• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
domenica, 29 Giugno 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Il decreto Cura Italia non impedisce il licenziamento per superamento del periodo di comporto

    Rendere più facili i licenziamenti non favorisce la mobilità, ma l’esclusione. Una analisi della Voce.info sulle riforme del lavoro di Fornero e Renzi

    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Scioperare per rilanciare l’industria: tutte le (buone) ragioni dell’iniziativa dei metalmeccanici

    Ex Ilva, Urso comunica la chiusura di tutti gli altiforni entro il mese di luglio. I sindacati in allarme: subito un incontro a Palazzo Chigi

    I DIRITTI NON SI APPALTANO

    La Cgil lancia la campagna “I diritti non si appaltano”. Landini: “uno sforzo in continuità con i referendum”

    Accordo raggiunto, stop allo sciopero

    Genova, sindacati: la crisi Amt non devono pagarla i lavoratori

    Carceri, continua la scia di suicidi tra i detenuti, il bilancio sale a 36 vittime. De Fazio (Uilpa Polizia Penitenziaria): agenti e reclusi vittime dello stesso inferno, dal Governo solo propaganda

    Carceri, continua la scia di suicidi tra i detenuti, il bilancio sale a 36 vittime. De Fazio (Uilpa Polizia Penitenziaria): agenti e reclusi vittime dello stesso inferno, dal Governo solo propaganda

    Ex Gkn, la sentenza del Tribunale non ferma la protesta, il 31 dicembre presidio in fabbrica dei lavoratori: “Non è finita finché non è finita”

    Ex Gkn, il Tribunale di Firenze ordina lo sgombero. La Fiom: difenderemo il presidio dei lavoratori, la fabbrica deve essere riaperta

    Metalmeccanici, dal Cruscotto della Fim Cisl una radiografia del settore. Crescono il lavoro a tempo indeterminato e le retribuzioni, ma il fisco erode le buste paga più dell’inflazione, e degli aumenti contrattuali beneficia innanzi tutto il Mef

    Metalmeccanici, dal Cruscotto della Fim Cisl una radiografia del settore. Crescono il lavoro a tempo indeterminato e le retribuzioni, ma il fisco erode le buste paga più dell’inflazione, e degli aumenti contrattuali beneficia innanzi tutto il Mef

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Rinnovato l’accordo economico collettivo

    CONFIAL e CSA-Fiadel: Patto di comune azione per rafforzare il sindacalismo autonomo nel comparto delle Funzioni Locali

    I dati Istat sui prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni – Maggio 2025

    I dati Istat su fatturato dell’industria e dei servizi – Aprile 2025

    I dati Istat su fiducia dei consumatori e delle imprese – Giugno 2025

    Vittoria Assicurazioni, il testo dell’accordo sullo smart working

    Credit Agricole Italia, sindacati: firmati tre accordi, part time agevolato per chi ha figli

    Credit Agricole Italia, sindacati: firmati tre accordi, part time agevolato per chi ha figli

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    La Grande Transizione del capitalismo, di Giuseppe Sabella. Editore Rubbettino

    La Grande Transizione del capitalismo, di Giuseppe Sabella. Editore Rubbettino

    Domani è oggi. Costruire il futuro con la lente della demografia, di Francesco Billari. Editore Egea

    Domani è oggi. Costruire il futuro con la lente della demografia, di Francesco Billari. Editore Egea

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Il decreto Cura Italia non impedisce il licenziamento per superamento del periodo di comporto

    Rendere più facili i licenziamenti non favorisce la mobilità, ma l’esclusione. Una analisi della Voce.info sulle riforme del lavoro di Fornero e Renzi

    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Scioperare per rilanciare l’industria: tutte le (buone) ragioni dell’iniziativa dei metalmeccanici

    Ex Ilva, Urso comunica la chiusura di tutti gli altiforni entro il mese di luglio. I sindacati in allarme: subito un incontro a Palazzo Chigi

    I DIRITTI NON SI APPALTANO

    La Cgil lancia la campagna “I diritti non si appaltano”. Landini: “uno sforzo in continuità con i referendum”

    Accordo raggiunto, stop allo sciopero

    Genova, sindacati: la crisi Amt non devono pagarla i lavoratori

    Carceri, continua la scia di suicidi tra i detenuti, il bilancio sale a 36 vittime. De Fazio (Uilpa Polizia Penitenziaria): agenti e reclusi vittime dello stesso inferno, dal Governo solo propaganda

    Carceri, continua la scia di suicidi tra i detenuti, il bilancio sale a 36 vittime. De Fazio (Uilpa Polizia Penitenziaria): agenti e reclusi vittime dello stesso inferno, dal Governo solo propaganda

    Ex Gkn, la sentenza del Tribunale non ferma la protesta, il 31 dicembre presidio in fabbrica dei lavoratori: “Non è finita finché non è finita”

    Ex Gkn, il Tribunale di Firenze ordina lo sgombero. La Fiom: difenderemo il presidio dei lavoratori, la fabbrica deve essere riaperta

    Metalmeccanici, dal Cruscotto della Fim Cisl una radiografia del settore. Crescono il lavoro a tempo indeterminato e le retribuzioni, ma il fisco erode le buste paga più dell’inflazione, e degli aumenti contrattuali beneficia innanzi tutto il Mef

