Giovedì 6 ottobre 2011
SEDE REFERENTE
Giovedì 6 ottobre 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 9.20.
Norme per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti.
C. 124 Angeli, C. 859 Pisicchio, C. 937 D’Ippolito Vitale, C. 3010 Renato Farina.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame dei provvedimenti in titolo.
Alessia Maria MOSCA (PD), relatore, osserva che le proposte di legge in esame dettano norme volte a favorire il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti. Fa notare anzitutto che la proposta di legge n. 3010, che tra i provvedimenti in esame è quello di contenuto più ampio ed articolato, modifica in più parti la legge n. 193 del 2000 (cosiddetta «legge Smuraglia»), che detta la disciplina generale della materia, ampliando portata ed effetti di talune delle misure agevolative ivi previste. Evidenzia che l’articolo 1 di tale proposta prevede agevolazioni per l’inserimento lavorativo dei detenuti, disponendo che gli sgravi contributivi siano applicati per un periodo di 12 o 24 mesi successivi alla cessazione dello stato di detenzione (a seconda che il detenuto abbia beneficiato o meno delle misure alternative alla detenzione o del lavoro all’esterno del carcere). Fa presente poi che l’articolo 2 dispone l’estensione della riduzione delle aliquote previdenziali ed assistenziali dovute sulle retribuzioni corrisposte dalle cooperative sociali a detenuti e internati, fino a sei mesi dopo la cessazione dello stato di detenzione, alle aziende pubbliche e private che organizzino attività produttive o di servizi, all’interno o all’esterno degli istituti penitenziari, impiegando persone detenute o internate, ammesse alle misure alternative alla detenzione o al lavoro all’esterno, limitatamente ai contributi dovuti per tali soggetti; la definizione del trattamento retributivo viene rimessa alle convenzioni con l’amministrazione penitenziaria, in misura non inferiore a quanto previsto dalla normativa vigente per il lavoro carcerario. Segnala inoltre l’articolo 3, che, sostituendo il vigente articolo 3 della legge n. 193 con gli articoli da 3 a 3-ter, da un lato modifica la disciplina del credito d’imposta in favore delle imprese che effettuano assunzioni di lavoratori dipendenti detenuti e, dall’altro, introduce due ulteriori tipologie di credito d’imposta finalizzate ad incentivare l’inserimento nel mondo del lavoro dei medesimi soggetti. Sottolinea, in questo ambito, che il nuovo articolo 3 della legge n. 193 modifica la disciplina vigente, disponendo in particolare l’incremento fino a 1.000 euro mensili della misura del beneficio spettante, l’estensione della sua durata e l’ampliamento dell’ambito di applicazione, al fine di ricomprendervi anche soggetti che beneficiano delle misure alternative alla detenzione presso gli istituti penitenziari. Fa notare poi che il nuovo articolo 3-bis della stessa legge n. 193 introduce un credito d’imposta in favore delle imprese che affidano a cooperative sociali o ad altre aziende pubbliche o private l’esecuzione di attività produttive o di servizi costituenti occasione di inserimento lavorativo per detenuti, sia all’interno che all’esterno del carcere, da utilizzare in progetti di innovazione tecnologica, di formazione professionale e di sicurezza; il beneficio è concesso in misura proporzionale all’attività produttiva o di servizi affidata. Mette in evidenza, altresì, che il nuovo articolo 3-ter della legge n. 193 introduce un credito d’imposta in favore delle cooperative sociali e loro consorzi e delle comunità di recupero che inseriscono in attività lavorative detenuti tossicodipendenti o alcol- dipendenti.
Fa presente, quindi, che l’articolo 4 della proposta di legge n. 3010 sostituisce il vigente articolo 4 della legge n. 193 del 2000, confermando il rinvio ad un decreto interministeriale, da emanare entro il 31 maggio di ogni anno, per la definizione delle modalità e delle misure dei crediti d’imposta di cui agli articoli da 3 a 3-ter; rispetto al testo vigente, la norma non ripropone l’obbligo di determinare annualmente l’entità dell’agevolazione nel rispetto delle risorse disponibili. Segnala che l’articolo 5 prevede l’accreditamento presso il Ministero della giustizia e l’iscrizione in un apposito registro, per le cooperative sociali che assumono lavoratori detenuti e che svolgono attività di formazione, supporto, assistenza e monitoraggio degli inserimenti lavorativi effettuati, sia per attività proprie che per attività gestite dall’amministrazione penitenziaria o da altre imprese ed enti pubblici affidanti. Osserva, quindi, che le modalità e i requisiti per l’accreditamento sono rimessi a un decreto del Ministro della giustizia, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, facendo presente che il credito d’imposta viene suddiviso in parti uguali tra le imprese che assumono i detenuti e le cooperative sociali accreditate, a copertura dei costi da queste sostenuti per le figure professionali impegnate nelle attività di formazione, supporto, assistenza e monitoraggio degli inserimenti lavorativi operati dalle imprese. Osserva, altresì, che si prevede che gli enti pubblici, compresi quelli economici, e le società di capitali a partecipazione pubblica, possano stipulare convenzioni con le cooperative sociali accreditate e iscritte nel registro sopra esaminato, per importi, al netto dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), anche superiori alle soglie stabilite dall’Unione europea, finalizzate a creare opportunità di lavoro per detenuti. Evidenzia che le cooperative sociali accreditate e iscritte nel registro vengono privilegiate nell’assegnazione dei fondi della Cassa delle ammende per progetti volti all’incremento delle assunzioni di lavoratori detenuti anche attraverso la ristrutturazione e l’ampliamento degli istituti penitenziari e l’acquisto di attrezzature. Infine, dopo aver segnalato che si prevede un’aliquota IVA agevolata del 4 per cento a favore delle amministrazioni pubbliche che affidano a cooperative sociali o ad altre imprese attività produttive intramurarie costituenti occasioni di inserimento lavorativo per detenuti, richiama l’esigenza di coordinare il comma 1 dell’articolo 3 con quanto disposto dall’articolo 5, anche alla luce di quanto previsto dall’articolo 3, capoverso 3-bis.
Rileva, dunque, che le proposte di legge nn. 124 e 397, di contenuto sostanzialmente analogo, prevedono l’esenzione dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, il cui onere è posto interamente a carico dello Stato, per i datori di lavoro che assumono detenuti condannati o internati. Evidenzia che tali esenzioni sono previste anche per i datori di lavoro che svolgono effettivamente attività formative nei confronti di detenuti (e, in particolare, di giovani detenuti) e per un determinato periodo (12 mesi nella proposta n. 124 e 9 mesi nella proposta n. 937) successivo alla cessazione dello stato di detenzione, al fine di favorire il reinserimento nell’ambito sociale degli ex detenuti. Fa notare che la sola proposta di legge n. 124 prevede, infine, l’applicabilità della disciplina anche agli italiani residenti all’estero detenuti nei Paesi che hanno stipulato con l’Italia accordi bilaterali in materia di reinserimento dei detenuti.
Osserva, quindi, che la proposta di legge n. 859 impone alle stazioni appaltatrici di lavori pubblici di assumere tra le proprie maestranze lavoratori ex detenuti in misura non inferiore al 10 per cento del totale dei lavori a contratto; è inoltre previsto un contributo di 1.000 euro per ogni ex detenuto assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato, erogabile per 12 mesi e cumulabile con eventuali agevolazioni stabilite a livello nazionale o locale, per gli operatori pubblici e privati, gli enti locali e i soggetti del privato sociale, ancorché non appaltatori di lavori pubblici, che assumono alle proprie dipendenze ex detenuti. Segnala che – in base al provvedimento in esame – gli ex detenuti, all’atto dell’assunzione, devono produrre una documentazione rilasciata dalle autorità penitenziarie attestante l’idoneità professionale allo svolgimento dell’attività lavorativa, a cui si accompagna una relazione a cura delle stesse autorità sulla condotta del detenuto nel periodo di carcerazione, al fine di attestare la compatibilità psicologica del detenuto allo svolgimento dell’attività lavorativa.
In conclusione, ritiene opportuno – dopo lo svolgimento di una ulteriore seduta da dedicare al dibattito di carattere generale – verificare, eventualmente nell’ambito di un Comitato ristretto appositamente costituito, la possibilità di coordinare le disposizioni contenute nei diversi provvedimenti, valutando le modalità più idonee ad elaborare un testo unificato delle predette proposte di legge, tenendo comunque presente l’esigenza di mantenere come testo di riferimento quello più ampio e in grado di comprendere il contenuto degli altri testi. Ritiene, peraltro, necessario valutare, nella fase istruttoria, anche gli aspetti di natura finanziaria delle disposizioni appena illustrate, al fine di giungere ad un testo che sia concretamente applicabile e sostenibile sotto il profilo del rispetto dei saldi di bilancio.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel convenire sull’esigenza di svolgere ulteriori approfondimenti, anche mediante la nomina di un Comitato ristretto, sui provvedimenti in esame, soprattutto per quanto concerne i profili di carattere finanziario, intende da subito richiamare l’esigenza di disporre dei necessari tempi di riflessione. Manifesta, in particolare, le perplessità che il suo gruppo nutre sulla tipologia di interventi proposti con i progetti di legge in titolo, facendo notare che, in un momento di crisi economica come quello attuale, potrebbe risultare più opportuno destinate le poche risorse economiche a disposizione in favore di altre emergenze occupazionali. Cita, ad esempio, i giovani precari o i lavoratori ultracinquantenni senza lavoro, per i quali sarebbe utile predisporre misure di sostegno, che giudica assolutamente prioritarie rispetto a quelle che si vogliono introdurre con i provvedimenti in questione.
