“Nonostante le dichiarazioni preventive del Presidente Monti, quella che il governo ha illustrato oggi è una vera e propria manovra economica. Una manovra, l’ennesima in due anni che, sia nel metodo che nel merito, non si discosta affatto dalle impostazioni di quelle precedenti”. Lo scrivono i sindacati in una nota congiunta.
“Le uniche cifre certe – si legge – dichiarate oggi dal Governo sono quelle relative al taglio lineare delle dotazioni organiche di dirigenti e personale (20% e 10%); poco su una credibile lotta agli sprechi, sulle auto blu e su quella enorme quantità di spesa pubblica aggredibile immediatamente, come quella rappresentata dalle migliaia di società pubbliche”.
“L’esempio lampante – dicono – è dato dai preannunciati interventi sulle consulenze: un obiettivo, quello del governo, non solo fumoso ed indeterminato, ma anche minimale negli effetti concreti. Oggi, ciò che è emerso chiaramente è solo il rischio concreto di abbassare, attraverso la messa in mobilità e l’eventuale licenziamento di lavoratrici e lavoratori pubblici, precari e a tempo indeterminato, i livelli di welfare, di protezione sociale e dei servizi ai cittadini: ulteriori problemi per le persone, sempre meno garantite nei loro diritti di cittadinanza, ulteriore disoccupazione e mobilità”.
“Il governo – secondo i sindacati – con la conferma di un metodo che pensavamo ormai tramontato, quello della semplice comunicazione dei provvedimenti e non della concertazione, viene meno agli impegni presi e non rispetta l’intesa sul lavoro pubblico sottoscritta un mese fa con le parti sociali”.
“Così facendo – concludono – il decreto legge che il governo ha dichiarato di voler varare a breve avrà come unica conseguenza l’accentuarsi delle ragioni di dissenso su scelte che intendiamo contrastare con forza, ritenendole inaccettabili. Serve un confronto vero per una riorganizzazione della Pa che coinvolga i lavoratori pubblici. In assenza di questo decideremo le mobilitazioni più opportune”. (LF)
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