    Metalmeccanici, dal Cruscotto della Fim Cisl una radiografia del settore. Crescono il lavoro a tempo indeterminato e le retribuzioni, ma il fisco erode le buste paga più dell’inflazione, e degli aumenti contrattuali beneficia innanzi tutto il Mef

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Rinnovato l’accordo economico collettivo

    CONFIAL e CSA-Fiadel: Patto di comune azione per rafforzare il sindacalismo autonomo nel comparto delle Funzioni Locali

    I dati Istat sui prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni – Maggio 2025

    I dati Istat su fatturato dell’industria e dei servizi – Aprile 2025

    I dati Istat su fiducia dei consumatori e delle imprese – Giugno 2025

    Vittoria Assicurazioni, il testo dell’accordo sullo smart working

    Credit Agricole Italia, sindacati: firmati tre accordi, part time agevolato per chi ha figli

    Credit Agricole Italia, sindacati: firmati tre accordi, part time agevolato per chi ha figli

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    La Grande Transizione del capitalismo, di Giuseppe Sabella. Editore Rubbettino

    La Grande Transizione del capitalismo, di Giuseppe Sabella. Editore Rubbettino

    Domani è oggi. Costruire il futuro con la lente della demografia, di Francesco Billari. Editore Egea

    Domani è oggi. Costruire il futuro con la lente della demografia, di Francesco Billari. Editore Egea

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (Dai Resoconti Sommari)

21 Dicembre 2011
in Senato

271ª Seduta

Presidenza del Presidente
GIULIANO

Intervengono il ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero e il vice ministro allo stesso Dicastero Martone.

La seduta inizia alle ore 10,35.

IN SEDE CONSULTIVA

(3066) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 5a e 6a riunite. Esame. Parere favorevole)

Introduce l’esame il relatore TREU (PD), il quale sottolinea che il provvedimento dà corso ad una manovra eccezionale, di emergenza, che va valutata non solo con riferimento alla finalità di rimettere ordine nei conti pubblici, ma anche in un quadro di indirizzo più generale, in parte già tradotto nel contenuto del provvedimento medesimo e in parte annunziato dal Ministro nelle comunicazioni rese sugli indirizzi del Dicastero. Nell’esame del testo occorre partire da una premessa di politica generale: unicamente con una ripresa dell’economia basata sull’occupazione può conseguirsi in futuro un maggior equilibrio complessivo. Sul punto, nel provvedimento in conversione già sono presenti talune indicazioni, sia pure a carattere preliminare. La prima è ravvisabile nella incentivazione dell’inclusione dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro, testimoniata dal finanziamento per un miliardo e 40 milioni di euro nel quadriennio del Fondo per interventi a favore dell’incremento in termini qualitativi e quantitativi dell’occupazione di questi soggetti. Analoga finalità di sostegno alla crescita è conseguita attraverso le incentivazioni alle imprese più innovative dal punto di vista della ricerca. Una ulteriore direttrice è rappresentata dalla riforma complessiva del sistema degli ammortizzatori sociali e degli istituti di sostegno al reddito e della formazione continua, con l’impegno del Governo a promuovere entro il 31 dicembre 2012 un tavolo di confronto con le parti sociali.
Sotto il profilo degli interventi in materia di trattamenti pensionistici, la manovra costituisce il prolungamento e l’accelerazione di riforme “storiche” già precedentemente impostate, prefigurando “a regime” un sistema tendenzialmente stabile, che non avrà più bisogno di interventi ansiogeni a cadenza annuale. Per i futuri trattamenti vengono individuati tre pilastri a carattere esclusivo, nel presupposto che il sistema venga applicato a tutti, e dunque anche ai regimi professionali. Il primo è costituito dall’anzianità contributiva. Sul punto, pur corretto, nel corso dell’esame alla Camera dei deputati, rispetto all’originaria previsione, occorrerà tuttavia operare uno sforzo aggiuntivo di riequilibrio. In secondo luogo, il sistema supera le vecchie quote, basandosi sulla soglia di età: anche qui il testo originario è stato corretto nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento, ma occorrerà un monitoraggio attento nella delicata fase di transizione. Allorché il sistema contributivo sarà giunto a regime, ne risulterà un sistema di pensionamento più flessibile e meno rigido. Diverso ed estraneo a questo sistema complessivo è l’intervento relativo alle deindicizzazioni, che è stato operato per motivi a carattere puramente economico, e sul quale si incentrano comprensibili perplessità. Un punto di grande sofferenza riguarda i lavoratori estromessi dal sistema produttivo, atteso che il decreto-legge prevede un regime di deroga all’applicazione del nuovo regime pensionistico solo per quei lavoratori che abbiano avuto accesso a procedimenti di allontanamento dal lavoro secondo procedure negoziate collettivamente o già destinatari di ammortizzatori sociali; sul tema sarà indispensabile qualche riflessione ulteriore. Particolare consenso può invece essere espresso con riferimento alla razionalizzazione degli enti previdenziali. Compensazioni, sia pure a carattere parziale, ai sacrifici richiesti sono determinate dalla fissazione di un contributo di solidarietà a carico delle pensioni di importo più elevato e dall’innalzamento graduale della contribuzione per i lavoratori autonomi, invero già decisa dal precedente Governo, nonché da ulteriori interventi relativi alla casa e ai patrimoni scudati. Complessivamente, l’impianto è dunque profondamente riformista e mosso da circostanze a carattere emergenziale. Senz’altro contiene punti di sofferenza che andranno risolti; la manovra sarà dunque tanto più positiva quanto più sarà seguita e corredata da riforme destinate a temperarne le asprezze ed a favorire l’equità complessiva.
Dopo aver dato conto delle singole disposizioni di competenza della Commissione, il relatore si riserva conclusivamente la formulazione di una proposta di parere all’esito del dibattito.