Maria Grazia GATTI (PD) esprime forti dubbi sull’opportunità delle considerazioni appena svolte dal deputato Fedriga, che sembrano eccessivamente dure nei confronti di coloro che dovrebbero poter contare sul principio della rieducazione della pena.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che sia difficile da spiegare ai giovani precari, alle lavoratrici madri e ai disoccupati ultracinquantenni, che il Parlamento – piuttosto che alleviare le loro attuali difficoltà occupazionali – si impegna a destinare apposite risorse finanziarie al reinserimento lavorativo di coloro che si sono macchiati di reati, talvolta anche odiosi.
Alessia Maria MOSCA (PD), relatore, ritiene che il confronto sui temi appena sollevati, unitamente a quello relativo alle altre questioni poste nella propria relazione introduttiva, possa proseguire più utilmente nelle successive fasi istruttorie del lavoro della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
Testo unificato C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini, C. 4030 Poli.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 27 luglio 2011.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, comunica preliminarmente che è pervenuto il parere espresso dal Comitato per la legislazione sul testo unificato delle proposte di legge in titolo, elaborato dal Comitato ristretto e adottato come testo base. Ricorda, quindi, che nella precedente seduta si è convenuto di rinviare, su richiesta del rappresentante del Governo, l’esame degli emendamenti presentati al predetto testo unificato.
Al riguardo, in qualità di relatore, intende rappresentare alla Commissione due esigenze tra loro parzialmente divergenti: per un verso, infatti, ribadisce l’assoluta opportunità di procedere speditamente nell’esame del testo unificato, che investe un argomento al quale dichiara di annettere particolare importanza, in quanto diretto a introdurre nell’ordinamento un condivisibile principio di volontarietà nella prosecuzione del rapporto di lavoro; per altro verso, ritiene di dover segnalare anche che le recenti manovre finanziarie, approvate dal Parlamento per fronteggiare la crisi economica in atto, hanno introdotto taluni significativi elementi di novità in materia previdenziale, con particolare riferimento alle cosiddette «finestre di uscita», che potrebbero rendere necessario un ulteriore approfondimento del testo.
Si domanda, pertanto, se non possa essere di maggiore utilità che la Commissione – al fine di valutare gli aspetti testé richiamati, unitamente ai rilievi contenuti nel parere del Comitato per la legislazione – non proceda oggi alla votazione degli emendamenti presentati, il cui esame potrebbe più opportunamente essere deferito al Comitato ristretto, nel cui ambito si potrebbero affrontare le diverse questioni poste.
Giuliano CAZZOLA (PdL) giudica utile un supplemento di riflessione nell’ambito del Comitato ristretto, considerate le significative modifiche intervenute rispetto al contesto normativo nel quale il testo unificato delle proposte di legge era stato definito. Ritiene, peraltro, che una «messa a punto» del provvedimento sia resa necessaria anche dalle novità introdotte, con le manovre economiche della scorsa estate, nella disciplina delle pensioni di anzianità, anch’esse interessate dall’effetto delle cosiddette «finestre» previdenziali.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur condividendo le esigenze di celerità prospettate dal relatore, ritiene comunque utile il deferimento delle proposte emendative al Comitato ristretto, anche al fine di rendere produttivo il lavoro istruttorio sui temi oggetto del provvedimento e prospettare le adeguate modifiche al testo unificato, che risulta ormai parzialmente superato dalle novità introdotte con le recenti manovre economiche.
Giulio SANTAGATA (PD), nel condividere l’esigenza di tornare nella sede del Comitato ristretto per coordinare il testo in esame con le recenti innovazioni legislative introdotte dal Governo in materia previdenziale, fa notare che la principale finalità del testo unificato in titolo è quella di introdurre un certo margine di flessibilità nella fase dell’uscita dal lavoro, pur entro confini normativi prestabiliti. In proposito, interrogandosi sul rischio che la previsione di condizioni sempre più restrittive in materia di accesso alla pensione finisca per pregiudicare il raggiungimento di tale obiettivo, rendendo più rigida l’uscita dal lavoro e meno libere le scelte dei lavoratori in tema di prosecuzione della propria attività lavorativa, auspica una ulteriore fase di approfondimento della materia, in vista dell’elaborazione di un testo concretamente efficace, che conservi comunque i richiamati elementi di flessibilità. Fa, altresì, notare che – risolte tali questioni – non sussistono particolari ostacoli ad una conclusione sollecita dell’iter, atteso che il provvedimento non appare suscettibile di produrre oneri finanziari, contribuendo semmai a realizzare evidenti risparmi di gestione.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI fa presente che il Governo avverte l’esigenza di approfondire l’impatto che le modifiche recate dalle recenti manovre economico-finanziarie potrebbe avere sul testo unificato in esame, prospettando l’opportunità che le necessarie valutazioni possano essere svolte anche con l’ausilio dei competenti uffici tecnici del suo dicastero.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, assicura che la Commissione, nell’ottica di valutare possibili modifiche da apportare al testo unificato in esame, attribuisce il massimo interesse a una proficua collaborazione con il Governo, a condizione che non siano trascurate le legittime esigenze di celerità in precedenza evidenziate. Invita, pertanto, il rappresentante del Governo a partecipare fattivamente ai futuri lavori del Comitato ristretto, eventualmente garantendo anche il supporto tecnico degli uffici del suo dicastero.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI conferma la massima disponibilità a collaborare con la Commissione, nei termini appena prospettati dal relatore.
Silvano MOFFA, presidente e relatore, preso atto degli orientamenti emersi, prospetta quindi l’opportunità – se non vi sono obiezioni – che l’esame delle proposte emendative presentate sia deferito al Comitato ristretto, nel cui ambito potrà anche essere approfondito il complesso delle questioni sollevate nella seduta odierna.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di reversibilità.
Testo unificato C. 1847 Bragantini, C. 945 D’Ippolito Vitale, C. 1158 Lamorte, C. 2140 Capitanio Santolini, C. 2767 Franzoso, C. 2782 Lorenzin, C. 2837 Guzzanti, C. 2988 Bitonci, C. 3166 Milo, C. 4010 Schirru, C. 4011 Gnecchi, C. 4016 Bobba e C. 4150 Poli.
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 19 luglio 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta del 19 luglio scorso si è convenuto di rinviare l’esame delle proposte emendative riferite al testo unificato dei progetti di legge in titolo, adottato come testo base, ivi incluso l’emendamento 1.10 del relatore, presentato nella medesima seduta. Rammenta, peraltro, che il relatore ha già espresso i pareri di competenza, mentre il rappresentante del Governo si è riservato di indicare il proprio orientamento, sulle proposte emendative presentate, dopo la sospensione estiva dei lavori parlamentari.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI segnala che il Governo, con il decreto-legge in materia economico-finanziaria dello scorso luglio, è intervenuto, sia pure in termini diversi, sull’argomento oggetto del testo unificato in esame: per tale ragione, l’Esecutivo non annette, allo stato, particolare interesse ad una spedita prosecuzione dell’iter in Commissione del provvedimento medesimo, quanto meno nell’attuale formulazione. Manifesta, in ogni caso, la propria disponibilità a svolgere ulteriori approfondimenti diretti a valutare l’impatto di tale testo unificato sulla legislazione vigente, anche verificando la possibilità di apportarvi opportune modifiche, da studiare preferibilmente nell’ambito di una sede informale, come quella del Comitato ristretto.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, preso atto che la normativa introdotta all’interno della manovra economica di luglio ha recato novità importanti sulla materia, che vanno opportunamente approfondite, ritiene opportuno deferire il complesso delle proposte emendative al Comitato ristretto, nel cui ambito si potranno verificare anche eventuali ipotesi di coordinamento normativo con la legislazione vigente.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto degli orientamenti emersi, prospetta la possibilità – se non vi sono obiezioni – che l’esame delle proposte emendative riferite al testo unificato in titolo sia deferito al Comitato ristretto.
La Commissione conviene.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 9.55.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 5 ottobre 2011. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.05.
Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo.
Audizione di rappresentanti di Confindustria.
(Svolgimento e conclusione).
