278ª Seduta
Presidenza del Presidente
GIULIANO
La seduta inizia alle ore 15,35.
IN SEDE CONSULTIVA
(3110) Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività
(Parere alla 10a Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore, presidente GIULIANO (PdL), nel riferire sulle disposizioni del decreto-legge di competenza della Commissione, si sofferma dapprima sull’articolo 9, concernente la disciplina delle libere professioni. Si abrogano le tariffe per le prestazioni e si richiede che il professionista pattuisca con il cliente il compenso al momento del conferimento dell’incarico; si richiede, tra l’altro, che il professionista indichi al cliente i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. Al riguardo esprime perplessità sull’obbligo imposto al professionista di predisporre un preventivo, misura che rischia di determinare una svilente mercificazione dell’attività libero-professionale la quale non è quantificabile aprioristicamente. Più un generale non si comprende, a suo parere, in che termini tali misure possano contribuire alla crescita economica del paese. Proseguendo nella illustrazione dell’articolo 9 osserva come la violazione delle prescrizioni ivi contemplate costituisca illecito disciplinare del professionista. Al riguardo sottolinea inoltre l’esigenza di chiarire se l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa per i danni decorra immediatamente o se sia subordinato all’adozione del regolamento di delegificazione di cui all’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e successive modificazioni – fermo restando, in questa seconda ipotesi, l’obbligo immediato di indicare i dati della polizza, qualora essa sia stata stipulata -. Riguardo alle contribuzioni previdenziali ed assistenziali attualmente basate sulle tariffe, l’articolo 9demanda ad un decreto del Ministro della giustizia, da emanarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, la definizione dei nuovi parametri contributivi. In merito rileva criticamente la mancata adozione di tale decreto, la quale sta determinando il sostanziale blocco delle liquidazioni giudiziarie. L’articolo 9modifica altresì la disciplina dei tirocini professionali ad esclusione delle professioni sanitarie. Si prevede che essi non possano avere una durata superiore a diciotto mesi e si consente che i primi sei mesi degli stessi si svolgano eventualmente: presso l’università,in concomitanza con il corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica; presso pubbliche amministrazioni. Al riguardo esprime piena condivisione per l’anticipazione dell’inizio del tirocinio professionale al periodo universitario: tale misura peraltro è prevista anche, in riferimento alla professione forense, in un disegno di legge a propria firma.
Illustra, in secondo luogo, l’articolo 11, comma 11, che istituisce, presso l’ENPAF (Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza Farmacisti), un fondo di solidarietà nazionale per l’assistenza farmaceutica nei comuni con meno di mille abitanti. Il fondo è destinato ad assicurare, ai farmacisti titolari di farmacia nei comuni suddetti, il conseguimento di un reddito netto non inferiore al centocinquanta per cento del reddito netto conseguibile, in base al contratto collettivo nazionale, da parte di un farmacista collaboratore di primo livello con due anni di servizio. L’ENPAF provvede a corrispondere all’avente diritto l’indennità che consenta il raggiungimento del summenzionato reddito netto.Il fondo è finanziato dalle farmacie urbane attraverso il versamento, in favore dell’ENPAF, di una quota percentuale del fatturato della farmacia, determinata dall’ENPAF in misura sufficiente ad assicurare la suddetta prestazione a carico del fondo. Le modalità di attuazione delle norme di cui al presente comma 11 sono stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Il comma 2del successivoarticolo 37sopprime alcune recenti norme, concernenti le imprese ferroviarie e le associazioni internazionali di imprese ferroviarie, che espletino sull’infrastruttura ferroviaria nazionale servizi di trasporto di merci o di persone. Le norme ora oggetto di soppressione specificavano che i soggetti summenzionati erano tenuti a rispettare i contratti collettivi nazionali di settore. Al riguardo ricorda che tali disposizioni erano state introdotte dall’articolo 8, comma 3-bis, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, in forma di parziale novella dell’articolo 36 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188. Sotto il profilo della redazione formale, osserva che, in conseguenza della soppressione in oggetto, si dovrebbe volgere al femminile l’aggettivo “applicati”.
Riferisce, inoltre, sull’articolo 89, riguardante il pagamento della somma forfettaria di 30 milioni di euro, nonché delle eventuali somme successive, che l’Italia deve versare in favore dell’Unione europea, in base alla sentenza di condanna della Corte di giustizia dell’Unione europea del 17 novembre 2011. In merito ricorda che tale sentenza ha condannato l’Italia per il mancato recupero integrale degli aiuti di Stato concessi illegittimamente in relazione al previgente istituto dei contratti di formazione e lavoro. La sentenza ha stabilito il versamento della suddetta somma forfettaria, nonché, eventualmente, “una penalità di importo corrispondente alla moltiplicazione dell’importo di base” di 30 milioni di euro per la percentuale degli aiuti illegali incompatibili il cui recupero non risulti ancora effettuato, per ogni semestre di ulteriore ritardo e a decorrere dalla data della pronuncia della stessa. L’articolo 89prevede che il pagamento della somma forfettaria di 30 milioni di euro sia eseguito dall’INPS entro il giorno successivo all’entrata in vigore del presente decreto-legge e che a tale onere, nonché agli eventuali altri versamenti, derivanti dalla citata sentenza, si faccia fronte mediante le risorse recuperate dall’INPS in base alle decisioni comunitarie in oggetto.