Si apre la discussione generale.

Il senatore ICHINO (PD) si sofferma sul tema a suo avviso politicamente più “caldo”, vale a dire quello della transizione troppo rapida, da molti considerata “brutale”, al nuovo regime pensionistico, dichiarandosi convinto che essa derivi dalla tardiva presa di coscienza dell’impossibilità di continuare a basare il sistema del welfare italiano su due idee profondamente errate: che l’età intorno ai 60 anni rappresenti uno stato di bisogno, mentre vi sono altre realtà, quali la povertà nell’infanzia o la presenza in famiglia di persone non autosufficienti, nei confronti delle quali il nostro welfare è stato sordo, e che il sessantenne che continua a lavorare sottragga lavoro ai giovani. Studi empirici dimostrano invece che nelle società in cui le persone nella fascia di età 55-65 anni permangono nel posto di lavoro non solo non si assiste ad una sottrazione di risorse, ma piuttosto si riscontra una maggiore produzione di ricchezza ed un aumento dei consumi.
Ritiene dunque necessario un cambiamento culturale in merito all’attitudine al lavoro dei sessantenni ed un’apertura alla cultura del ricollocamento di tali soggetti, molto diffusa in altri paesi, nei quali sono adottate misure idonee ad aiutare i lavoratori a superare l’impatto doloroso della perdita del lavoro e a favorirne il reinserimento nel tessuto produttivo. Nel sottolineare l’enorme ritardo dell’Italia in quest’ambito, propone di sostituire l’espressione “prepensionamento” con “trattamento di disoccupazione”. Pur consapevole della difficoltà di affrontare questo nuovo capitolo, a causa delle ristrettezze della finanza pubblica, suggerisce di ipotizzare trattamenti speciali che inducano gli italiani a riflettere sulla possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro dopo i 55 anni, anche soltanto chiedendo a tali soggetti di mettersi a disposizione del servizio di outplacement, laddove attivato. Ritiene infatti preferibile investire risorse nella remunerazione di tale servizio piuttosto che rinunciare al ricollocamento di lavoratori “anziani”. Al riguardo, segnala che i tempi di ricollocamento delle società di outplacement piemontesi sono di circa 6 mesi e constata che nel 2009, anno nero della crisi, sono stati stipulati 165.000 contratti di lavoro, di cui il 30 per cento da parte di persone con più di 40 anni. Ciò conferma la necessità di rendere più trasparente il mercato del lavoro e di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche sostenendo l’implementazione di servizi privati.

La senatrice CARLINO (IdV) ricorda che la sua parte ha sottolineato fin dall’inizio che il decreto-legge fa leva su categorie già penalizzate, risparmiando invece quanti dispongono di patrimoni consistenti.
Uno dei punti più dibattuti è stato quello delle pensioni, nel confronto tra la necessità di “fare cassa” e di riformulare un sistema pensionistico pensato in altri tempi, da un lato, e, dall’altro, la giusta pretesa da parte dei lavoratori al rispetto dei diritti quesiti e l’aspirazione all’equità. Di fatto, con la manovra si chiedono tempi sempre più lunghi ai cittadini per andare in pensione, mentre si lasciano invece intatti i privilegi e i vitalizi dei parlamentari e della cosiddetta “casta della politica”.
Un punto importante è quello dell’indicizzazione delle pensioni, che ritiene debbano continuare a seguire l’andamento dell’inflazione, per evitare che i cittadini perdano potere d’acquisto: un emendamento del suo Gruppo alla Camera chiedeva che fosse prevista l’indicizzazione delle pensioni fino a 5 volte il minimo INPS (2.335 euro). La norma attuale prevede invece una parziale reindicizzazione sino a 1.400 euro.
Sempre nell’ottica dell’equità andavano le proposte emendative per i lavoratori precoci e per quei lavoratori prossimi alla pensione secondo le vecchie regole che, avendo perso il lavoro a seguito degli ultimi anni di crisi, rischiano, in alcuni casi, di restare senza alcun sostentamento economico per svariati anni.
Per sostenere un sistema pensionistico più equo si potrebbe gravare sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari: con una tassazione progressiva per i patrimoni dai 1.500.000 euro in su, dallo 0,5 per cento al 2 per cento, sarebbe possibile trovare le risorse, per esempio, per permettere a chi ha raggiunto 42 anni e un mese, o 41 e un mese di contributi di andare in pensione a qualunque età senza penalizzazione.
Altro punto da toccare, in direzione dell’equità, sarebbero state le cosiddette “pensioni d’oro”. In questo senso merita plauso l’introduzione di un contributo di solidarietà per i trattamenti più consistenti.
Ma l’ostacolo più grosso alla parola “equità” rimangono i vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, attraverso la cui abolizione si potrebbe eliminare la differenza degli anni di contribuzione (42 e 41) tra uomini e donne per l’accesso alla pensione anticipata, portando per tutti il requisito a 41.
Inoltre, sono stati introdotti un ulteriore innalzamento dell’addizionale regionale sull’IRPEF, invece di colpire i redditi più alti, ed altre palesi disparità ai danni delle fasce più deboli della popolazione, alle quali si chiede di contribuire con uno sforzo particolarmente oneroso.
Sarebbero stati preferibili interventi di altra natura, volti a reperire risorse dai capitali fatti rientrare dall’estero o ad intaccare i patrimoni dei ceti più benestanti. Appare al contrario ingiusto deprimere i consumi delle famiglie con redditi di livello medio, attraverso un aumento generalizzato della tassazione.
Da ciò il giudizio contrario al provvedimento, che, oltre a mancare di misure rivolte allo sviluppo, risulta fortemente depressivo e ingiusto.