Giuliano CAZZOLA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l’attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l’audizione, avvertendo che i rappresentanti di Confindustria hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
Pierangelo ALBINI, direttore relazioni industriali, sicurezza ed affari sociali di Confindustria, svolge una relazione sui temi oggetto dell’indagine conoscitiva.
Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Luigi BOBBA (PD) e Giuliano CAZZOLA (PdL).
Pierangelo ALBINI, direttore relazioni industriali, sicurezza ed affari sociali di Confindustria, e Francesca MAZZOLARI, funzionario del centro studi di Confindustria, rendono precisazioni rispetto ai quesiti posti.
Silvano MOFFA, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 14.50.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 5 ottobre 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 14.50.
Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Luigi BOBBA (PD) fa notare che gli andamenti non certo favorevoli registrati, nel documento in esame, sul versante dell’occupazione, della crescita, della pressione fiscale, dei consumi e del rapporto debito pubblico-PIL, testimoniano le difficoltà economiche del Paese, che colpiscono, a suo avviso, in particolare i ceti medi e le famiglie. Nonostante talune dinamiche della crisi siano imputabili a fattori imprevedibili che trascendono i confini nazionali, ritiene che il Governo, rispetto a tale situazione, abbia delle responsabilità precise, sia perché ha sottovalutato, soprattutto all’inizio, l’entità della crisi, sia perché non ha adottato misure adeguate in tema di sviluppo, procedendo a meri tagli di spesa e annunciando riforme in materia assistenziale e fiscale che scoraggeranno ancor di più i consumi.
Fa presente, altresì, che il Governo sembra non avere colto taluni segnali positivi di crescita derivanti da tendenze demografiche connesse al livello medio delle aspettative di vita, al tasso di fecondità e ai flussi di ingresso degli immigrati, che avrebbero potuto essere accompagnati da precise politiche di sostegno alle famiglie, in prospettiva di un rilancio della domanda interna. Fa notare che l’Esecutivo, al contrario, è intervenuto in materia previdenziale con provvedimenti contraddittori e sbagliati, che hanno prodotto effetti paradossali se non opposti a quelli auspicati sia nel settore pubblico sia in quello privato.
In conclusione, stigmatizzando l’operato del Governo sul tema della politica economica, esprime un orientamento contrario sul provvedimento in esame.
Marialuisa GNECCHI (PD) ritiene che in materia previdenziale il Governo – in particolare sui temi dell’innalzamento dell’età pensionabile e delle «finestre di uscita» – abbia adottato provvedimenti sbagliati, che definisce veri e propri «furti» nei confronti dei lavoratori. Giudica scorretto sottrarre risorse al settore previdenziale al solo scopo di conseguire risparmi di spesa, osservando che sarebbe stato preferibile agire su taluni importanti fattori di sviluppo, quale, ad esempio, il sostegno all’occupazione. Al riguardo, evidenzia che il rispetto dei diritti previdenziali dei lavoratori, unitamente ad una politica attiva sul lavoro a favore dei giovani, faciliterebbe un più equo ricambio generazionale e incoraggerebbe la ripresa economica, attenuando le tensioni sociali.
Ritiene, in conclusione, che il Governo in carica avrebbe fatto bene a proseguire lungo la strada del risanamento finanziario intrapresa dal precedente Governo di centrosinistra, la cui meritevole azione in tal senso – non soltanto per la capacità di tenuta dei conti pubblici, ma anche per la capacità di garantire tale tenuta con il rafforzamento della lotta all’evasione fiscale, piuttosto che con l’incremento delle entrate – è stata peraltro sottolineata, all’inizio della corrente legislatura, dallo stesso Ministro dell’economia e delle finanze, che ne ha indicato gli aspetti ampiamente positivi nella relazione con cui, nel 2008, è stato presentato alle Camere il Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per il 2007.
Silvano MOFFA, presidente, non essendovi ulteriori richieste di intervento, invita il relatore a formulare una proposta di parere sul provvedimento in esame.
Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, evidenziato anzitutto che la politica economica degli Stati membri, da diversi anni a questa parte, non può far altro che adeguarsi alle direttive provenienti dall’Unione europea, collocandosi in un quadro di riferimento più ampio e generalizzato, sottolinea che il documento in esame non contiene scelte sostanziali, ma si limita a registrare una revisione delle stime di crescita in termini più ridotti, ricostruendo per lo più il percorso delle due ultime manovre economiche, adottate dal Governo al fine di contrastare gli effetti negativi della crisi. Dopo aver dichiarato di condividere le considerazioni svolte da importanti esponenti delle istituzioni monetarie europee sul tema del risanamento finanziario, giudicate negativamente – al contrario – da taluni rappresentanti dell’opposizione, respinge le critiche provenienti dai gruppi di minoranza rispetto ad una presunta sottovalutazione della crisi da parte del Governo. In proposito, fa notare che le conseguenze della crisi in atto non erano in alcun modo prevedibili, avendo quest’ultima mutato a più riprese la propria natura, finendo per coinvolgere, in un processo evolutivo del tutto peculiare, gli stessi bilanci pubblici degli Stati: la reazione del Governo in carica, pertanto, non poteva che essere quella che è stata, ovvero un’azione di riduzione della spesa pubblica e di interventi precisi e mirati sulle entrate, azione che appare inevitabile e non sostituibile da quelle politiche di incremento delle entrate (ad esempio, di natura patrimoniale) proposte dall’opposizione.
Fa notare, quindi, che non esiste una soluzione alternativa ai attuali tagli alla spesa, giudicando opportuno e legittimo un intervento in materia previdenziale realizzato proprio per conseguire tali obiettivi di risanamento finanziario. Ritiene irrealistico, allo stato, invocare maggiori tutele per i lavoratori e proporre un allentamento dei «cordoni della borsa», dal momento che lo Stato sociale appare insostenibile e un eventuale intervento espansivo rischierebbe di allarmare ulteriormente i mercati internazionali. Evidenzia, altresì, che il brusco calo degli accessi alle pensioni non può che essere accolto come testimonianza della buona riuscita di un’operazione di risanamento dei conti pubblici, basata sull’inevitabile inasprimento dei requisiti di maturazione dei trattamenti.
Facendo riferimento ad altre considerazioni svolte nel corso del dibattito, osserva che è necessario tenere distinto il tema delle pensioni da quello del bilancio dell’INPS, nell’ambito del quale riconosce l’esistenza di un disavanzo, che ritiene tuttavia sia determinato dall’andamento delle gestioni temporanee in coincidenza con la crisi in atto. Riconosciuta l’esistenza di un disavanzo della gestione previdenziale dei lavoratori autonomi, meritevole di essere affrontato con attenzione, ribadisce che l’intervento sulle pensioni è stato corretto, avendo inciso su una grandezza economica suscettibile di intaccare il PIL in termini percentuali elevati.
Quanto alla presunta virtuosità del bilancio dei governi di centrosinistra, peraltro, ricorda che anche il Ministro dell’economia e delle finanze dell’ultimo Governo Prodi riconobbe, in atti ufficiali, le positive misure di contenimento della spesa adottate dal precedente Governo di centrodestra. Ritiene, dunque, che nulla possa essere rimproverato al Governo, se non una certa frammentarietà dell’azione, osservando, in proposito, che sarebbe stato auspicabile, piuttosto, promuovere da subito una manovra organica e unitaria, in grado di affrontare in modo sistematico tutte le problematiche in gioco, garantendo una migliore compensazione degli interventi di riduzione e una più adeguata distribuzione delle risorse (eventualmente da destinare a favore dei settori più in difficoltà e dei soggetti più deboli, come le donne).
Alla luce delle considerazioni svolte, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato), avvertendo che essa ha inteso recepire talune delle considerazioni svolte durante il dibattito in Commissione.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), osservato che i gruppi di maggioranza si assumono le responsabilità di scelte difficili da compiere nell’interesse del Paese, giudica paradossale che taluni esponenti dell’opposizione rivendichino presunti meriti del precedente Governo di centrosinistra in materia di risanamento finanziario, dal momento che qualsiasi proposta proveniente da quella parte politica reca il segno di un incremento della spesa pubblica, suscettibile, a suo avviso, di portare al fallimento lo Stato. Fatto notare che l’evoluzione della crisi non era, al suo inizio, facilmente prevedibile, osserva che il Governo in carica ha adottato misure necessarie e sostenibili, dal punto di vista finanziario, e ritenute efficaci anche negli ambienti comunitari. A tale proposito, giudica non rispondenti al vero talune considerazioni svolte dai gruppi di opposizione sul tema delle «finestre di uscita», facendo notare che su tale argomento la minoranza scade nella faziosità, al solo scopo di mettere in cattiva luce il Governo.
