149ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
MORRA
La seduta inizia alle ore 15,45.
IN SEDE REFERENTE
(1110) FINOCCHIARO ed altri. – Norme per un lavoro stabile, sicuro e di qualità; misure per il contrasto alla precarietà del lavoro, nonché deleghe in materia di apprendimento permanente, apprendistato e contratto di inserimento
(Seguito dell’esame e rinvio)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 21 aprile scorso.
Il senatore ROILO (PD), premesso che i contenuti del disegno di legge hanno grandissima attualità, ne evidenzia gli obiettivi di fondo, che individua nel contrasto alla precarietà lavorativa e nella promozione della buona occupazione. L’Italia sta attraversando una crisi economica che, secondo gli osservatori, è destinata a durare almeno fino al 2011, con tassi di disoccupazione elevati, che richiederebbero misure atte a favorire la crescita; ciò rende ineludibile l’adozione di strumenti idonei a combattere la precarietà lavorativa. Recentemente è stato osservato che in altri paesi, come in Germania, la produttività si attesta su valori percentuali maggiori del 30 per cento, rispetto all’Italia, a fronte di prezzi solo del 3 per cento superiori; ciò si spiega a suo avviso quasi esclusivamente con la circostanza che in Italia gli interventi hanno essenzialmente ad oggetto i costi, attraverso una politica di bassi salari. Sul versante economico, infatti, il governo Berlusconi ha varato provvedimenti del tutto insufficienti ad invertire l’attuale situazione di emergenza; su quello dell’occupazione, l’unico intervento è consistito sostanzialmente nella concessione della cassa integrazione in deroga, con tutte le caratteristiche negative dello strumento: al dramma della disoccupazione si aggiunge spesso così anche quello della mancanza di reddito. Ulteriori conseguenze nefaste sono derivate dalla liberalizzazione dei contratti a termine, dal ripristino del lavoro a chiamata e dallo staff leasing, cui vanno aggiunti i veri e propri attacchi ai diritti dei lavoratori, come avvenuto con il disegno di legge sui lavori usuranti, recentemente rinviato dal Capo dello Stato ed attualmente all’esame della Camera dei deputati, ed in particolare con le disposizioni relative all’arbitrato cosiddetto “di equità” ed alla sostituzione dell’ultimo anno di obbligo scolastico con l’apprendistato, nonché, da ultimo, con il disegno di legge delega sul diritto di sciopero nei trasporti, in esame presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro del Senato (Atto Senato n. 1473). Assai più attento e puntuale il Governo appare invece nel tradurre in misure concrete le sollecitazioni di certi settori confindustriali, colpendo i diritti dei lavoratori.
Il disegno di legge n. 1110 si propone di portare avanti interventi di segno diverso, in termini non solo di difesa, bensì di estensione dei diritti dei lavoratori. Particolare rilievo meritano le misure contenute nella prima parte del disegno di legge, che egli ritiene la più significativa, relative alla riaffermazione della formazione permanente come diritto individuale, alla valorizzazione dell’apprendistato, all’allungamento del periodo di prova, all’adozione di incentivi a favore delle aziende che trasformino i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato ed alla penalizzazione, attraverso una addizionale contributiva, per le aziende che utilizzino contratti a termine. L’attuale condizione di flessibilizzazione del mercato del lavoro, lungi dal poter essere risolta a mezzo di un unico strumento, necessita infatti di una serie di misure coordinate, che consentano di contemperare flessibilità e precarietà, senza tuttavia irrigidire il mercato stesso. Ulteriori misure contenute nel disegno di legge concernono l’estensione dei diritti dei lavoratori cosiddetti “atipici” e la riforma degli ammortizzatori sociali. Di particolare rilievo sono inoltre le disposizioni finalizzate a favorire l’emersione del lavoro nero e la proposta istituzione di una unica agenzia in tema di sicurezza sul lavoro, nonché le misure in materia di salario minimo per i lavoratori cosiddetti economicamente dipendenti. Su questi temi, auspica conclusivamente lo svolgimento di un dibattito aperto in Commissione, con la partecipazione attiva del rappresentante del Governo.