Il senatore MAZZATORTA (LNP) lamenta i tempi ristretti del dibattito prima alla Camera ed ora al Senato, ritenendo che il Parlamento andrebbe invece messo in condizione di esaminare un provvedimento di così vasta portata in modo adeguato. Ciò tanto più in considerazione dei rilievi che esso ha ricevuto da più parti: da ultimo anche il segretario generale della CGIL ha criticato aspramente la riforma dei trattamenti pensionistici e lo stesso comportamento tenuto dal Governo. La sua parte ha già avuto modo di argomentare il proprio netto dissenso nei confronti del testo nel suo complesso e in particolare della riforma dei trattamenti pensionistici, giudicata del tutto inaccettabile, in quanto priva di qualsiasi equilibrio. Particolare delicatezza riveste in questo quadro la questione dei ricongiungimenti familiari fittizi operati dai lavoratori extracomunitari al solo scopo di garantire il conseguimento dell’assegno sociale, creando così ulteriori diseguaglianze e tensioni: sul tema sarebbe stato necessario un intervento incisivo da parte del Governo, che invece al riguardo è totalmente assente. A dispetto della sua stessa intitolazione, il provvedimento non dà luogo a crescita, non presenta caratteristiche di equità e si limita a conseguire il consolidamento dei conti pubblici a spese delle fasce più deboli. Nel contempo, mentre i parlamentari riducono i rispettivi trattamenti, le caste burocratiche, forti ed inamovibili, continuano a conservare trattamenti retributivi e pensionistici di assoluto privilegio.

Il senatore PASSONI (PD) sottolinea che nel periodo intercorso tra la formazione del Governo e l’emanazione del decreto “salva Italia” si è assistito ad una sorta di affievolimento dell’analisi della situazione di emergenza in cui si trova il paese. La discussione di merito dei provvedimenti ha infatti messo in secondo piano la premessa di fondo dell’intervento legislativo, senza la quale risulta difficile comprendere le misure adottate. Lo stesso Governo non ha saputo trovare parole che mantenessero forte questa premessa, non per farne strumento di ricatto per organizzare il consenso, quanto piuttosto perché si tratta di un dato reale.
Pur avendo molte osservazioni sui contenuti del provvedimento, esprime, in virtù di tale premessa, un giudizio favorevole. Quanto al merito del decreto, evidenzia la necessità di un’analisi più seria dei temi del lavoro e del rapporto lavoro/pensioni: è infatti in base al tipo di lavoro svolto che bisogna trovare aggiustamenti sull’età pensionabile. Solleva al riguardo l’esistenza di un problema di equità nella stessa base sociale di riferimento, ritenendo necessario distinguere tra chi ha iniziato a lavorare molto giovane e chi lo ha fatto in età più adulta, nonché tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. Esprime qualche perplessità sui 41 e 42 anni di quote contributive, considerando rischioso legare questo dato all’età anagrafica. Avanza poi preoccupazione sui lavoratori “accompagnati” all’uscita dal lavoro, che si trovano per lo più nelle imprese medio-piccole, ritenendo necessario dare certezza a soggetti che non hanno scelto di uscire dal mondo del lavoro, ma che sono stati convinti a farlo. Nel rifiutare la diffusa concezione in base alla quale la previdenza rappresenta il principale ammortizzatore sociale, considera proprio la riforma degli ammortizzatori il tema decisivo di questa fase.
Si rammarica invece della posizione espressa dal Governo nei confronti dei sindacati, ritenendo del tutto erroneo ritenere che ad essi siano preclusi interventi in materia previdenziale, che sono, invece, un tema di diretta competenza sindacale. Invita, pertanto, l’Esecutivo in carica a non seguire la strada del precedente Governo.
Ritiene conclusivamente necessario governare con coesione sociale, ribadendo che il tema vero del confronto col movimento sindacale sul lavoro e sulla crescita sia la sfida più importante che il Governo ha di fronte, insieme ad alcuni aggiustamenti necessari a rendere più equa la manovra.

