A spingere la deflazione a febbraio è il calo dell`11% dei prezzi delle verdure che sta provocando effetti devastanti nelle campagne. E` quanto emerge da un`analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sull`inflazione sulla base dei dati Ismea a febbraio 2016.
“La riduzione dei prezzi al consumo – sottolinea la Coldiretti – si amplifica nelle campagne dove i pomodori sono pagati agli agricoltori il 60% in meno rispetto allo scorso anno, il grano duro il 30% in meno e le arance hanno subito un taglio delle quotazioni del 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. L`effetto congiunto dell`andamento climatico anomalo, le speculazioni e distorsioni lungo la filiera – denuncia la Coldiretti – hanno allargato la forbice dei prezzi dal campo alla tavola.
La situazione dei prezzi in campagna “sta assumendo toni drammatici anche per gli allevamenti con le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) che sono scesi ben al disotto della linea di 1,25 centesimi al chilo che copre appena i costi della razione alimentare. Cosi come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa, per non parlare del prezzo del latte che – precisa la Coldiretti – con il venir meno degli accordi da marzo sarà ancora in balia delle inique offerte dell`industria”.
Un comportamento “reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato in etichetta, una etichetta che è anonima anche per i formaggi e i salumi”.