Si apre quindi la discussione generale.
La senatrice SPADONI URBANI (PdL), riservandosi di svolgere più ampie considerazioni nel prosieguo dei lavori, osserva come, in relazione all’articolo 11, sia necessario procedere preliminarmente alla revisione delle nozioni di farmacie urbane e di farmacie rurali.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 15,45.
277ª Seduta
Presidenza del Presidente
GIULIANO
Interviene, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, in rappresentanza della FINCANTIERI, il dottor Giuseppe Bono, amministratore delegato, accompagnato dal dottor Marcello Sorrentino, responsabile rapporti istituzionali, e dal dottor Fabrizio Palermo, chief financial officer.
La seduta inizia alle ore 15,30.
SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI
Il presidente GIULIANO comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tali forme di pubblicità sono dunque adottate per il prosieguo dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte altresì che la pubblicità della seduta sarà assicurata attraverso la resocontazione stenografica.
La Commissione prende atto.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sulle conseguenze occupazionali derivanti dagli effetti della crisi economico-finanziaria: seguito dell’integrazione dell’audizione di rappresentanti di FINCANTIERI.
Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 17 gennaio scorso.
Il presidente GIULIANO introduce il seguito dell’integrazione dell’audizione dei rappresentanti di Fincantieri.
La senatrice ARMATO (PD) sottolinea in via preliminare il carattere ed il tenore rinunciatario della relazione svolta nella precedente seduta, che sembra voler preannunciare un atteggiamento di disimpegno rispetto ai siti caratterizzati da una maggiore fragilità economica e funzionale.
Formula quindi una serie di quesiti in merito al sito di Castellammare di Stabia, con particolare riferimento ai tempi e alle modalità di realizzazione di un bacino di costruzione e ai contenuti del recente accordo concluso con il Ministero del lavoro.
Sollecita quindi alcune valutazioni sul settore di attività consistente nella rottamazione dei traghetti.
La senatrice GHEDINI (PD) formula alcuni quesiti a nome della senatrice Pinotti, impegnata in un’altra Commissione. In particolare chiede se è già possibile dar conto degli orientamenti relativi al sito di Sestri Levante, con riguardo al progetto di ribaltamento a mare del cantiere e alle possibilità di utilizzo della nuova infrastruttura.
La senatrice BLAZINA (PD) chiede alcune delucidazioni sulle prospettive di riorganizzazione industriale dei siti di Trieste e di Monfalcone, richiamando l’attenzione sul problema dei livelli occupazionali e ricordando al contempo il ruolo del cantiere di Monfalcone come polo di eccellenza produttiva da preservare e valorizzare.
La senatrice CARLINO (IdV) evidenzia alcuni possibili strumenti per uscire dalla crisi che investe il settore cantieristico: da un lato occorrerebbe procedere a una maggiore infrastrutturazione degli stabilimenti e, dall’altro, alla elaborazione di progetti finalizzati alla diversificazione dei settori produttivi.
Chiede quindi quali iniziative la Fincantieri intende assumere per reperire nuovi ordinativi sul mercato internazionale e se è emersa l’opportunità di rinegoziare con le parti sociali il nuovo piano di ristrutturazione aziendale e gli accordi sul ricorso agli ammortizzatori sociali.
Il dottor BONO, nel replicare agli intervenuti, osserva che l’accordo dello scorso 21 dicembre è stato sottoscritto, a livello nazionale, dalla quasi totalità delle organizzazioni sindacali di settore – ad eccezione della FIOM – salva la successiva adesione a tale accordo a livello locale da parte delle rappresentanze di tale sindacato. A suo parere non vi è quindi alcuna necessità di aprire un nuovo tavolo di confronto con le parti sociali su tali temi. Rileva inoltre che l’accordo gli appare assolutamente equilibrato nella determinazione delle misure economiche attribuite ai lavoratori collocati in cassa integrazione.
Successivamente sottolinea il maggior grado di efficienza infrastrutturale e logistica del sito di Monfalcone, richiamandone anche il maggiore significato, dal punto di vista socio-economico, per la popolazione residente nel territorio di tale comune. Purtroppo anche per tale sito registra una forte penalizzazione, in conseguenza della crisi che ha investito il settore cantieristico. Tuttavia, a suo giudizio, tali effetti negativi sono stati mitigati, limitando a cento unità il numero degli esuberi. Tali problematiche hanno investito anche il sito di Trieste, sede della società e centro di progettazione per la parte mercantile, anche se si è riusciti a contenere il numero degli esuberi.
Dà quindi conto del conferimento di un incarico di studio per valutare l’ipotesi di realizzare un bacino di costruzione nel sito di Castellammare di Stabia. Tuttavia segnala gli elevati costi di realizzazione di tale impianto e la sua non totale convenienza dal punto di vista economico e produttivo. A suo parere il cantiere dovrebbe essere riservato ad attività meno impegnative dal punto di vista produttivo e finanziario, come il settore delle riparazioni navali e delle imbarcazioni di piccolo cabotaggio.
