L’Assemblea del Cnel ha approvato il documento sul lavoro povero, ma al prezzo di una spaccatura: i si sono stati 39, i no 15. Il testo licenziato sabato dalla Commissione, come è noto, conteneva una bocciatura pressoché’ totale del salario minimo come ‘’antidoto’’ alla povertà lavorativa.
Di conseguenza, stamattina hanno ribadito il voto contrario sia le delegazioni di Cgil e Uil, sia alcuni consiglieri di nomina del presidente della Repubblica e una parte dei rappresentanti del Terzo settore.
Prima di votare il testo finale era stato sottoposto all’assemblea il documento presentato da cinque consiglieri nominati dal Colle (Rosina, Mallan, Morlicchio, Pais, Termini) che attraverso alcuni emendamenti proponeva di inserire anche una forma soft di sperimentazione del salario minimo, ma è stato respinto con 34 voti contrari, 8 a favore e 15 astensioni.