Ritiene che in un momento di crisi tutti gli schieramenti politici, piuttosto che svolgere argomentazioni capziose e demagogiche, suscettibili di alimentare le tensioni sociali, dovrebbero offrire il proprio contributo con obiettività e serietà, in un quadro di leale e sincera collaborazione, in vista di una piena ripresa economica del Paese. Pur giudicando necessario proseguire lungo questa via di risanamento finanziario, ritiene possibile avviare una riflessione circa l’opportunità di prevedere adeguate forme di sostegno ai soggetti più difficoltà – in particolare giovani e lavoratrici madri – purché essa assuma una valenza più complessiva, prendendo in considerazione le dinamiche di sviluppo di un mercato economico globalizzato, in cui la mancanza di specializzazione dei lavoratori, rispetto al grado di competitività mostrato da taluni Paesi emergenti, potrebbe rivelarsi decisiva.
Fatto notare, infine, che l’azione del Governo in materia di lotta all’evasione fiscale è stata più che positiva, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Antonino FOTI (PdL), nel giudicare condivisibile l’azione del Governo in materia di risanamento dei conti pubblici, soprattutto per il fatto di avere perseguito l’obiettivo del pareggio di bilancio, in un quadro complessivo di armonizzazione delle normative (in particolare di quelle del settore previdenziale) conformemente agli impegni assunti in sede europea, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Giulio SANTAGATA (PD) rileva anzitutto che avrebbe gradito una maggiore partecipazione al dibattito da parte degli esponenti della maggioranza, facendo notare che essi sono intervenuti, nella giornata odierna, in «sospetta» prossimità rispetto alla deliberazione di competenza della Commissione, forse al solo fine di assicurare il raggiungimento dei numeri necessari per il voto. Dichiara, inoltre, che l’opposizione sarebbe ben felice di offrire la propria collaborazione – come invocato dal deputato Fedriga nel proprio intervento – purché vi sia una reale disponibilità al confronto anche da parte della maggioranza, secondo tempi e modalità adeguate a discussioni di significativa importanza, come quella che, ad esempio, avrebbe dovuto investire l’esame della Nota di aggiornamento del DEF.
In conclusione, pur apprezzando lo sforzo del relatore di andare incontro – con una proposta di parere dal contenuto sicuramente rilevante – alle osservazioni dell’opposizione, ritiene di non potersi esimere dal preannunciare il voto contrario del suo gruppo sulla proposta medesima, non tanto per una valutazione negativa circa gli elementi in essa inseriti, quanto per un giudizio fortemente contrario sul complesso del documento in esame.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI dichiara di condividere la proposta di parere favorevole predisposta dal relatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Legge comunitaria 2011.
C. 4623 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea.
Doc. LXXXVII, n. 4.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, fa presente che la Commissione procederà all’esame congiunto, ai sensi dell’articolo 126-ter del Regolamento, del disegno di legge comunitaria e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea. Al riguardo, ricorda che la Commissione esamina le parti di sua competenza del disegno di legge comunitaria, che è assegnato in sede referente alla XIV Commissione, e conclude tale esame con l’approvazione di una relazione e con la nomina di un relatore, che può partecipare alle sedute della XIV Commissione; gli emendamenti eventualmente approvati dalla Commissione sono trasmessi, unitamente alla relazione stessa, alla XIV Commissione, che dovrà a sua volta approvarli, potendo respingerli esclusivamente per motivi di compatibilità comunitaria o di coordinamento generale: a tal fine, gli emendamenti presentati in Commissione saranno sottoposti al vaglio preventivo della presidenza della Commissione, sulla base delle specifiche regole di ammissibilità.
Come rilevato in precedenza, ricorda altresì che, congiuntamente al disegno di legge comunitaria, la Commissione esamina anche le parti di sua competenza della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea e conclude tale esame con l’approvazione di un parere.
Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, rammenta anzitutto che il disegno di legge comunitaria è l’atto normativo con il quale l’Italia promuove ogni anno l’adeguamento del proprio ordinamento alla legislazione dell’Unione europea; esso, infatti, contiene le disposizioni con cui la legislazione italiana recepisce direttamente le direttive comunitarie nelle varie materie di interesse, in particolare mediante due allegati (A e B), nei quali sono elencate le direttive comunitarie in scadenza, delle quali si propone l’attuazione nell’ordinamento interno, da realizzare mediante l’emanazione di appositi decreti legislativi, secondo principi e criteri, di carattere generale, esposti nello stesso disegno di legge comunitaria. Fa presente, quindi, che – secondo quanto stabilito dalle stesse norme del Regolamento – la relazione odierna si concentrerà sui soli ambiti di competenza della XI Commissione, ossia sulle parti del disegno di legge comunitaria 2011 che intervengono su materie relative al lavoro. In questo contesto, osserva che le disposizioni di competenza della Commissione riguardano esclusivamente l’attuazione di due direttive contenute nell’allegato B, che – come detto in precedenza – prevede il recepimento della normativa comunitaria meditante decreto legislativo, previa acquisizione del parere parlamentare.
Segnala, infatti, che tale allegato contiene, in primo luogo, la direttiva 2010/41/UE del 7 luglio 2010, del Parlamento europeo e del Consiglio (il cui recepimento deve avvenire entro il 5 agosto 2012), che ha lo scopo di applicare il principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un’attività autonoma; in particolare, la direttiva in esame – che intende superare la precedente direttiva sull’argomento – mira a salvaguardare i diritti relativi alla condizione di madre o padre dei lavoratori autonomi e dei coniugi che li assistono, nonché rafforzare la protezione della maternità delle lavoratrici autonome e di migliorare la situazione dei coniugi dei lavoratori autonomi. Fa notare, peraltro, che l’articolo 16 della direttiva dispone che gli Stati membri, per particolari difficoltà, possano usufruire di un periodo supplementare di due anni – e, quindi, fino al 5 agosto 2014 – per conformarsi alle disposizioni di protezione sociale e per la prestazioni di maternità relativamente ai conviventi di lavoratori autonomi.
Evidenzia, quindi, l’altra direttiva di competenza della Commissione, anch’essa inserita nell’allegato B, ossia la direttiva 2010/18/UE dell’8 marzo 2010, del Consiglio, che attua l’accordo-quadro «rivisto» sul congedo parentale, concluso il 18 giugno 2009 dalle tre organizzazioni generali europee interprofessionali delle parti sociali (CES, CEEP e BUSINESSEUROPE) e dall’organizzazione europea interprofessionale delle parti sociali che rappresenta una determinata categoria di imprese (UEAPME); la direttiva – che dovrà essere recepita entro l’8 marzo 2012 – risponde alla necessità di migliorare ulteriormente la conciliazione di vita professionale, vita privata e vita familiare e, in particolare, la legislazione comunitaria vigente in tema di protezione della maternità e congedo parentale, nonché alla possibilità di introdurre nuove forme di congedo per ragioni familiari.
Preso atto, pertanto, del contenuto di interesse della Commissione, preannuncia l’intenzione di esprimere un orientamento favorevole sul disegno di legge comunitaria, per le parti di competenza, fatta salva l’esigenza di verificare l’eventuale presentazione di emendamenti al testo, che saranno ovviamente valutati nel seguito dell’esame del provvedimento.
Passando, poi, alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, ricorda che essa costituisce un importante strumento informativo sulle politiche generali, poiché dà conto dell’attività svolte dalle istituzioni comunitarie nei differenti settori e delle corrispondenti iniziative del Governo italiano. Con riferimento alle parti di interesse della XI Commissione, fa presente che esse riguardano sostanzialmente due grandi aree di intervento di carattere generale: le pari opportunità (paragrafo 10.1.2) e le politiche del lavoro (paragrafo 10.2). Nel fare rinvio, per un’analisi di maggiore dettaglio, al contenuto testuale della Relazione, fa notare che essa, nell’ambito dei settori richiamati, illustra in modo sintetico le diverse iniziative dell’Unione europea, valutate sotto il profilo dei principali sviluppi realizzatisi nel corso del biennio 2009-2010; inoltre, essa illustra – sempre in ordine ai settori di interesse esposti in precedenza – le modalità con le quali l’Italia ha partecipato al processo normativo nelle singole politiche, dando anche conto del recepimento nell’ordinamento del diritto dell’UE.
In questo contesto, segnala che, sotto il profilo delle pari opportunità, il documento è incentrato sulle iniziative derivanti dall’elaborazione della nuova Strategia della Commissione europea per l’uguaglianza tra uomini e donne 2010-2015, con l’indicazione dei progetti che sono stati realizzati o sono tuttora in corso nell’ambito della collaborazione intra-comunitaria. Rileva poi che, quanto alle politiche del lavoro, la Relazione si sofferma anzitutto sulle azioni poste in essere per il contrasto alla crisi finanziaria e occupazionale e per la libera circolazione dei lavoratori (argomento sul quale taluni riferimenti sono compresi anche nel paragrafo 1.2); esso contiene, inoltre, un’analisi sui progetti di cooperazione europea per la lotta al lavoro sommerso, nonché taluni cenni sulle iniziative concernenti le politiche previdenziali.
