto potrebbe segnare una nuova caduta dell`attività in conseguenza del peggioramento del contesto economico generale a causa della recrudescenza dei contagi da Covid-19, prosegue il Csc. Le indagini condotte in ottobre mostrano sia tra gli imprenditori manifatturieri che tra le famiglie una crescente preoccupazione sulle prospettive economiche nei prossimi mesi.
E.G.