La senatrice GHEDINI (PD) rileva preliminarmente che l’insistenza del suo Gruppo ai fini dell’incardinamento del disegno di legge, lungi dal derivare unicamente da una, pur legittima, affermazione di diritti delle opposizioni, rappresenta il frutto di una necessità legata alla delicatissima situazione in cui versa l’Italia. Allo stato si contrappongono infatti due diverse visioni: quella del ministro Sacconi e della maggioranza, in base alle quali in tempo di crisi non è possibile accedere a riforme di sistema, e quella dell’opposizione, che reputa che proprio nell’attuale condizione di profonda crisi, in cui gli elementi congiunturali si sommano a quelli strutturali preesistenti, diventi necessario non differire oltre le riforme di cui l’Italia ha da tempo bisogno. Nel corso della giornata odierna, in occasione della presentazione dell’annuale rapporto INPS, il ministro Sacconi ha preannunziato l’intenzione di presentare nei prossimi tre mesi un quadro organico di riforme in materia di lavoro. La sua parte politica lo attende da molti mesi, ed è dunque pienamente disponibile al confronto in ordine all’adozione di interventi di reale cambiamento. Sempre nel corso della presentazione del rapporto INPS, il ministro Sacconi ha comunicato che solo per la fine di maggio prevede la presentazione del disegno di legge di riforma degli ammortizzatori sociali, tenuto anche conto dell’ulteriore differimento disposto nel disegno di legge collegato sui lavori usuranti, rinviato dal Capo dello Stato ed all’esame della Camera dei deputati.
Per i lavoratori protetti il sistema sin qui ha tenuto; la platea dei non protetti ha però sinora avuto accesso ad una riforma minimalista, e soprattutto non centrata nella definizione dei criteri di accesso, ciò che dimostra che si è sbagliato il target, ovvero non si è mirata la procedura. Di fatto l’utilizzo della cassa integrazione in deroga ha consentito senz’altro ai lavoratori di accedere ad uno strumento importante, che ha permesso tra l’altro alle imprese di salvaguardare la propria capacità produttiva; lo strumento ha però una durata pari alla metà della cassa integrazione ordinaria, ed è oramai di prossima scadenza. E’ pertanto auspicabile che il Ministro chiarisca come intenda procedere per il futuro.
Sempre nel corso dell’intervento di stamattina, il ministro Sacconi ha tracciato il profilo della riforma che intende prospettare, in piena coerenza con le linee contenute nel Libro Bianco, attraverso un ampio spazio alla sussidiarietà e l’utilizzo in funzione proattiva degli strumenti per la bilateralità. Non può però essere sottaciuta la deludente performance degli enti bilaterali, come dimostra il caso dell’Emilia Romagna. Ciò dimostra l’esigenza di profonde riforme: gli strumenti della bilateralità possono essere un utile – a volte necessario – strumento di un sistema a base universalistica, che deve essere garantito per certe figure professionali, in termini coperti dalla fiscalità generale.
Il disegno di legge in esame prevede la riforma complessiva del settore, in un’idea di flessisicurezza in cui l’entrata e l’uscita dal posto di lavoro non coincidano, rispettivamente, con l’ingresso e l’uscita dal mercato del lavoro. Si tratta di un punto fondamentale, che tende ad incentivare equità e giustizia sociale e su cui si confrontano le capacità di tenuta dell’intero sistema previdenziale.
Nel corso della presentazione del rapporto INPS, il presidente Mastrapasqua si è inoltre interrogato in ordine alla necessità di promuovere in Italia una cultura della previdenza ed il ministro Sacconi ha preannunciato la fissazione di una giornata nazionale dedicata appunto a questo tema. Pur convenendo sulla centralità di questi elementi, la senatrice Ghedini sottolinea che il tema fondamentale è la stessa capacità dei giovani di accantonare risorse a questo scopo. In questo senso, il rallentamento del loro ingresso nel mondo del lavoro rappresenta non solo un problema in sé, ma anche un profilo drammatico della tenuta del sistema previdenziale e, in prospettiva, una seria minaccia alla complessiva coesione sociale. Da qui la necessità di intervenire sul mercato del lavoro, parificando i diritti e le tutele a vantaggio dei giovani che vi fanno ingresso ed evitando l’utilizzo della flessibilità in termini opportunistici. Auspica che su questi temi, tutti ridisciplinati nel disegno di legge in esame, in Commissione si svolga un confronto aperto, che veda la piena interlocuzione del Governo.