In conclusione, trattandosi di un documento prevalentemente ricognitivo delle iniziative adottate, ritiene che vi siano le condizioni per esprimere una parere favorevole anche sulla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea.
Elisabetta RAMPI (PD), nel riservarsi di esprimere una posizione definitiva sui provvedimenti in esame nel prosieguo del dibattito, avverte che il suo gruppo valuterà la possibile presentazione di proposte emendative riferite al disegno di legge comunitaria, per le parti di competenza della XI Commissione. Soffermandosi brevemente, peraltro, sul tema delle pari opportunità, oggetto delle direttive illustrate dal relatore, richiama l’importanza di avere fissato un termine di scadenza per l’attuazione delle predette direttive, in vista di un sollecito adeguamento dell’ordinamento interno alla normativa europea, anche al fine di scongiurare il rischio dell’avvio di procedure d’infrazione ai danni dell’Italia. Manifestata, inoltre, soddisfazione per la disposizione, contenuta nel disegno di legge comunitaria, che torna a proporre di riunire in testi unici e codici di settore le discipline vigenti in materia, con lo scopo di armonizzare le normative e dare maggiori certezze giuridiche ai cittadini, auspica un confronto collaborativo con i gruppi maggioranza, anche nella prospettiva di un possibile miglioramento del provvedimento legislativo presentato dal Governo.
Barbara SALTAMARTINI (PdL) ritiene che la discussione dei provvedimenti in esame possa rappresentare una grande opportunità per avviare una riflessione più complessiva sul tema della «pari genitorialità», eventualmente riallacciandosi al lavoro già svolto in Commissione nell’ambito dell’esame in sede referente delle proposte di legge n. 2618 e abbinate, in materia di sostegno alla maternità e alla paternità. Auspica, pertanto, che sul tema in questione – pur nella consapevolezza dei limiti di emendabilità del disegno di legge comunitaria – possa concentrarsi l’attenzione di tutti gli schieramenti, in vista del raggiungimento di obiettivi comuni di pari opportunità tra uomini e donne, che prevedano il riconoscimento di un’assunzione di responsabilità da parte di entrambi nella gestione dei carichi familiari, così come stabilisce la stessa proposta normativa testé indicata, diretta a introdurre l’istituto del congedo di paternità obbligatorio.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame congiunto ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.40.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 5 ottobre 2011.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Martedì 4 ottobre 2011. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.
La seduta comincia alle 12.30.
Sulla programmazione dei lavori della Commissione.
Giuliano CAZZOLA, presidente, comunica che, a seguito della riunione di mercoledì 28 settembre 2011 dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione:
PROGRAMMA DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE PER IL PERIODO OTTOBRE-DICEMBRE 2011
OTTOBRE 2011
Sede referente
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi e C. 4260 Cazzola.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini, C. 4030 Poli.
Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di reversibilità.
Testo unificato C. 1847 Bragantini, C. 945 D’Ippolito Vitale, C. 1158 Lamorte, C. 2140 Capitanio Santolini, C. 2767 Franzoso, C. 2782 Lorenzin, C. 2837 Guzzanti, C. 2988 Bitonci, C. 3166 Milo, C. 4010 Schirru, C. 4011 Gnecchi, C. 4016 Bobba e C. 4150 Poli.
Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.
Trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.
C. 3391 Nicola Molteni, C. 3392 Volontè, C. 3616 Narducci.
Norme per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti.
C. 124 Angeli, C. 859 Pisicchio, C. 937 D’Ippolito Vitale, C. 3010 Renato Farina.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Disposizioni per la tutela previdenziale dei medici in formazione specialistica.
C. 3361 Di Virgilio.
Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato.
C. 3542 Damiano.
Disciplina dell’assunzione di lavoratori con contratto di dirigente temporaneo.
C. 3642 Mosca e C. 3978 Cazzola.
Interventi per il sostegno dell’imprenditoria e dell’occupazione giovanile e femminile e delega al Governo in materia di regime fiscale agevolato.
C. 3696 Antonino Foti, C. 4052 Mura, C. 4068 Damiano, C. 4119 Fedriga, C. 4225 Minardo (Commissioni riunite X e XI).
Risoluzioni
7-00597 Schirru: Sull’emergenza relativa agli oneri contributivi nella Regione Sardegna.
7-00635 Codurelli: Indennità di buonuscita dei dipendenti di Poste Italiane SpA.
7-00604 Moffa, 7-00648 Schirru, 7-00661 Poli, 7-00687 Paladini: Progetti sperimentali di inserimento lavorativo dei disabili.
Indagine conoscitiva
Sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo: svolgimento delle audizioni previste nel programma.
NOVEMBRE 2011
Sede referente
Disposizioni concernenti le graduatorie ad esaurimento per l’assunzione dei docenti e per la giurisdizione sulle relative controversie.
C. 4442 Antonino Russo.
Disposizioni per l’adeguamento delle pensioni al costo della vita e per l’unificazione degli istituti di previdenza.
C. 4268 Di Pietro.
Disposizioni concernenti l’integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio.
C. 2360 Pelino e C. 3991 Bobba (se non trasferito alla sede legislativa).
Disposizioni per la tutela delle vittime di vessazioni o maltrattamenti psicologici nell’ambito dell’attività lavorativa (mobbing).
C. 764 Carlucci, C. 1976 Codurelli, C. 3048 Maurizio Turco, C. 3050 Di Stanislao, C. 3469 Miglioli, C. 4411 Margiotta.
Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di reversibilità.
Testo unificato C. 1847 Bragantini, C. 945 D’Ippolito Vitale, C. 1158 Lamorte, C. 2140 Capitanio Santolini, C. 2767 Franzoso, C. 2782 Lorenzin, C. 2837 Guzzanti, C. 2988 Bitonci, C. 3166 Milo, C. 4010 Schirru, C. 4011 Gnecchi, C. 4016 Bobba e C. 4150 Poli.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi e C. 4260 Cazzola.
Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini, C. 4030 Poli.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria.
C. 1022 Carlucci, C. 1137 Samperi, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso, C. 2961 Vitali.
Interpretazione autentica dell’articolo 73, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748, relativo al parametro di riferimento per la liquidazione delle pensioni ordinarie e degli assegni sostitutivi per i funzionari delle qualifiche ad esaurimento.
C. 3999 Paladini.
Norme per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti.
C. 124 Angeli, C. 859 Pisicchio, C. 937 D’Ippolito Vitale, C. 3010 Renato Farina.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Modifiche alla normativa in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici.
C. 389 Volontè, C. 1160 Pittelli, C. 4221 Fedriga.
Disposizioni per la tutela previdenziale dei medici in formazione specialistica.
C. 3361 Di Virgilio.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, C. 2993 Reguzzoni, C. 3534 Donadi, C. 3815 Golfo.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.
Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato.
C. 3542 Damiano.
Interventi per il sostegno dell’imprenditoria e dell’occupazione giovanile e femminile e delega al Governo in materia di regime fiscale agevolato.
C. 3696 Antonino Foti, C. 4052 Mura, C. 4068 Damiano, C. 4119 Fedriga, C. 4225 Minardo (Commissioni riunite X e XI).
DICEMBRE 2011
Sede referente
Disposizioni per l’istituzione di un contratto unico di inserimento formativo e per il superamento del dualismo nel mercato del lavoro.
C. 2630 Madia.
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
Testo unificato C. 344 Bellotti, C. 2369 Lo Presti, C. 2509 Carlucci.
Disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi e di estensione del diritto alla pensione supplementare.
C. 3871 Gnecchi e C. 4260 Cazzola.
Modifica all’articolo 18 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di quote di riserva per le assunzioni obbligatorie.
C. 4089 Schirru.
Disposizioni per la tutela delle vittime di vessazioni o maltrattamenti psicologici nell’ambito dell’attività lavorativa (mobbing).
C. 764 Carlucci, C. 1976 Codurelli, C. 3048 Maurizio Turco, C. 3050 Di Stanislao, C. 3469 Miglioli, C. 4411 Margiotta.
Disciplina della professione di collaboratore parlamentare.
C. 2438 Codurelli.
Disposizioni in materia di agevolazioni per la ricollocazione di lavoratori licenziati da privati datori di lavoro non imprenditori.
C. 4306 Galletti.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, c. 2993 Reguzzoni, C. 3534 Donadi, C. 3815 Golfo.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria.
C. 1022 Carlucci, C. 1137 Samperi, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso, C. 2961 Vitali.
Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.
Norme per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti.
C. 124 Angeli, C. 859 Pisicchio, C. 937 D’Ippolito Vitale, C. 3010 Renato Farina.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini, C. 4030 Poli.
Norme in favore del personale a contratto in servizio presso le rappresentanze italiane all’estero.
C. 111 Angeli, C. 719 Fedi, C. 1632 Di Biagio, C. 1963 Lenzi.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernenti l’istituzione della figura professionale del progettista della sicurezza.
C. 3341 Antonino Foti.
Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate.