Segnala altresì, a livello locale, la mancata assunzione di decisioni volte a incoraggiare l’attività di rottamazione dei traghetti. Sottolinea tuttavia che le commesse pubbliche assicurano al sito di Castellammare di Stabia una continuità produttiva e lavorativa fino al 2013. Reputa quindi gratuito l’addebito alla Fincantieri di aver assunto un atteggiamento rinunciatario. Del resto la realtà economica e produttiva di tale cantiere deve tener conto del forte calo della domanda a livello generale. Al contrario, a suo avviso, già l’impegno della Fincantieri a garantirne la sopravvivenza economica dovrebbe essere considerato in termini positivi.
Sul fronte dell’innovazione, ricorda di aver presentato a Napoli un progetto di realizzazione di una piattaforma galleggiante per lo smaltimento dei rifiuti e il loro successivo conferimento ai CDR. Tuttavia, anche in tale ambito, non si sono riscontrati impegni concreti a livello locale, dopo le iniziali dimostrazioni di interesse e di entusiasmo.
Dopo un nuovo intervento della senatrice ARMATO (PD), in ordine al sito di Castellammare di Stabia, e del senatore PASSONI (PD) sui problemi occupazionali del settore cantieristico, il dottor BONO riprende il proprio intervento ribadendo l’attenzione della Fincantieri per la tutela dell’indotto a Castellammare di Stabia. Richiama tuttavia gli elementi di debolezza infrastrutturale di tale sito rispetto ad altri, maggiormente attrezzati, come quello di Monfalcone.
Prende quindi la parola il senatore MUSSO (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), il quale chiede informazioni in merito alla possibile localizzazione a Sestri Levante del bacino grande di Genova, nell’ambito del distretto per le riparazioni navali. Domanda poi se sono emersi orientamenti sul riutilizzo degli spazi dismessi e sulla possibile diversificazione delle produzioni. Infine, chiede se vi sono prospettive concrete sul fronte della ricerca e dell’innovazione.
Il senatore VIESPOLI (CN:GS-SI-PID-IB) concorda nell’ammettere che il futuro industriale del sito di Castellammare di Stabia riveste una notevole importanza dal punto di vista socio-economico per il territorio di riferimento. Su tale fronte registra l’esigenza però di avere un quadro più certo sui tempi e le modalità di intervento, anche basandosi sui risultati dello studio di fattibilità affidato dalla Fincantieri. Nell’esprimere l’auspicio che esso possa contribuire a individuare le linee di un possibile futuro produttivo per il sito, sottolinea tuttavia la necessità di coinvolgere in tali decisioni anche tutti gli attori e i soggetti istituzionali a livello locale.
Il senatore CASTRO (PdL), considerato che i competitors internazionali hanno adottato un modello di organizzazione della produzione non basato sulla moltiplicazione e distribuzione territoriale dei siti, chiede quali sono i maggiori costi sostenuti dalla Fincantieri a causa di tale situazione e come essi possano incidere sulle sue qualità concorrenziali nel mercato internazionale.
Il senatore NEROZZI (PD), pur prendendo atto delle difficoltà che hanno investito il settore dei cantieri navali, ritiene comunque essenziale acquisire una serie di informazioni, anche di massima, su alcuni temi fondamentali, come la rimodulazione delle quote di mercato nei settori civile e militare e la situazione lavorativa negli arsenali militari e negli stabilimenti civili. A suo parere risulterebbe necessario compiere tali valutazioni prima di addivenire a una più puntuale definizione del piano aziendale.
Il dottor BONO, nel replicare conclusivamente ai quesiti posti, rileva che sui siti di Sestri Levante e di Castellammare di Stabia l’attuale situazione di stasi è anche determinata dall’atteggiamento delle amministrazioni locali, che non hanno finora dato seguito ad impegni già assunti. Inoltre, tanto l’opinione pubblica quanto gli schieramenti parlamentari dovrebbero apprezzare gli sforzi della Fincantieri di mantenere in attività ben otto cantieri in Italia, laddove negli altri Paesi europei, come la Francia e la Germania, si assiste a una forte concentrazione dei siti produttivi. L’organizzazione economica e funzionale dei siti richiamati in premessa permangono quindi difficoltà di ordine logistico e forti diseconomie, che dipendono dalla loro debolezza infrastrutturale. Inoltre, la situazione del mercato interno ha subito un radicale mutamento, mettendo la Fincantieri in condizione di dover reperire all’estero la gran parte della domanda di costruzione di navi.
Per quanto riguarda infine il tema della ricerca, lamenta il mancato rifinanziamento della misura, inizialmente di durata triennale, introdotta dall’Unione europea e successivamente prorogata per altri due anni, che prevedeva un concorso dello Stato al finanziamento dei progetti approvati nella misura del 20 per cento.
Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il dottor Bono per l’intervento in Commissione, dichiara concluso il seguito dell’integrazione dell’audizione.
Il seguito dell’indagine conoscitiva è pertanto rinviato.
La seduta termina alle ore 16,30.


