Il presidente MORRA ringrazia gli intervenuti e precisa che l’assenza del rappresentante del Governo nell’odierna seduta è motivata dalle esigenze poste dal contemporaneo svolgimento dell’esame, presso la corrispondente Commissione della Camera dei deputati, del disegno di legge collegato in tema di lavori usuranti. Rinvia quindi il seguito dell’esame del disegno di legge ad altra seduta.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,30.
150ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
TREU
Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, in rappresentanza di CONFCOMMERCIO, il dottor Alessandro Vecchietti, responsabile del settore welfare, accompagnato dal dottor Roberto Cerminara, dirigente del settore welfare e dal dottor Gianfranco Bianchi, presidente FON.TE., Fondo pensione complementare dipendenti commercio, turismo e servizi; in rappresentanza della CONFESERCENTI, il dottor Giorgio Cappelli, responsabile dell’ufficio politiche previdenziali; in rappresentanza della CONFETRA, il dottor Fabio Marrocco, vice direttore, accompagnato dalla dottoressa Guja Locatelli, funzionario; in rappresentanza della CONFAPI, il dottor Armando Occhipinti, responsabile dell’ufficio relazioni industriali; in rappresentanza della FIEG, il professor Alessandro Brignone, direttore generale, accompagnato dal dottor Roberto Cilenti, dirigente del servizio sindacale e dall’avvocato Stefano Scarpino, funzionario del servizio sindacale; in rappresentanza della CONFAGRICOLTURA, il dottor Gianpiero Del Vecchio, funzionario direzione sindacale; in rappresentanza della FEDERPESCA, il dottor Marco Maria Giachetta, responsabile rapporti internazionali.
La seduta inizia alle ore 15,30.
SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI
Il presidente TREU comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, sono state chieste l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione radiofonica e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte altresì che la pubblicità della seduta sarà assicurata anche attraverso la resocontazione stenografica, che sarà resa disponibile in tempi rapidi.
La Commissione prende atto.
PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sulla disciplina delle forme pensionistiche complementari: audizione di rappresentanti di CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CONFETRA, CONFAPI, FIEG, CONFAGRICOLTURA e FEDERPESCA
Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 17 marzo scorso.
Il dottor VECCHIETTI, in rappresentanza di CONFCOMMERCIO, sottolinea che in Italia il nodo da sciogliere è rappresentato dalla mancanza di una cultura della previdenza complementare, come dimostra la circostanza che, a 15 anni dall’adozione della normativa, la copertura del secondo pilastro coinvolge soltanto il 30 per cento dei lavoratori dipendenti e, in maniera residuale, i lavoratori autonomi. Ritiene quindi essenziale la messa a punto di un vero prodotto di natura previdenziale a rendimenti garantiti ed a ripartizione, che lo metta a riparo da eventuali situazioni di turbolenza del mercato. Si sofferma infine sui fenomeni di categoria, segnalando la necessità di far leva sui contratti collettivi.
Dopo che il dottor BIANCHI ha illustrato l’andamento del Fondo pensione FON.TE., riprendendo il proprio intervento, il dottor VECCHIETTI evidenzia che resta irrisolto il problema dei fondi destinati alle piccole realtà imprenditoriali; segnala la necessità di incentivare la contribuzione e di rivedere il sistema di tassazione sui rendimenti.
Il dottor CAPPELLI, a nome di CONFESERCENTI, si sofferma in particolare sulla necessità di un progetto culturale in tema di previdenza complementare, evidenziando l’esigenza di promuoverla anche presso i lavoratori coinvolti in fenomeni di esternalizzazione e quelli il cui percorso lavorativo è segnato, come nel settore del turismo e del commercio, da alternanze lavoro-non lavoro. Ritiene altresì necessario il superamento del contributo di solidarietà e la riduzione della fiscalità. Reputa inoltre inadatto alle finalità promozionali della previdenza complementare il meccanismo del prelievo contributivo forzoso ed invita a riflettere sulla possibilità di rendere parziale il versamento del TFR a fondo pensione.
In rappresentanza di CONFETRA, il dottor MARROCCO illustra l’andamento del Fondo PREVILOG, segnalando l’opportunità di modifiche all’attuale sistema normativo ed invitando in particolare a rimuovere l’irreversibilità della scelta del lavoratore di smobilizzare il TFR.
A nome di CONFAPI, il dottor OCCHIPINTI dà conto della struttura e dell’andamento dei Fondi PREVINDAPI e FONDAPI, evidenziando l’alto tasso di adesione dei dirigenti, inferiore invece per gli altri lavoratori dipendenti. Le statistiche dimostrano che solo il 22 per cento degli aderenti complessivi ai fondi negoziali lavora in imprese con meno di 50 addetti e che meno del 10 per cento dei lavoratori appartenenti al sistema CONFAPI è iscritto a un fondo di previdenza integrativo.
Il presidente TREU interviene ripetutamente per invitare gli oratori a soffermarsi in particolare sul problema dei costi e dei fondi territoriali e sollecitandoli a conseguire una linea propositiva a carattere unitario, onde rafforzare il contributo positivo che dall’indagine dovrebbe conseguire.
Il professor BRIGNONE, in rappresentanza della FIEG, sollecita in particolare la revisione dell’attuale disciplina fiscale, basata su un sistema di tipo ETT, mentre ritiene importante il mantenimento della disciplina vigente in tema di portabilità del contributo datoriale. Richiama infine l’attenzione della Commissione sull’aspetto specifico dei requisiti di professionalità richiesti dal decreto ministeriale n. 79 del 2007 per i componenti degli organi di amministrazione dei fondi.
Il presidente TREU nota il basso tasso di adesione per età, probabilmente motivato dall’approccio psicologico dei giovani nei confronti del loro stesso futuro pensionistico.
In rappresentanza di CONFAGRICOLTURA, il dottor DEL VECCHIO illustra le caratteristiche di AGRIFONDO, sollecitando l’adozione di una campagna di informazione pubblica sull’importanza della previdenza complementare ed evidenziando l’esigenza di favorire l’accesso al credito per le aziende tenute a versare l’accantonamento del TFR ai fondi pensione, di rivedere le misure compensative spettanti alle aziende tenute a versare le quote di TFR alle forme pensionistiche complementari, di rendere più flessibile la scelta del lavoratori in merito alla destinazione del TFR, di abolire il contributo di solidarietà sulle contribuzioni a carico del datore di lavoro e di semplificare il sistema di tassazione delle prestazioni.
In rappresentanza di FEDERPESCA, il dottor GIACHETTA evidenzia che dal 1° gennaio 2007 i lavoratori del settore possono decidere di aderire ad AGRIFONDO e che, essendo le imprese di pesca tutte al di sotto dei 50 dipendenti, per i lavoratori che non optano per AGRIFONDO è previsto il mantenimento del TFR in azienda. La contribuzione al fondo è regolata dal contratto collettivo nazionale.
Il presidente TREU ribadisce l’opportunità di una sintesi unitaria delle proposte oggi avanzate. Ritiene inoltre che da una puntuale informazione agli aderenti in ordine ai rendimenti del fondi potrebbero derivare conseguenze virtuose.
Il dottor VECCHIETTI precisa che i loro aderenti ricevono un’informativa con cadenza annuale, oltre a poter continuativamente accedere alla propria posizione attraverso un codice PIN.
Il senatore CASTRO (PdL) si sofferma sulle diversità esistenti tra fondi a trazione territoriale e fondi categoriali, sollecitando una riflessione sul futuro ruolo della dimensione aziendale della contrattazione.
Il dottor BIANCHI si sofferma sulle prestazioni del fondo FON.TE.
Dopo brevi e ripetuti interventi del senatore CASTRO (PdL) e del presidente TREU, il dottor VECCHIETTI sottolinea l’esigenza di evitare situazioni disallineate, esprimendo il proprio consenso nei confronti dei fondi territoriali, ove essi siano a supporto degli strumenti categoriali. Con riferimento al secondo livello, invita a considerare l’utilizzo già svolto al riguardo dalle imprese multinazionali.
Il presidente TREU reputa che molte incertezze possano derivare dalla attuale indeterminatezza della natura giuridica e del fondamento costituzionale della previdenza complementare. Sottolinea inoltre l’esistenza al secondo livello di una competizione fra incentivi.
In considerazione dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, ringrazia quindi gli intervenuti, dichiara conclusa l’audizione e toglie la seduta.
La seduta termina alle ore 16,35.