C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Disposizioni per l’adeguamento delle pensioni al costo della vita e per l’unificazione degli istituti di previdenza.
C. 4268 Di Pietro.
Modifiche all’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, concernenti i requisiti per l’accesso dei lavoratori e delle lavoratrici al trattamento di pensione e la disciplina della ricongiunzione dei periodi assicurativi dei lavoratori ai fini previdenziali.
C. 3692 Gnecchi e C. 3693 Gnecchi.
Disposizioni per l’adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1347 Rigoni, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino, C. 1953 Iannarilli.
Estensione del diritto all’assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
Testo unificato C. 1421 Paglia, C. 1827 Pelino, C. 2571 Volontè.
Modifica all’articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di richieste di avviamento dei disabili al lavoro.
C. 473 Anna Teresa Formisano.
Disposizioni per la tutela previdenziale dei medici in formazione specialistica.
C. 3361 Di Virgilio.
Interventi per il sostegno dell’imprenditoria e dell’occupazione giovanile e femminile e delega al Governo in materia di regime fiscale agevolato.
C. 3696 Antonino Foti, C. 4052 Mura, C. 4068 Damiano, C. 4119 Fedriga, C. 4225 Minardo (Commissioni riunite X e XI).
Segnala, quindi, che le modalità di attuazione del programma (e, in particolare, l’inserimento all’ordine del giorno della Commissione dei provvedimenti già iscritti nel programma) saranno stabilite mediante i calendari dei lavori della Commissione, predisposti – con cadenza settimanale – dall’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi; il programma potrà, inoltre, essere integrato e aggiornato con l’esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle determinazioni che l’ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo.
Comunica, infine, che saranno iscritti all’ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli ulteriori atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissione e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; gli ulteriori progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito.
La Commissione prende atto.
La seduta termina alle 12.35.
INDAGINE CONOSCITIVA
Martedì 4 ottobre 2011. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA, indi del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 12.35.
Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo.
Audizione di rappresentanti di Rete Imprese Italia.
(Svolgimento e conclusione).
Giuliano CAZZOLA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l’attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l’audizione, avvertendo che i rappresentanti di Rete Imprese Italia hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
Stefano DI NIOLA, rappresentante di RETE Imprese Italia, responsabile del dipartimento relazioni sindacali CNA, svolge una relazione sui temi oggetto dell’indagine conoscitiva.
Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Maria Grazia GATTI (PD), Luigi BOBBA (PD), Cesare DAMIANO (PD), Giuliano CAZZOLA (PdL) e Amalia SCHIRRU (PD).
Stefano DI NIOLA, rappresentante di RETE Imprese Italia, responsabile del dipartimento relazioni sindacali CNA, rende precisazioni rispetto ai quesiti posti.
Dopo un ulteriore intervento del presidente Silvano MOFFA, svolgono, quindi, considerazioni integrative Ilaria DI CROCE, rappresentante di RETE Imprese Italia, addetta al settore lavoro e relazioni sindacali Confcommercio, e Stefano DI NIOLA, rappresentante di RETE Imprese Italia, responsabile del dipartimento relazioni sindacali CNA.
Silvano MOFFA, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 13.40.
SEDE REFERENTE
Martedì 4 ottobre 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 13.40.
Sull’ordine dei lavori.
Silvano MOFFA, presidente, propone di procedere a un’inversione dell’ordine del giorno, nel senso di svolgere immediatamente la prevista seduta in sede referente, per poi procedere con la seduta in sede consultiva e, infine, con la programmata riunione del Comitato ristretto.
La Commissione concorda.
Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato e ulteriori disposizioni in materia di lavoro.
C. 3542 Damiano.
(Seguito dell’esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 15 giugno 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che lo scorso 15 giugno la Commissione ha richiesto al Governo la predisposizione di una relazione tecnica, ai sensi dell’articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, per la quantificazione degli oneri recati dal provvedimento in esame. Avverte, quindi, che il Governo ha trasmesso alla Commissione la predetta relazione tecnica: essa risulta negativamente verificata dal Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, sia sotto il profilo delle quantificazioni sia sotto quello delle coperture finanziarie. Fa presente, in particolare, che il medesimo Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato afferma che la relazione tecnica fornisce indicazioni che rischiano di essere sottostimate rispetto agli oneri effettivi che potrebbero essere prodotti, con ciò rendendo addirittura più incerti gli stessi dati finanziari, già abbastanza impegnativi, posti alla base del calcolo dei costi dell’intervento normativo in esame. Per tali ragioni, giudica opportuno che la Commissione – alla luce degli elementi forniti dal Governo – approfondisca ulteriormente l’argomento, anche al fine di verificare i margini per poter pervenire ad una esauriente quantificazione degli oneri e individuare, al contempo, una adeguata modalità di copertura finanziaria del provvedimento.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, considerata l’esigenza di ridurre gli oneri recati dal provvedimento in esame e giudicata, in ogni caso, molto utile la relazione tecnica predisposta dal Governo, anche al fine di disporre di una stima credibile dei costi da sostenere, prospetta l’opportunità di nominare, per l’ulteriore svolgimento dell’istruttoria legislativa, un Comitato ristretto, nel cui ambito verificare possibili interventi modificativi del testo.
Cesare DAMIANO (PD), attesa l’importanza delle misure recate dal provvedimento a sua prima firma, dichiara di condividere la possibile nomina di un Comitato ristretto, nel quale affrontare il problema degli oneri finanziari, come rappresentato dalla relazione tecnica trasmessa dal Governo. Osservato, peraltro, che la questione del costo del lavoro negli appalti al massimo ribasso potrebbe essere stata superata dall’approvazione di una apposita disposizione inserita, prima dell’estate scorsa, nel cosiddetto «decreto sviluppo», preannuncia l’intenzione di presentare una propria interrogazione diretta a scongiurare presunti interventi interpretativi che – secondo notizie acquisite in via informale – potrebbero addirittura mirare a depotenziare le disposizioni legislative recentemente introdotte nell’ordinamento.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto degli orientamenti emersi, propone di procedere alla nomina di un Comitato ristretto per l’ulteriore seguito dell’istruttoria legislativa sul provvedimento in esame.
La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.
Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.
C. 3391 Nicola Molteni, C. 3392 Volontè, C. 3616 Narducci.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame dei provvedimenti in titolo.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, osserva che le proposte di legge in esame recano disposizioni volte alla tutela dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati. Rileva che tutte le proposte di legge si compongono di 4 articoli e novellano la legge 5 giugno 1997, n. 147, che disciplina i trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro. Al riguardo, ricorda brevemente, in via preliminare, che con l’Accordo sottoscritto a Berna il 12 dicembre 1978 tra Italia e Svizzera e reso esecutivo in Italia con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1980, n. 90, è stata disciplinata la retrocessione finanziaria in materia di indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri. Fa presente che, in base all’Accordo, ciascun Paese si è impegnato a versare annualmente all’altro una parte (costituita da un montante forfettario) delle somme raccolte mediante contribuzione, in modo da permettere all’Italia la copertura del rischio di disoccupazione totale dei propri lavoratori in Svizzera e viceversa (il rischio della disoccupazione parziale resta invece a carico direttamente del Paese in cui il frontaliero lavora). Fa notare che il predetto montante viene stabilito ogni anno in rapporto ai salari medi annui percepiti dai frontalieri, ai contributi versati da lavoratori e datori di lavoro per l’assicurazione contro la disoccupazione, alla proporzione tra disoccupazione totale e parziale (tenendo conto in tale proporzione della quota relativa ai frontalieri licenziati per motivi economici). Segnala che, con la legge 12 giugno 1984, n. 228, è stata data attuazione all’Accordo e, successivamente, la legge 5 giugno 1997, n. 147, è intervenuta a disciplinare organicamente la materia, superando di fatto la legge n. 228 del 1984 (la quale non è stata espressamente abrogata e continua pertanto a trovare applicazione unicamente per specifici aspetti, quali, ad esempio, i frontalieri italiani occupati in Svizzera con contratto di lavoro stagionale).
Mette in evidenza che, ai sensi delle disposizioni contenute nella legge n. 147 del 1997, i lavoratori frontalieri italiani licenziati in Svizzera a seguito della cessazione del rapporto di lavoro a loro non imputabile, mantengono il diritto (già istituito dalla richiamata legge n. 228 del 1984), alla corresponsione di un trattamento speciale di disoccupazione, erogato dall’INPS, nel caso in cui abbiano svolto in Svizzera un’attività soggetta a contribuzione, secondo il regime ivi vigente di assicurazione contro la disoccupazione, per almeno un anno nei due anni precedenti l’inizio dello stato di disoccupazione; sono altresì ammessi ai richiamati trattamenti speciali i lavoratori frontalieri ai quali il contratto di lavoro non sia stato rinnovato per motivi economici e comunque non imputabili ai lavoratori stessi, attestati da dichiarazione del datore di lavoro. Sottolinea che, a tal fine, presso l’INPS è istituita, per l’intero periodo di validità dell’accordo richiamato, un’apposita gestione con contabilità separata, per l’erogazione dei trattamenti speciali di disoccupazione a favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, finanziata dalla retrocessione da parte elvetica delle quote di contribuzione versate dai lavoratori. Fa notare che la corresponsione dei trattamenti speciali di disoccupazione è comunque limitata all’esaurimento delle disponibilità della suddetta gestione (nella quale attualmente, secondo i dati dell’ultimo bilancio preventivo dell’INPS, risultano circa 300 milioni di euro). Rileva, inoltre, che il trattamento speciale di disoccupazione ha una durata massima di 360 giorni e l’importo giornaliero viene stabilito per ciascun anno dal Consiglio d’amministrazione dell’INPS (articolo 3, comma 1).