Per la senatrice SPADONI URBANI (PdL) ad una situazione di emergenza come l’attuale non poteva che rispondersi con misure analogamente a carattere emergenziale. Dopo aver sottolineato che il ministro Sacconi ha costantemente tenuto aperto il contatto con i sindacati, anche nel periodo in cui essi risultavano disuniti, rileva che oggi occorre inaugurare un nuovo modello di relazioni sindacali, contrassegnato da più spiccato dinamismo e maggiore modernità, in modo da corrispondere adeguatamente ai tempi. Sollecita quindi una maggiore attenzione nei confronti delle lavoratrici e delle donne che abbiano scelto di dedicarsi al lavoro di cura e familiare. Ribadisce infine la necessità di procedere alla riorganizzazione e al riammodernamento dello Stato, anche attraverso processi di liberalizzazione più coraggiosi.

Nessun altro chiedendo la parola, il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Il relatore TREU (PD) rinuncia alla replica e si riserva di presentare una proposta di parere dopo aver ascoltato l’intervento del Governo.

Il ministro FORNERO si compiace per la discussione approfondita e non antagonista svolta in Commissione. Riconosce l’esistenza di alcune asperità nel decreto e ribadisce di aver sottolineato in tutte le occasioni possibili la situazione di emergenza dalla quale si è partiti per modulare l’intervento governativo, emergenza che spiega l’incisività e le asperità della riforma.
Con riferimento alle considerazioni del senatore Ichino, ritiene epocale il passaggio al sistema contributivo, che deve rimettere in moto meccanismi di crescita culturale. Nel sottolineare la nuova impostazione del provvedimento, per cui la pensione non è più una sorta di “concessione” dello Stato e vi è una maggiore trasparenza su chi ne sopporta il costo, ribadisce che obiettivo dell’Esecutivo è tutelare il lavoro di giovani e anziani, superando la concezione per cui le pensioni rappresentano il primo ammortizzatore sociale e ponendo fine al sistema del pensionamento anticipato, che ha portato alla nascita del debito pensionistico.
Rimarcando l’importanza dell’idea di pensionamento flessibile e della necessità che le imprese individuino metodi alternativi per essere produttive diminuendo i loro costi, sottolinea la necessità di forme nuove di lavoro degli anziani che si sostituiscano all’inattività. Nella convinzione che la maggior parte delle persone consideri un trauma il pensionamento, auspica interventi innovativi, quali l’introduzione del pensionamento graduale, che combini pensione e reddito, attraverso il lavoro a tempo parziale.
Quanto alle obiezioni mosse dalla senatrice Spadoni Urbani, sottolinea che la pensione contributiva vale anche per le donne che scelgono di lavorare in casa e che esiste un fondo pensione delle casalinghe. Coglie l’occasione per esprimere critiche e riserve per l’esistenza, in Italia, di una eccessiva divisione dei ruoli all’interno della famiglia.
Conferma poi la sua predisposizione al dialogo, evidenziando che però dialogare non significa condividere. Quanto al concetto di equità, ricorda di aver inizialmente proposto una tassazione del 25 per cento sulle cosiddette “pensioni d’oro”, ritenendola espressione di solidarietà vera; la manovra contiene comunque forti espressioni di equità, nonostante la presenza di alcune problematiche sulla parte dedicata allo sviluppo, per la quale sarà necessario concordare gli interventi da attuare ed alla quale è collegata la riforma del mercato del lavoro in senso inclusivo, atteso che la società italiana è allo stato caratterizzata da un mercato del lavoro frammentario. Esprime infine preoccupazione per i soggetti che si trovino esclusi dal mercato del lavoro e che non abbiano maturato i requisiti per la pensione; per essi ha chiesto un censimento ed un’analisi microeconomica, al fine di verificare se dietro la contribuzione volontaria vi siano effettive situazioni di disagio o veri e propri casi di privilegio.

Il relatore TREU (PD) illustra uno schema di parere favorevole (pubblicato in allegato al resoconto).

Si passa alle dichiarazioni di voto.

Il senatore CASTRO (PdL) ringrazia il relatore per il lavoro svolto, esprimendo soddisfazione per la compiuta collaborazione riscontrata tra i Gruppi nella stesura della bozza di parere e confermando l’apprezzamento della sua parte per la lealtà del ministro Fornero. Con riferimento al tema delle pensioni, auspica che si mantenga l’impianto delineato nel decreto, evitando modifiche che possano stravolgerlo. La sua parte non ha apprezzato la disposizione sull’indicizzazione delle pensioni introdotta alla Camera dei deputati: se risorse ci sono, sarebbe preferibile che fossero destinate a presidio di quei soggetti che si trovano senza lavoro, pensione e sussidio. Con riferimento alla razionalizzazione di INPS, ENPALS ed INPDAP, alla luce delle disastrose esperienze passate, auspica una maggiore trasparenza nell’attività di fusione e ristrutturazione, anche con riferimento al piano industriale, agli obiettivi e alla realizzazione dei processi.

Dopo un breve intervento del presidente GIULIANO (segnala che la proroga della durata in carica dell’organo di vertice del nuovo ente previdenziale non è stata sottoposta al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti), riprendendo il proprio intervento, il senatore CASTRO (PdL) concorda sull’opportunità di riflettere sull’organizzazione del lavoro e sulle relazioni industriali, evidenziando la necessità di nuovi modelli competitivi che si sostituiscano ad un approccio opportunistico ed antagonistico. Nel ribadire l’impossibilità di dare vita ad una riforma forte senza una revisione del sistema complessivo delle relazioni industriali, ricorda che le Commissioni riunite 6a e 11a stanno approntando un testo unificato dei disegni di legge in tema di partecipazione azionaria dei lavoratori, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione ed auspica il contributo del Governo per garantire la conclusione dell’iter nei tempi più rapidi. Ritiene infine che, attese le peculiarità della crisi attuale, oggi sia possibile e necessario un intervento complessivo in materia di ammortizzatori sociali.