Passando ai provvedimenti all’esame della Commissione, segnala che le proposte di legge C. 3391 e C. 3392 hanno un identico contenuto, mentre la proposta di legge C. 3616 è di contenuto assai simile ad esse. Evidenzia, in particolare, che l’articolo 1 di tutte le proposte di legge stabilisce che la gestione separata istituita presso l’INPS per l’erogazione dei trattamenti speciali di disoccupazione a favore dei lavoratori frontalieri in Svizzera possa essere utilizzata esclusivamente al fine del pagamento dei trattamenti in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera.
Fa presente, poi, che l’articolo 2 delle proposte di legge C. 3391 e C. 3392 dispone che si considerano periodi neutri (e quindi computabili) ai sensi della legge n. 223 del 1991 (sulla mobilità dei lavoratori), ai fini del raggiungimento del diritto a percepire l’indennità di disoccupazione speciale per i frontalieri italiani in Svizzera, i periodi di malattia o di infortunio eventualmente presenti nei due anni precedenti lo stato di disoccupazione; viene inoltre precisato che tali periodi, pur non potendo essere presi in considerazione ai fini del raggiungimento del requisito contributivo di almeno un anno di attività soggetta a contribuzione secondo il regime vigente di assicurazione contro la disoccupazione nei due anni precedenti, possano comunque determinare la retrodatazione del biennio nel quale verificare la presenza di un anno di contribuzione versata per l’assicurazione svizzera contro la disoccupazione. Segnala, al contempo, l’articolo 2 della proposta di legge C. 3616, che prevede anch’esso che qualora nei due anni precedenti lo stato di disoccupazione siano presenti periodi di malattia o di infortunio, essi concorrano a determinare il biennio nel quale verificare la sussistenza del requisito di un anno di attività soggetta a contribuzione, prescritto dal regime di assicurazione contro la disoccupazione vigente in Svizzera, ai fini del conseguimento del diritto ai trattamenti.
Osserva, quindi, che l’articolo 3 di tutte le proposte di legge eleva la durata massima dell’erogazione del trattamento (attualmente stabilita in 360 giorni) a 18 mesi per i lavoratori di età compresa tra 50 e 55 anni e a 24 mesi per i lavoratori di età pari o superiore a 56 anni. Fa presente, infine, che l’articolo 4 di tutte le proposte di legge dispone l’inserimento d’ufficio dei lavoratori nelle liste di mobilità previste dalla legge n. 223 del 1991 (in luogo dell’inserimento a seguito di apposita domanda da parte del lavoratore, come attualmente previsto); inoltre, introduce a carico della sede INPS territorialmente competente al ricevimento e valutazione della domanda di trattamento, l’obbligo di comunicazione dell’accoglimento della domanda all’interessato e al centro per l’impiego territorialmente, il quale dovrà provvedere a sua volta all’inserimento del nominativo del lavoratore nelle liste di mobilità.
In conclusione, propone di procedere con sollecitudine nell’iter, anche prevedendo l’adozione di uno dei progetti di legge – preferibilmente quello presentato per primo – come testo base per il seguito dell’esame in sede referente; ritiene, infatti, che l’eventuale nomina di un Comitato ristretto per l’unificazione dei testi possa rischiare di allungare inutilmente i tempi, atteso anche che i diversi provvedimenti hanno un contenuto pressoché identico.
Il sottosegretario Luca BELLOTTI dichiara di condividere l’ipotesi prospettata dal relatore, chiedendo tuttavia di concedere al Governo due settimane di tempo per definire una propria, eventuale, proposta modificativa del testo, anche alla luce della discussione che, proprio in queste settimane, sta avendo luogo sul tema in sede di Unione europea.
Franco NARDUCCI (PD) dichiara preliminarmente di non comprendere la ragione per la quale il relatore prospetti l’adozione di uno solo dei progetti di legge come testo base, auspicando che si possa invece definire un testo unificato dei diversi provvedimenti in titolo. Evidenziate, poi, le motivazioni che sono alla base dei predetti interventi normativi, da ricercare nel diverso trattamento riservato ai frontalieri italiani, che non possono accedere ai medesimi benefici riconosciuti ai lavoratori oltre confine, pone in risalto l’urgenza di approvare le norme in discussione, facendo notare come da anni sia in corso un dibattito a livello europeo su analoghe proposte (tuttavia finalizzate a omogeneizzare i trattamenti di tutte le realtà simili, esistenti nel continente) e come ci sia stato in tempi recenti – a suo avviso, anche su iniziativa del gruppo al quale appartiene il relatore – il tentativo di sottrarre ai lavoratori frontalieri parte delle risorse previste dalla legislazione vigente.
Raccomanda, pertanto, alla Commissione di procedere speditamente nell’iter, non soltanto per ridare dignità ai lavoratori frontalieri italiani, che stanno vivendo una dura fase di aggressione politica a sfondo xenofobo promossa dal partito autonomista ticinese, ma anche per favorire la soluzione del problema della retrocessione fiscale, se necessario anche mediante appositi negoziati. Auspica, in conclusione, che l’approvazione del provvedimento in esame, che rappresenterebbe un primo passo per la normalizzazione della situazione esistente, possa avvenire anche ricorrendo all’attivazione della sede legislativa, rispetto alla quale il suo gruppo si dichiara sin d’ora disponibile.
Nicola MOLTENI (LNP), nel ritenere praticabile l’ipotesi del ricorso alla sede legislativa per l’approvazione dei provvedimenti in esame, intende anzitutto precisare di non avere alcuna intenzione di rivendicare possibili «primogeniture» sull’intervento proposto, dichiarando la più ampia disponibilità a un confronto con tutti gli schieramenti politici, diretto alla definizione di un testo condiviso; in proposito, fa presente, peraltro, che il suo gruppo, anche con la proposta di legge a sua prima firma, vuole destinare esclusivamente ai lavoratori frontalieri la totalità dei fondi previsti dalla legislazione vigente e, pertanto, non ha mai adottato iniziative politiche come quelle richiamate dal deputato Narducci.
Per le ragioni esposte, si augura che si possano rapidamente individuare – con l’adozione di un apposito intervento normativo – le più opportune soluzioni rispetto alle questioni illustrate dal relatore, che vanno tenute svincolate da altre vicende di diversa natura.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, preso atto degli orientamenti emersi, ritiene – anche al fine di coniugare le esigenze di rapidità dell’iter con le legittime aspirazioni dei gruppi nell’avere pari dignità di iniziativa legislativa – di poter assumere l’incarico, in qualità di relatore, di definire, con la collaborazione del Governo, un testo unificato delle proposte di legge abbinate, da presentare in tempi rapidi alla Commissione, senza tuttavia procedere alla nomina di un Comitato ristretto.
Silvano MOFFA, presidente, considerato che non vi sono obiezioni in proposito, ritiene che si possa procedere secondo le modalità appena indicate dal relatore, fermo restando che il rappresentante del Governo ha, in precedenza, richiesto due settimane di tempo per poter approfondire gli aspetti problematici della questione.
Nell’invitare, pertanto, lo stesso relatore a predisporre l’eventuale proposta di testo unificato dei provvedimenti in titolo in un termine coerente con la predetta richiesta, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.05.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 4 ottobre 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA, indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luca Bellotti.
La seduta comincia alle 14.05.
Regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici.
Testo unificato C. 225 Mazzocchi e C. 2274 Mattesini.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Donella MATTESINI (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere di competenza alla X Commissione sul testo unificato delle proposte di legge n. 225 e abbinate, come risultante dall’esame degli emendamenti, conclusosi nella seduta del 21 settembre 2011. Fa presente che il provvedimento è frutto di un lavoro approfondito svolto presso la Commissione di merito, che ha consentito di definire un testo che sembra raccogliere il consenso sostanzialmente unanime dei gruppi; la finalità del provvedimento è, infatti, quella di introdurre nell’ordinamento norme in grado di stabilire una sorta di tracciabilità della filiera delle gemme, a garanzia sia degli operatori che dei consumatori. Rileva, pertanto, che il testo in esame reca disposizioni riguardanti le definizioni e le denominazioni commerciali, la responsabilità degli operatori, i laboratori di analisi e il regime sanzionatorio.
Per quanto concerne i profili di interesse della XI Commissione, segnala, innanzitutto, il comma 3 dell’articolo 8-bis, secondo il quale le regioni possono promuovere corsi di qualificazione per i soggetti che operano nel mercato gemmologico, volti alla conoscenza dei materiali di cui alla presente proposta di legge, alla loro lavorazione e alla loro commercializzazione; secondo tale disposizione, inoltre, la partecipazione ai corsi di qualificazione è volontaria e si conclude con il rilascio di un’attestazione di qualifica dell’operatore. Evidenzia altresì il comma 2 dell’articolo 12, in base al quale i laboratori abilitati al rilascio di certificazioni dei materiali gemmologici in commercio, iscritti in appositi elenchi tenuti dalle camere di commercio, devono offrire garanzie di indipendenza e di qualificazione tecnico-professionale, volte in particolare al settore della gemmologia per la determinazione della categoria di appartenenza dei materiali gemmologici in commercio ed essere in possesso di determinati requisiti.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento e delle norme di diretto interesse della Commissione, ritiene che sussistano le condizioni per un orientamento positivo; propone, pertanto, di esprimere un parere favorevole sul testo unificato in esame.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 29 settembre 2011.
Giulio SANTAGATA (PD), pur apprezzando l’onestà intellettuale del relatore, ampiamente dimostrata nel proprio intervento introduttivo, giudica riduttivo ricollegare la revisione al ribasso della crescita del PIL del Paese, come indicata nel documento in esame, all’andamento del commercio mondiale e ad un rallentamento delle capacità di esportazione delle aziende italiane. Fa notare, piuttosto, che i dati contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2011 dimostrano inequivocabilmente che il punto debole del sistema economico italiano risiede nelle dinamiche della domanda interna ed è causato dal carattere recessivo e depressivo delle manovre poste in essere dall’Esecutivo. A tale riguardo, evidenzia che il Governo in carica, lungi dall’introdurre riforme di carattere strutturale in grado di rilanciare lo sviluppo, ha preferito mettere in campo operazioni finanziarie prive di prospettive a lungo termine, tese a reperire risorse disponibili nell’immediato, prevalentemente attraverso l’incremento delle entrate fiscali (se è vero che i tagli di spesa rappresentano meno di un terzo del complesso delle manovre ad oggi approvate), al solo scopo di affrontare in termini quantitativi la questione del debito pubblico. Ritiene emblematica, in questo senso, l’azione intrapresa sul fronte previdenziale, laddove – al fine di ridimensionare il peso della spesa pensionistica nel rapporto con i saldi di bilancio più complessivi, corrispondenti al totale della spesa sociale, in nome di una presunta sostenibilità finanziaria (peraltro già raggiunta da tempo in questo settore) – si è ritenuto di «fare cassa» sulla pelle dei pensionati, rischiando di pregiudicare l’adeguatezza delle prestazioni.
Ritiene, in conclusione, che il Governo, con le ultime manovre adottate, abbia perso l’ennesima occasione per invertire le tendenze della propria politica economica, rinunciando a realizzare quelle riforme organiche e strutturali che avrebbero potuto ridare fiducia ai lavoratori e alle imprese.
Maria Grazia GATTI (PD) fa notare che, prima dell’entrata in vigore degli ultimi provvedimenti di natura economica adottati dal Governo, l’uscita anticipata dal lavoro delle donne rispetto a quella degli uomini poteva essere interpretata come una sorta di risarcimento dovuto alle lavoratrici, per i danni da esse subiti in virtù delle note difficoltà nell’accesso alle professioni, della discontinuità delle loro carriere e della difficoltà nel conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro. Evidenzia, quindi, ironicamente che, con le recenti innovazioni legislative in materia previdenziale, richiamate dal documento in esame, si è pensato bene di eliminare ogni forma di risarcimento e di lasciare inalterato soltanto il danno, atteso che le donne si ritrovano ora a lavorare gli stessi anni degli uomini (peraltro, maturando prestazioni pensionistiche di gran lunga inferiori), sia nel settore pubblico che in quello privato, senza che tale inasprimento delle condizioni previdenziali sia stato accompagnato da adeguate politiche attive per il lavoro e la conciliazione. Nel ritenere che un investimento a favore delle donne avrebbe, al contrario, potuto rappresentare la «chiave di volta» per un deciso rilancio dell’economia, stigmatizza l’azione del Governo, che giudica gravemente penalizzante per le lavoratrici, oltre che per le sorti dello sviluppo dell’intero Paese.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur prendendo atto della particolare congiuntura internazionale che condiziona lo sviluppo economico del Paese e che ha, di conseguenza, imposto una rigorosa nota di aggiornamento del DEF, dichiara di condividere le osservazioni appena svolte circa l’esigenza di restituire alle donne parte delle risorse risparmiate con la previsione dell’innalzamento dell’età pensionabile. Ritiene, infatti, che sia giunto il momento di dare risposte concrete, in particolare, alle lavoratrici madri, in termini di riconoscimento di maggiori tutele e diritti nel mercato del lavoro, al fine di rendere possibile la conciliazione tra lo stesso lavoro e la vita familiare, anche mediante adeguati incentivi a taluni istituti esistenti, tra i quali cita il part-time. Auspica, dunque, che il relatore possa prendere spunto da tali riflessioni per inserire alcune considerazioni in materia nella propria proposta di parere.
Lucia CODURELLI (PD) stigmatizza l’operato del Governo, che ritiene si sia preoccupato soltanto di realizzare risparmi di bilancio a danno della collettività, riducendo la spesa sociale degli enti locali e incidendo negativamente sui servizi erogati in favore dei soggetti più deboli della società. Giudica punitiva nei confronti delle donne, in particolare, l’azione intrapresa dall’Esecutivo in campo previdenziale e assistenziale, atteso che misure quali l’innalzamento dell’età pensionabile anche nel settore privato e la limitazione del part-time nella Pubblica Amministrazione appaiono in contrasto con le legittime esigenze di conciliazione e non in linea con i diversi atti di indirizzo votati, all’unanimità, dalla XI Commissione in materia di pari opportunità. Fatto notare che gli ultimi interventi in materia economica del Governo appaiono di stampo depressivo e risultano privi di prospettive di crescita, invita la maggioranza a riflettere maggiormente su tali aspetti, al fine di garantire una inversione di rotta delle politiche pubbliche in favore delle donne e del Paese.
Esprime, per le ragioni esposte, un giudizio fortemente negativo sul provvedimento in esame.
Cesare DAMIANO (PD) ritiene che sia in atto un «attacco frontale» al sistema del welfare, portato avanti dal Governo in carica (legittimato nella sua azione da importanti organismi di carattere internazionale), in nome di uno spirito neoliberista che mina alle basi i fondamentali diritti dei lavoratori. Ritiene particolarmente grave che l’azione del Governo miri a «fare cassa» in una materia delicata come quelle previdenziale, mediante forme di riduzione lineare della spesa che non tengono minimamente conto della diversità di prestazioni e di contribuzioni presenti nel sistema pensionistico. Al riguardo, fa notare che, mentre per i lavoratori autonomi si registrano saldi di spesa previdenziale di stampo negativo (segnale di una evidente incapacità di tenere in ordine i conti), a fronte di prestazioni erogate piuttosto elevate, per i lavoratori dipendenti e precari si rilevano tendenze opposte, dal momento che le pensioni risultano basse (se non inesistenti, come nel caso, frequente, dei lavoratori flessibili), pur in presenza di una contribuzione adeguata a tenere i bilanci in attivo. Fa notare, d’altra parte, che i recenti provvedimenti assunti in materia pensionistica rappresentano solo gli ultimi di una lunga serie di interventi, che – ad esempio, con l’allungamento delle «finestre di uscita» e l’innalzamento dell’età pensionabile – hanno intaccato interessi essenziali dei lavoratori, danneggiando, in particolare, le donne, alle quali nulla è stato restituito in termini di politiche di conciliazione. Fatto presente che sarebbe stato opportuno, piuttosto, prevedere forme di flessibilità in uscita dal lavoro, garantendo uno scivolamento verso la pensione più graduale e indolore, esprime una valutazione fortemente negativa sul provvedimento in esame, che giudica sbagliato e socialmente iniquo.
Giuliano CAZZOLA, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, fa presente che nella giornata di domani, dopo lo svolgimento degli ultimi, brevi, interventi che sono già stati preannunciati alla presidenza, sarà in grado di replicare alle diverse questioni emerse nel dibattito e di presentare la propria proposta di parere sul provvedimento in titolo.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.35.
COMITATO RISTRETTO
Martedì 4 ottobre 2011.
Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi.
C. 4116 Damiano, C. 4366 Cazzola, C. 4455 Di Pietro.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.35 alle 15.20.