La senatrice GHEDINI (PD) annuncia il voto favorevole del Gruppo sulla proposta di parere, evidenziando che le osservazioni anche critiche emerse in discussione generale cedono in maniera netta il passo alla necessità ed urgenza del provvedimento; come affermato dal presidente Monti, in condizioni di crisi, la coesione sociale ha un valore economico. Nel ribadire l’esistenza di una serie di questioni e criticità che possono trovare compensazioni, auspica che le norme in esame rappresentino solo una parte delle misure del Governo, ritenendo necessari ulteriori interventi di riequilibrio per favorire coloro che ricevono le maggiori penalizzazioni; tra questi i cosiddetti lavoratori “precoci” e quanti non sono attualmente in condizioni lavorative e rischiano dunque di restare esclusi da qualsiasi protezione. Rimarca dunque la necessità di mantenere viva l’attenzione e la preoccupazione nei confronti di questi soggetti.
Evidenzia quindi la condizione critica delle donne lavoratrici in età vicina al pensionamento e delle donne non lavoratrici e si dice speranzosa che gli interventi annunciati dal Governo possano essere il tramite per un’affermazione piena del principio di pari opportunità. Esiste un valore economico anche del lavoro di cura ed è necessario riconoscere il ruolo delle donne che lo svolgono, consentendo così la crescita economica complessiva del Paese.

La senatrice CARLINO (IdV) annuncia il voto contrario del Gruppo IdV, evidenziando come la manovra, pur se varata in condizioni di emergenza, finisca per colpire le classi più deboli. Nell’esprimere vivo apprezzamento per gli impegni assunti dal Ministro, annuncia che la sua parte valuterà ogni singolo provvedimento nel merito ed auspica l’attuazione di concrete misure di sviluppo del mercato del lavoro.

Voto contrario è annunciato dal senatore MAZZATORTA (LNP), che legge qualche imbarazzo negli stessi tenui riferimenti all'”equità” della manovra contenuti nella bozza del relatore. Egli coglie invece favorevolmente l’apertura alla revisione delle cosiddette “pensioni d’oro” fatta dal Ministro ed auspica che sul punto il Governo ponga in essere un intervento incisivo, al riparo da ogni condizionamento, anche interno alla sua stessa compagine. Si augura altresì che, analogamente a quanto avvenuto con riferimento ai vitalizi dei parlamentari, il Governo abbia la forza di intervenire con decisione nei confronti di tutte le caste e di disboscare il sistema da organismi inutili, che si traducono in altrettanti costi a carico del Paese. Tali sono, a suo giudizio, il CNEL, del quale non ritiene chiare le effettive e concrete funzioni, e l’ISFOL, deputato ad effettuare studi che ben potrebbero essere commissionati ad istituti di ricerca universitari.

Nessun altro chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, il presidente GIULIANO, presente il prescritto numero di senatori, mette ai voti la bozza di parere favorevole illustrata dal relatore.

La Commissione approva.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il presidente GIULIANO informa che è giunta una richiesta di audizione da parte di ASSOLAVORO sullo schema di decreto legislativo in materia di lavoro tramite agenzia interinale (Atto del Governo n. 428), già all’ordine del giorno della Commissione. Propone pertanto di dar seguito alla richiesta, che a suo giudizio potrà consentire un più adeguato approfondimento dei temi oggetto dell’atto, immediatamente alla ripresa dei lavori parlamentari nel mese di gennaio.

La Commissione conviene.

La seduta termina alle ore 12,50.


PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3066

La Commissione lavoro, previdenza sociale, esaminato per le parti di propria competenza il disegno di legge n. 3066, relativo alla conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 dicembre 2001, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici,
premesso che:
– la manovra economico-finanziaria adottata dal Governo, che ha l’obiettivo dichiarato di «salvare il Paese» dalla grave crisi in atto a livello mondiale ed europeo, non si limita ad assecondare imposizioni esterne, ma esprime libere scelte discendenti dall’appartenenza dell’Italia alla Unione europea, nella convinzione che in tale prospettiva si collochi il futuro del Paese;
– la manovra rappresenta la risposta obbligata alla crisi di fiducia dei mercati finanziari ed è rivolta a confermare il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, dopo che questo obiettivo era divenuto incerto, nonostante le pesanti misure previste dalle manovre economiche adottate nei mesi di luglio ed agosto 2011, in conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse al limite della sostenibilità e dell’ampiezza del cosiddetto spread rispetto alle performance dei titoli tedeschi;
– gli interventi disposti con il presente decreto-legge sono diretti, come indicato dal Governo nella Relazione al Parlamento 2011, a consolidare e mettere in sicurezza gli obiettivi in precedenza fissati e concordati in sede europea;
– secondo quanto risulta dalla Relazione al Parlamento 2011, il mercato del lavoropresenta un generale peggioramento determinato dall’indebolimento dell’attività economica. L’occupazione, che nel 2011 è prevista crescere dello 0,6 per cento, nel 2012 presenta un valore negativo (-0,3 per cento), per poi riprendere la crescita ad un ritmo molto moderato (0,1 per cento nel 2013 e 0,2 per cento nel 2014). Il tasso di disoccupazione è rivisto al rialzo in tutto il periodo considerato, attestandosi all’8,4 per cento nel 2012, per poi salire all’8,7 per cento nel 2013. Nel 2014 il tasso si assesterebbe intorno all’8,6 per cento (rispetto all’8 per cento previsto a settembre);
– l’esclusione dal mercato del lavoro riguarda in larghissima misura i giovani, ma interessa in maniera crescente anche le lavoratrici ed i lavoratori in età matura, precocemente esclusi; si realizza così una condizione di vera e propria “segregazione” occupazionale che attraversa le generazioni;
– per i suddetti motivi le forze politiche e i Gruppi parlamentari che si sono assunti la responsabilità di votare la fiducia al Governo in carica sono tenuti ad approvare in tempi estremamente rapidi il decreto-legge sottoposto all’esame della Commissione, in modo da dare un segnale di certezza alle istituzioni comunitarie e ai Paesi membri;
premesso inoltre che:
– il decreto, secondo gli intendimenti annunciati dal Governo, rappresenta il primo atto di una serie di interventi finalizzati a garantire la stabilizzazione dei conti pubblici ed il pareggio di bilancio non solo attraverso la riduzione della spesa, la predisposizione ed il consolidamento di nuove entrate, ma anche attraverso la ripresa della crescita e dell’occupazione;
– in questa prospettiva la coesione sociale, l’inclusione dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro costituiscono obiettivi fondamentali da perseguire per contrastare gli effetti recessivi delle misure di compressione della spesa pubblica e la contrazione della domanda privata;
– il decreto contiene già alcune misure che operano positivamente in questo senso, introducendo la deducibilità della quota IRAP riferita al costo del lavoro dipendente a tempo indeterminato dal reddito di impresa, incrementata di due volte e mezzo quando si riferisca a lavoratrici e/o a lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato e finanziando per 1 miliardo e 40 milioni di euro nel quadriennio il Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell’incremento in termini quantitativi e qualitativi dell’occupazione giovanile e delle donne;
– in direzione del consolidamento della posizione previdenziale dei giovani e delle donne opera la disposizione che prevede la facoltà di cumulare i periodi assicurativi non coincidenti (di qualsiasi durata) ai fini del conseguimento di un’unica pensione (totalizzazione);
– gli interventi che rendono più stringente il rispetto dell’equilibrio finanziario nel tempo da parte degli enti previdenziali di diritto privato dei professionisti contribuiscono a dare stabilità al sistema, evitando in prospettiva che essi gravino sul bilancio dello Stato e, per questa via indirettamente, sul sistema previdenza pubblica garantito dall’assicurazione generale obbligatoria;
– operano nella direzione di una maggiore equità l’introduzione del contributo di solidarietà a carico dei Fondi pensione dei regimi speciali e le nuove disposizioni fiscali in materia di trattamenti pensionistici e di TFR di importo elevato;
– le modifiche apportate al testo iniziale del decreto-legge in sede di esame alla Camera dei deputati, hanno razionalizzato i contenuti e gli effetti del provvedimento rendendo, per quanto possibile, lo stesso più equo;
– per quanto di competenza della Commissione, si tratta di importanti modifiche come l’aumento da due a tre volte il minimo INPS (da 936 a 1.402 euro) della soglia entro la quale gli assegni previdenziali saranno rivalutati al tasso di inflazione del 100 per cento negli anni 2012 e 2013; la riduzione, dal 2 all’1 per cento l’anno, della penalizzazione prevista per coloro che non avendo ancora compiuto i 62 anni di età decidono di accedere alla pensione anticipata; l’attenuazione dell’impatto della riforma delle pensioni su coloro che sono nati nel 1951-1952 prevedendo la possibilità di accedere alla pensione con una età minima di 64 anni per chi nel 2012 sarà in possesso di 35 anni di contribuzione e con le “vecchie” regole avrebbe maturato i requisiti per uscire prima della fine del prossimo anno con il sistema delle “quote”; la possibilità per le lavoratrici del settore privato, che entro il 31 dicembre 2012 hanno compiuto 60 anni di età e hanno maturato 20 anni di contributi, di poter andare in pensione al compimento dei 64 anni di età, con un leggero anticipo rispetto al percorso di innalzamento della soglia di vecchiaia previsto dalla riforma; l’introduzione di un contributo di solidarietà del 15 per cento sulla quota di pensione lorda che supera i 200.000 euro l’anno ed un ulteriore aumento delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi;
– tuttavia, nonostante le rilevanti modifiche introdotte, la manovra economica richiede pesanti sacrifici ai cittadini, alle lavoratrici ed ai lavoratori, ai pensionati, alle imprese, agli enti territoriali ed alle varie categorie sociali di questo Paese;

considerato che:
– il significativo contributo finanziario richiesto al mondo del lavoro attraverso l’applicazione di un nuovo sistema di calcolo pensionistico prevede, tra l’altro, all’articolo 24, comma 10, una penalizzazione di alcuni punti percentuali sull’importo dell’assegno pensionistico dei lavoratori che hanno comunque maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e un mese per gli uomini, e 41 anni e un mese per le donne, qualora la loro età anagrafica risulti inferiore a 62 anni;
– sulla possibilità di escludere ogni forma di riduzione del trattamento pensionistico di quei cittadini che sin dalla più giovane età hanno iniziato la loro attività lavorativa, si è registrata un’ampia convergenza di tutte le forze politiche, anche in considerazione dell’esiguità e dell’aleatorietà delle stime degli effetti finanziari attesi dalla misura in questione;
– a questo proposito il Governo, in sede di approvazione alla Camera dei deputati del decreto-legge in esame, ha accolto un ordine del giorno finalizzato ad adottare ogni iniziativa utile, sin dai prossimi provvedimenti di carattere economico-finanziario che si dovessero ritenere opportuni, volta a superare il meccanismo di decurtazione dell’assegno pensionistico per i lavoratori che hanno maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e un mese per gli uomini, e 41 anni e un mese per le donne, a prescindere dalla loro età anagrafica;
– l’accelerazione del percorso per l’allineamento agli uomini dell’età di accesso alla pensione delle donne del settore privato avviene senza compensazioni relative al riconoscimento dei periodi di distacco dal lavoro in ragione degli eventi di maternità, delle necessità di cura della prole e dei congiunti e degli impegni familiari in genere, che costituiscono spesso ostacolo alla piena e continuativa partecipazione delle donne al lavoro;
considerato inoltre che:
– le disposizioni di cui all’articolo 24, commi 14 e 15, prevedono un regime di deroga all’applicazione del nuovo regime pensionistico solo ad alcune categorie di lavoratori che abbiano avuto accesso a procedimenti di allontanamento dal lavoro secondo procedure negoziate collettivamente o per i quali siano già stati attivati gli opportuni ammortizzatori sociali;
– da tale sistema di deroghe risulterebbero, pertanto, esclusi proprio quei lavoratori più deboli che, operando nelle imprese di più piccole dimensioni, per un verso non possono accedere al sistema degli ammortizzatori sociali e, per l’altro, spesso hanno convenuto con il proprio datore di lavoro la risoluzione del rapporto di lavoro in vista, a legislazione vigente, di un prossimo accesso al trattamento pensionistico;
– per ovviare ad una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente, aumentando il numero dei lavoratori disoccupati e precludendo ogni residua possibilità di ricollocazione, il Governo, in sede di approvazione alla Camera dei deputati del decreto-legge in esame, ha accolto un ordine del giorno che lo impegna a valutare l’opportunità di un’integrazione della disciplina delle deroghe per l’applicazione del nuovo sistema pensionistico che tenga conto della particolare condizione di quei lavoratori che, pur con un’età anagrafica prossima ai previgenti limiti per l’accesso alla pensione, rischiano di trovarsi senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e con la prospettiva di dover attendere ancora molti anni per poter accedere alla pensione;
rilevato infine che il decreto prevede la promozione, entro il 31 dicembre 2012, di un tavolo di confronto con le parti sociali al fine di riordinare il sistema degli ammortizzatori sociali e degli istituti di sostegno al reddito e della formazione continua, nonché di analizzare possibili ed ulteriori forme di gradualità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e delle compatibilità finanziarie del sistema pensionistico, nell’accesso al trattamento pensionistico, funzionali a scelte di vita individuali, nonché correlate alle dinamiche del mercato del lavoro e all’adeguatezza della prestazione pensionistica;
ritenendo che, in conseguenza delle considerazioni fin qui svolte in quest’ambito debbano essere ricercate soluzioni adeguate a riequilibrare, rispetto l’accesso alla pensione, in particolare la condizione esistenziale e lavorativa delle donne, nonché quella delle lavoratrici e dei lavoratori precocemente entrati nel mondo del lavoro ed a promuovere politiche di sostegno all’invecchiamento attivo,

esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.

 

 

redazione

redazione

In evidenza

Rinnovato l’accordo economico collettivo

CONFIAL e CSA-Fiadel: Patto di comune azione per rafforzare il sindacalismo autonomo nel comparto delle Funzioni Locali

27 Giugno 2025
Il lavoro nell’era dei Robot

Halley Sud: a luglio premio record da oltre 10 mila euro per i dipendenti. Fim Cisl, un risultato dovuto alla contrattazione e alla partecipazione

27 Giugno 2025
Falcinelli (Filctem), il salario minimo? Utile, ma non basta: il vero punto di svolta è la legge sulla rappresentanza (che al governo fa paura)

Ai e innovazione, Falcinelli (Filctem Cgil): “per affrontare il cambiamento serve il protagonismo del lavoro”

27 Giugno 2025
Sanità, Ugl: positivo confronto con Schillaci, chiesti investimenti e valorizzazione degli operatori

Fine vita, Cgil: testo base della maggioranza mira a precludere un diritto

27 Giugno 2025
Scioperare per rilanciare l’industria: tutte le (buone) ragioni dell’iniziativa dei metalmeccanici

Ex Ilva, Urso comunica la chiusura di tutti gli altiforni entro il mese di luglio. I sindacati in allarme: subito un incontro a Palazzo Chigi

27 Giugno 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi