SEDE REFERENTE
Mercoledì 19 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 14.50.
Interpretazione autentica del comma 2 dell’articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di applicazione delle disposizioni concernenti le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei disabili.
Testo unificato C. 3720 Schirru e C. 3908 Fedriga.
(Seguito dell’esame e conclusione).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 21 dicembre 2010.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta del 21 dicembre 2010 – dopo l’acquisizione dei prescritti pareri sul testo unificato dei provvedimenti in titolo – si è proceduto all’approvazione di un emendamento del relatore, finalizzato al recepimento di una condizione formulata dalla V Commissione per il rispetto dell’articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Rammenta inoltre che, essendosi in tal modo concluso l’esame degli emendamenti, la Commissione ha convenuto di avviare le procedure per il trasferimento alla sede legislativa del testo unificato delle proposte di legge in esame, come modificato nel corso dell’esame in sede referente.
Avverte, tuttavia, che – non essendosi ancora perfezionati i requisiti richiesti dall’articolo 92, comma 6, del Regolamento, per il trasferimento di sede – l’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna, ha nel frattempo convenuto di procedere, comunque, al conferimento del mandato al relatore a riferire all’Assemblea.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore, dichiarandosi disponibile ad apportare, nei limiti del possibile, eventuali modifiche migliorative al testo nel corso della discussione in Assemblea, in modo da risolvere ogni incertezza interpretativa nei confronti dei soggetti interessati. A tal fine, si riserva di valutare la presentazione di specifiche proposte emendative nel seguito dell’iter.
Cesare DAMIANO (PD), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore, ritiene necessario rilevare con preoccupazione che – pur a fronte delle convergenze registratesi tra i gruppi sul testo unificato in esame – si riscontrano ancora resistenze a livello ministeriale, tanto che non risulta ad oggi pervenuto l’assenso del Governo al trasferimento del provvedimento alla sede legislativa, che sembrerebbe essere stato «bloccato» da talune perplessità espresse dal dicastero dell’economia e delle finanze. A tal fine, auspica che un sollecito avvio dell’iter in Assemblea possa accelerare la soluzione di un problema molto urgente e sentito.
Amalia SCHIRRU (PD), in considerazione dell’urgenza del provvedimento in esame, in attesa del quale risultano sostanzialmente ferme anche le procedure previste per il reclutamento nelle pubbliche amministrazioni, formula l’auspicio che la presidenza della Commissione possa chiederne l’inserimento nel calendario dei lavori dell’Assemblea a partire dalla prossima settimana.
Silvano MOFFA, presidente, assicura che si adopererà, per quanto di competenza, ai fini di un sollecito avvio della discussione del provvedimento in Assemblea, fermo restando che le determinazioni in materia dovranno essere assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo: invita, pertanto, i deputati interessati a segnalare direttamente ai propri rappresentanti di gruppo l’esigenza di una rapida calendarizzazione del testo unificato in esame.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire al deputato Pelino il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge nn. 3720 e 3908, come modificato nel corso dell’esame in sede referente. Delibera, altresì, di chiedere l’autorizzazione a riferire oralmente.
Silvano MOFFA, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l’esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.
La seduta termina alle 15.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 19 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 15.
DL 228/10 Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3996 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole con condizione e osservazioni).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, avverte preliminarmente che le Commissioni riunite III e IV hanno trasmesso un nuovo testo del provvedimento in esame, come risultante dagli emendamenti approvati, comunicando che, alla luce delle modifiche introdotte, il relatore ha quindi predisposto una proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni (vedi allegato 1).
Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, illustra la propria proposta di parere sul provvedimento in esame, dando conto delle principali novità introdotte dalle Commissioni di merito rispetto al testo originario del decreto-legge n. 228.
Elisabetta RAMPI (PD) prende atto positivamente del fatto che il relatore, nella sua proposta di parere, abbia tenuto conto dei rilievi formulati dai gruppi di opposizione nel corso del dibattito, sia per quanto concerne la tematica del definitivo inquadramento del personale del Genio militare (argomento sul quale è stato approvato un emendamento specifico presso le Commissioni di merito), sia per quanto riguarda quella della disponibilità del Fondo per lo sminamento umanitario. Pertanto, nell’evidenziare l’esigenza di promuovere un’attenzione sempre maggiore sul delicato tema della salvaguardia delle condizioni di sicurezza delle missioni internazionali (in particolare, di talune di esse, ritenute particolarmente rischiose, come quella in Afghanistan), al fine di evitare che il Governo si limiti a intervenire in Parlamento solo per riferire in ordine all’avvenimento di tragici eventi, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.
Gaetano PORCINO (IdV), nel sottolineare la contrarietà del suo gruppo nei confronti di gran parte del contenuto del provvedimento in esame, dichiara l’astensione nella votazione della proposta di parere formulata dal relatore, riservandosi di approfondire le questioni più problematiche in sede di discussione in Assemblea.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni formulata dal relatore.
La seduta termina alle 15.10.
RISOLUZIONI
Mercoledì 19 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi.
La seduta comincia alle 15.10.
7-00403 Antonino Foti: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
7-00428 Damiano: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
7-00441 Fedriga: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
7-00442 Poli: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00103 – Reiezione della risoluzione n. 7-00428).
La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata, da ultimo, nella seduta dell’11 gennaio 2011.
Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta – dopo che il 16 dicembre era stata presentata una proposta di testo unificato delle risoluzioni in titolo – si è convenuto, considerata anche l’utilità di proseguire un confronto di merito con il Governo, di rinviare il seguito della discussione in modo da affrontare l’argomento direttamente con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il Ministro Maurizio SACCONI, dopo aver dichiarato di comprendere le ragioni che hanno indotto i presentatori delle risoluzioni in titolo a sollevare talune importanti questioni in materia previdenziale, osserva che il Governo, consapevole delle inevitabili conseguenze che certe misure in materia pensionistica avrebbero prodotto sulla vita reale delle persone, ha cercato in ogni caso di dosare i propri interventi e di ridurre al minimo i disagi per i cittadini interessati, nei limiti di quanto verosimilmente possibile, ovvero nel rispetto dei vincoli di bilancio statali e dei criteri di stabilità imposti a livello europeo. Osserva, inoltre, che l’Esecutivo in carica si è trovato a dover scontare, suo malgrado, il ritardo con cui si è messa mano alla riforma del sistema previdenziale, ricordando, in proposito, i falliti tentativi di modifica legislativa degli anni ’80 e ’90, esperiti ancor prima degli efficaci interventi di riduzione di spesa sociale resi successivamente inevitabili dallo stato dei conti pubblici e dalle conseguenti richieste dell’Unione europea. Ricorda, altresì, che, mentre i Governi di centrodestra hanno proseguito lungo le linee di indirizzo dettate in ambito comunitario, quelli di centrosinistra – in particolare il Governo Prodi nella XV legislatura – hanno proceduto in senso contrario, introducendo misure di indubbia onerosità, sia in merito all’abbassamento anagrafico dei requisiti di accesso, sia in termini di innalzamento delle prestazioni contributive, anche con riferimento a fattispecie contrattuali delicate ed importanti, tra cui cita l’apprendistato.
Passando agli impegni contenuti nelle risoluzioni in discussione, fa presente che, allo stato, il Governo è in grado di offrire una propria disponibilità, nei limiti delle risorse esistenti, in ordine alla definizione degli ammortizzatori sociali, nell’ambito dell’intesa Stato-regioni, per riconoscere la tutela a coloro che, collocati in cassa integrazione o in mobilità, hanno maturato l’età di pensione e sono in attesa della decorrenza del trattamento pensionistico, in continuità con quanto stabilito con la recente approvazione della legge di stabilità. Fa notare, infatti, che la clausola di salvaguardia del sistema è già contenuta nella legislazione vigente e potrà essere presa in considerazione anche in prospettiva di una estensione della CIG in deroga a coloro che sono al momento sprovvisti di qualsiasi forma di sostegno al reddito, in accordo con le regioni.
Nel rilevare, poi, come l’esistenza di finestre pensionistiche non rappresenti una novità per l’ordinamento, essendo già ampiamente prevista dalla legislazione vigente, ritiene di poter confermare, senza alcun timore di smentita, l’operatività delle tutele riconosciute dallo Statuto dei lavoratori – in particolare, dall’articolo 18 – anche nel periodo intercorrente tra la data di maturazione del diritto a pensione e quella dell’effettiva apertura della finestra pensionistica, in linea con quanto sostenuto dalla dottrina prevalente in materia, impegnandosi altresì ad impartire istruzioni alle pubbliche amministrazioni, affinché tengano conto dei nuovi termini di decorrenza della pensione nei casi in cui decidano di avvalersi della facoltà di risolvere il rapporto di lavoro di quei soggetti che abbiano raggiunto il 40o anno di servizio.
Manifesta, quindi, la disponibilità del Governo, a seguito dei risparmi di gestione conseguiti con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego, ad utilizzare risorse per interventi sul versante delle politiche di conciliazione (in particolare, in ordine al lavoro di cura e in relazione alla «non autosufficienza»), in attuazione di quanto stabilito da recenti misure legislative, facendo altresì notare che appare non contemplabile l’ipotesi di prevedere un trattamento previdenziale specifico per la condizione femminile, attesa l’esigenza di rispettare i criteri di pari opportunità imposti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea.
In conclusione, evidenzia che l’azione in materia previdenziale portata avanti dal suo dicastero, svolta in concerto con quello dell’economia e delle finanze e collocabile nell’ambito delle dinamiche economiche e demografiche attuali, mira proprio al conseguimento della sostenibilità del sistema dei conti pubblici nonché alla salvaguardia della credibilità del Paese, nel quadro dei mercati finanziari internazionali, anche in vista del superamento della crisi economica in atto.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce delle considerazioni svolte dal Ministro, i deputati Antonino Foti, Fedriga e Poli hanno testé presentato una proposta di testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00403, 7-00441 e 7-00442 (vedi allegato 2), mentre il gruppo del Partito Democratico ha chiesto di porre in votazione la risoluzione n. 7-00428 Damiano, nella sua formulazione originaria; deve conseguentemente intendersi superata la proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, già presentata nella seduta del 16 dicembre 2010.
Cesare DAMIANO (PD), nel dichiarare di non condividere la ricostruzione storica del Ministro riferita ai recenti interventi di riforma sul sistema previdenziale, secondo la quale si dovrebbe riconoscere come positivi solo gli interventi dei Governi di centrodestra, rivendica la validità delle misure introdotte anche nelle precedenti legislature, in particolare dall’ultimo Governo Prodi. Fa notare, in proposito, che il precedente Esecutivo di centrosinistra, in coerenza con le linee di tendenza affermatesi negli anni ’90, ha provveduto sia a stabilizzare ulteriormente il sistema previdenziale, attraverso un innalzamento graduale dei requisiti anagrafici di accesso alla pensione, sia a rimuovere forti elementi di iniquità sociale, preoccupandosi, oltre che della sostenibilità del sistema, anche dell’adeguatezza delle prestazioni previdenziali. Cita, al riguardo, le misure introdotte in materia di quattordicesima mensilità in favore dei pensionati, nonché quelle a favore dei giovani in tema di totalizzazione dei contributi, riscatto di anni di laurea e contribuzione figurativa, osservando, in risposta a talune considerazioni svolte dal Ministro, che l’innalzamento delle prestazioni contributive con riferimento ai contratti di apprendistato andava proprio nel senso di garantire pensioni più elevate nell’ambito di un mercato del lavoro sempre più flessibile. In proposito, pur sottolineando l’importanza formativa del contratto di apprendistato nello svolgimento di un ruolo di raccordo tra la scuola e il lavoro, ritiene che tale fattispecie contrattuale, a causa delle recenti innovazioni legislative, abbia perso la sua originaria funzione e sia stata sottoposta ad un grave processo di degenerazione, al fine di farla aderire ad un contesto sociale fortemente precarizzato.
Osserva, poi, che, a differenza dei Governi precedenti, l’Esecutivo in carica ha mostrato un volto autoritario e intransigente, arrogandosi il diritto di imporre riforme in materia pensionistica prive di qualsiasi concertazione con le parti sociali e dettate «a colpi» di decreti-legge, ed imbattendosi, peraltro, in gravi contraddizioni – messe in evidenza dagli stessi esponenti parlamentari della maggioranza – sul tema delle «finestre di uscita» e della ricongiunzione della contribuzione maturata presso diversi enti previdenziali (tematica che ha posto in evidenza la situazione particolarmente critica dei lavoratori elettrici e telefonici, incontrati di recente in via informale). Sul punto, evidenzia il rischio che intere categorie di lavoratori (disoccupati, lavoratori in mobilità, dipendenti pubblici con 40 anni di contribuzione) rimangano prive di tutele sociali, in attesa dell’effettiva decorrenza del trattamento pensionistico, aggravando uno stato di allarme già gravemente alimentato dalla crisi economica in atto.
In conclusione, pur riconoscendo che la proposta di testo unificato presentata dai deputati Antonino Foti, Fedriga e Poli costituisce un lieve passo in avanti nella direzione della soluzione delle problematiche in esame, ritiene che essa non sia sufficiente a garantire l’auspicato cambiamento di rotta nell’azione del Governo; dichiarando, pertanto, l’astensione del suo gruppo su tale testo unificato, insiste per la votazione della propria risoluzione n. 7-00428.
Marialuisa GNECCHI (PD), pur apprezzando lo sforzo svolto dai presentatori di una ulteriore proposta di testo unificato sul tema in discussione, ritiene che essa non possa essere totalmente condivisa dal suo gruppo, dal momento che non affronta in modo organico l’insieme delle problematiche emerse a seguito dei recenti interventi legislativi del Governo in materia previdenziale e sottolineate dagli stessi gruppi di maggioranza. Ritiene, quindi, che la risoluzione del proprio gruppo sia più idonea a indirizzare il Governo in vista della soluzione diretta del problema delle «finestre di uscita», dal momento che contempla – tra l’altro – interventi a favore di tutti i lavoratori dipendenti (anche di quelli impiegati presso le piccole e medie imprese, per i quali non è sempre ipotizzabile una estensione degli ammortizzatori sociali), tenendo in considerazione i singoli casi di disoccupazione causati dalla crisi economica in atto.
Insiste, poi, affinché il Ministro fornisca adeguate rassicurazioni in ordine al problema del ricongiungimento oneroso della contribuzione maturata presso diversi enti previdenziali (tematica affrontata in un recente incontro informale con i lavoratori elettrici e telefonici), anche mediante l’attesa risposta ad atti di sindacato ispettivo da tempo presentati sull’argomento, che auspica possa avvenire nella prossima settimana. Nel ricordare, peraltro, che talune proposte di legge del suo gruppo – di cui raccomanda la sollecita calendarizzazione in Commissione – vanno nella direzione testé indicata, dichiara il voto favorevole sulla risoluzione n. 7-00428, ribadendo l’insufficienza della proposta di testo unificato testé presentata.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), sottolineato il proficuo lavoro svolto da tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione, sul tema in esame, ringrazia il Ministro per gli impegni assunti in questa sede, che appaiono in grado di conciliare le istanze di natura sociale con il rispetto dei vincoli di stabilità finanziaria e dei criteri comunitari. Auspica, quindi, che il Governo, attraverso una positiva interlocuzione con le regioni, possa giungere ad efficaci accordi sul territorio, suscettibili di offrire una dignitosa copertura sociale a tutti i lavoratori e di andare incontro anche alle esigenze delle singole famiglie in difficoltà, in nome di una pace sociale sempre più importante nell’attuale quadro di crisi economica. Preannuncia, in conclusione, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00403, 7-00441 e 7-00442.
Nedo Lorenzo POLI (UdC) ritiene che la proposta di testo unificato appena presentata rappresenti una valida soluzione di equilibrio, idonea a sensibilizzare il Governo sulle problematiche previdenziali in discussione; ne auspica pertanto l’approvazione, augurandosi che possa comunque proseguire in Commissione anche l’esame delle varie proposte di legge presentate dai gruppi sulla materia, al fine di risolvere definitivamente la questione della decorrenza dei trattamenti pensionistici in riferimento a talune categorie di lavoratori e di affrontare con determinazione il problema dell’onerosità delle ricongiunzioni pensionistiche.
Antonino FOTI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di testo unificato, giudicandola un primo passo verso la soluzione della questione delle «finestre di uscita», tenuto conto dell’attuale disponibilità di risorse finanziarie. Nel ringraziare i gruppi che hanno collaborato al dibattito e lo stesso Ministro, che ha assunto impegni precisi su argomenti delicati, auspica che il Parlamento, nel prosieguo della legislatura, possa portare a compimento il percorso iniziato, concludendo l’esame di alcune importanti proposte di legge presentate in materia.
Il Ministro Maurizio SACCONI esprime parere favorevole sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00403, 7-00441 e 7-00442, che corrisponde agli impegni che il Governo può ragionevolmente assumere allo stato, anche in relazione alla complessiva situazione di bilancio, ed esprime parere contrario sulla risoluzione n. 7-00428, ringraziando in ogni caso tutti i componenti della Commissione, per il contributo che hanno voluto fornire sull’argomento all’ordine del giorno.
Quanto al problema – sollevato nel corso del dibattito – relativo alle ricongiunzioni presso l’INPS delle posizioni previdenziali di taluni lavoratori elettrici e telefonici, fa presente che il Governo sta valutando se vi sia il modo per consentire tali ricongiunzioni in base alla legislazione vigente e nel rispetto dell’invarianza degli oneri: sebbene tale possibilità, ad una prima valutazione delle competenti strutture ministeriali, non appaia facilmente percorribile, si riserva comunque di tenere aggiornata la Commissione sui possibili sviluppi della questione.
Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle considerazioni appena svolte dal Ministro, avverte che, non essendovi obiezioni, sarà posta in votazione prima la proposta di testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00403, 7-00441 e 7-00442, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole, e successivamente la risoluzione n. 7-00428, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
La Commissione, con distinte votazioni, approva il testo unificato delle risoluzioni nn. 7-00403, 7-00441 e 7-00442, che assume il numero 8-00103, e respinge la risoluzione n. 7-00428.
La seduta termina alle 15.50.
SEDE CONSULTIVA
DL 228/10 Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia. C. 3996 Governo (Parere alle Commissioni riunite III e IV) (Esame e rinvio) … 92
INTERROGAZIONI
Martedì 18 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.
La seduta comincia alle 14.10.
5-03676 Boccuzzi: Sulla campagna pubblicitaria in materia di sicurezza sul lavoro.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Antonio BOCCUZZI (PD), replicando, si dichiara completamente insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, che tuttavia ringrazia per l’attenzione mostrata. In proposito, fa notare che la campagna per la salute e la sicurezza sul lavoro promossa dal Ministero, a differenza di quanto evidenziato nella risposta alla sua interrogazione, denota un atteggiamento del Governo teso esclusivamente a sottrarre i datori di lavoro da talune incombenze burocratiche e a responsabilizzare i lavoratori, i quali, tuttavia, rappresentando la parte debole del rapporto, non sono in grado di provvedere da soli alla propria tutela. Osserva che spetta piuttosto al datore di lavoro garantire il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori – in ottemperanza a principi fondamentali sanciti da diversi articoli della Carta costituzionale e contenuti nel codice civile – anche tenuto conto dell’elevato grado flessibilità che ormai ha assunto il mercato del lavoro italiano. Evidenzia, quindi, che le politiche portate avanti dal Governo sulla materia dimostrano una sorta di insofferenza verso le regole tese a tutelare le prerogative dei lavoratori, che ha portato all’adozione di misure volte ad aggravare la loro posizione, come l’abrogazione del divieto delle cosiddette «dimissioni in bianco» e il sostanziale svuotamento del Testo unico sulla sicurezza del lavoro.
In conclusione, nel suggerire il ritiro della campagna pubblicitaria in questione e la sua sostituzione con un’altra basata su un messaggio teso a salvaguardare maggiormente i lavoratori, evidenzia l’esigenza che il Governo, diversamente da quanto fatto finora, metta in campo azioni virtuose in vista della risoluzione del fenomeno sempre più drammatico degli infortuni sui luoghi di lavoro.
5-04010 Bellanova: Situazione dei lavoratori delle società di servizi operanti negli istituti scolastici.
Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Teresa BELLANOVA (PD), nel dichiararsi totalmente insoddisfatta della risposta, evidenzia che il Governo, sulla materia in oggetto, non ha fatto altro che ricorrere a «misure tampone», mediante l’adozione di provvedimenti di proroga dei contratti in essere o di concessione della CIG in deroga, senza preoccuparsi di risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema della stabilizzazione dei lavoratori delle società di servizi nelle scuole, che dovrebbe essere affrontato attraverso lo stanziamento di adeguate risorse. Evidenziando, pertanto, come nella risposta si sia provveduto semplicemente a ricostruire le vicenda, senza indicare alcuna valida soluzione tesa a porre fine allo stato di incertezza in cui si trovano le migliaia di persone impiegate presso gli istituti scolastici italiani, auspica che l’Esecutivo possa intervenire con urgenza, adoperandosi affinché venga fatta chiarezza in merito.
Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.30.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 18 gennaio 2011. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.
La seduta comincia alle 14.30.
DL 228/10 Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3996 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge n. 3996, di conversione in legge del decreto-legge n. 228 del 2010, reca la consueta proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, settori sui quali il Parlamento è più volte intervenuto nel corso della corrente legislatura, da ultimo con la legge n. 126 del 3 agosto 2010 e con la stessa legge di stabilità 2011. Segnala che il provvedimento è suddiviso in tre capi ed è composto da nove articoli: il capo I reca disposizioni che prevedono iniziative di cooperazione in favore dell’Afghanistan (articolo 1), nonché interventi per lo sviluppo e il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione in favore di Iraq, Libano, Myanmar Pakistan, Sudan e Somalia (articolo 2), il cui regime specifico viene disciplinato all’articolo 3; il Capo II disciplina la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e le rispettive autorizzazioni di spesa (articolo 4), prevedendo altresì, con riferimento a tali ambiti, norme in materia di personale e di legislazione penale e contabile (articoli 5, 6 e 7); il Capo III prevede, infine, disposizioni concernenti la copertura finanziaria (articolo 8) e l’entrata in vigore del decreto-legge (articolo 9).
Sotto i profili di più diretta competenza della XI Commissione, segnala anzitutto, nell’ambito del Capo I, l’articolo 2, che, al comma 9, dispone in materia di indennità e spese di viaggio per congedo del personale di ruolo presso le Ambasciate italiane in Iraq, Pakistan ed Afghanistan, prevedendo altresì un’autorizzazione di spesa per l’invio in missione di un funzionario diplomatico con l’incarico di assistere la presenza italiana in Kurdistan. Osserva, quindi, che il comma 10 del medesimo articolo prevede autorizzazioni di spesa per la partecipazione di funzionari della carriera diplomatica alle operazioni di gestione delle crisi internazionali, nonché per il funzionamento degli uffici dei Rappresentanti speciali dell’Unione europea per le varie aree di crisi.
Evidenzia, dunque, il comma 3 dell’articolo 3, che, disciplinando il regime degli interventi in favore dell’Afghanistan e degli altri Paesi presi in considerazione all’articolo 2, dispone che al personale inviato in missione breve per tali attività ed iniziative (incluso il personale addetto alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo) sia corrisposta l’indennità di missione prevista dalla legislazione vigente, nella misura intera incrementata del 30 per cento. Fa quindi presente che il successivo comma 4 del medesimo articolo 3 reca disposizioni concernenti il vitto e l’alloggio del personale inviato in missione nei paesi elencati agli articoli 1 e 2. Informa, poi, che il comma 6 dell’articolo 3 stabilisce che alle spese previste dagli articoli 1 e 2 non si applica l’articolo 60, comma 15, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
Nell’ambito del Capo II, segnala l’articolo 5, recante disposizioni in materia di personale, che al comma 1 reitera, con contenuto identico, le disposizioni sul personale impegnato nelle missioni già contenute nei precedenti interventi sulla materia: si tratta, in particolare, di norme che prevedono, l’attribuzione di alcune tipologie di indennità, oltre a una disciplina del trattamento assicurativo e pensionistico del personale nei casi di decesso, invalidità o infermità per causa di servizio, nonché di disposizioni relative al personale del Corpo della guardia di finanza impiegato nelle missioni internazionali e al contributo corrisposto dall’Unione europea direttamente al personale dell’Arma dei carabinieri per la partecipazione alla missione in ambito comunitario. Per quanto concerne le parti innovate rispetto alla legislazione precedente, peraltro, fa notare che il comma 3 dell’articolo 5 reca talune disposizioni in materia di impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR), con particolare riferimento all’apposita qualifica richiesta per la conduzione di tali velivoli da parte del personale addetto, per il quale è esclusa un’indennità aggiuntiva.
In conclusione, preso atto del contenuto del disegno di legge in esame e atteso che esso reca disposizioni, più volte prorogate, dirette ad assicurare la prosecuzione delle iniziative in favore dei processi di pace nonché la partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali in corso, ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento favorevole da parte della Commissione, ferma restando l’esigenza di attendere – per l’espressione del parere di competenza – l’esito dell’esame degli emendamenti presso le Commissioni di merito, che dovrebbe concludersi entro la giornata odierna.
Elisabetta RAMPI (PD), dopo aver ringraziato il relatore per l’esauriente intervento introduttivo svolto, intende cogliere l’occasione del presente dibattito per manifestare anzitutto il cordoglio del suo gruppo per la morte del militare italiano avvenuta in Afghanistan in queste ore, esprimendo altresì solidarietà ai familiari della vittima e pieno sostegno al contingente italiano presente in quel territorio. Nel far notare che tale ultimo drammatico evento dimostra il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza dei militari italiani impegnati nelle missioni internazionali, sottolinea l’esigenza di rivalutare le modalità con cui vengono definite le strategie italiane in politica estera, promuovendo maggiormente il ruolo del Parlamento. In proposito, sul tema specifico della proroga delle missioni, ritiene essenziale uscire dalla logica della decretazione di urgenza, per addivenire all’elaborazione di una «legge-quadro», che definisca una volta per tutte l’ambito normativo di riferimento entro cui collocare l’azione del Governo, affinché il Parlamento venga messo nelle condizioni di verificare la coerenza tra gli obiettivi prefissati e le azioni messe in atto per perseguirli. Ritiene necessario, pertanto, che sul tema delle missioni internazionali vi sia la massima chiarezza di informazione da parte dell’Esecutivo, affinché misure come quelle contenute nel decreto in esame – quali il rafforzamento dell’impegno italiano in talune aree (come l’Afghanistan) a discapito delle iniziative assunte in altre zone (ad esempio, in Darfur) – siano giustificate da adeguate e razionali motivazioni.
Quanto al contenuto di dettaglio del provvedimento, giudica importante che il relatore possa includere nella proposta di parere, che si riserva di presentare, specifiche osservazioni che evidenzino, in primo luogo, l’esigenza di prevedere un intervento specifico a favore del definitivo inquadramento del personale altamente specializzato del Genio militare, che risulta attualmente in una situazione di precarietà (a causa di recenti misure legislative introdotte dal Governo), nonché, in secondo luogo, la necessità di mantenere integre le risorse del Fondo per lo sminamento umanitario, istituito con la legge n. 58 del 2001, che, ad una prima lettura del decreto, potrebbero rischiare di subire una decurtazione. Nell’evidenziare che su tali tematiche il suo gruppo si è già impegnato a presentare emendamenti presso le Commissioni di merito, auspica che il relatore possa tenere conto di tali considerazioni in vista del miglioramento di un testo sul quale ritiene che, in caso di pieno recepimento di tali rilievi, non potrà che esservi il consenso da parte di tutti gli schieramenti.
Silvano MOFFA, presidente, fa notare che, a causa dell’imminente ripresa dei lavori in Assemblea, proprio in vista della commemorazione del militare italiano caduto in Afghanistan, è necessario concludere a questo punto il dibattito, che potrà proseguire nella giornata di domani.
Nel dichiararsi convinto che il relatore saprà recepire, nella sua proposta di parere, gli interessanti spunti emersi sinora, rinvia quindi il seguito dell’esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.55.
ALLEGATO 1
5-03676 Boccuzzi: Sulla campagna pubblicitaria in materia di sicurezza sul lavoro.
TESTO DELLA RISPOSTA
Passo ad illustrare l’atto ispettivo dell’onorevole Boccuzzi inerente la campagna di comunicazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Voglio anzitutto ricordare che, con l’entrata in vigore del testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha attivato, proprio sulla base di quanto previsto dallo stesso testo unico, un’azione integrata che va oltre l’esigenza di informare i cittadini sulle nuove regole che disciplinano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, incentrandosi, anche e soprattutto, nell’obiettivo di promuovere un vero e proprio cambiamento culturale sul tema della prevenzione, un processo collettivo di sensibilizzazione e responsabilizzazione, in cui ogni cittadino assume un ruolo attivo. A testimonianza dell’importanza di tale obiettivo, voglio sottolineare che la campagna di comunicazione in questione ha avuto il privilegio, non frequente per una campagna istituzionale, di ricevere l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Entrando nel merito dello slogan della campagna: «Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene», va chiarito che tale messaggio mira a soffermarsi sull’importanza che il mondo degli affetti riveste per ciascuno di noi, sottolineando indirettamente quanto la prevenzione e l’attenzione che investiamo ogni giorno sul luogo di lavoro siano determinanti per non metterlo a repentaglio. Lo spot, in particolare, descrive con immagini di vita quotidiana, il rientro a casa dopo il lavoro, mettendo in risalto il clima di affetto e accoglienza che tale momento rappresenta. Il calore dei sentimenti contrapposto alla freddezza della loro eventuale brusca interruzione rappresenta un invito cogente al senso di responsabilità di ognuno di noi.
È un messaggio di tipo emozionale che, abbandonati i toni gravi e le mere raccomandazioni, rivelatesi nel tempo inefficaci sul piano della comunicazione istituzionale, mira a coinvolgere l’opinione pubblica grazie ad un punto di vista inusuale e a modificare l’approccio comunemente adottato rispetto a un problema drammatico e purtroppo ancora molto diffuso.
La campagna si rivolge sia ai lavoratori (con un particolare focus per i settori economici individuati come a maggior rischio di incidenti: edilizia, agricoltura e trasporti) che ai datori di lavoro, nella convinzione che la strategia di contrasto degli infortuni sul lavoro può risultare massimamente efficace se messa a «sistema», con una effettiva collaborazione di tutte le parti coinvolte.
Per i lavoratori si ribadisce il diritto ad un lavoro sicuro, come forma di tutela non solo di se stessi ma anche della propria famiglia. Per i datori di lavoro si sottolinea il dovere di assicurare il ritorno a casa di chi lavora, attraverso il rispetto delle regole sulla sicurezza, come condizione strettamente correlata al valore della propria azienda e alla possibilità di affrontare con serenità la propria vita.
L’agricoltore, il capocantiere e l’autotrasportatore, così come l’imprenditore, ciascuno nel rispettivo contesto, riceve cioè lo stesso richiamo ai valori in gioco quando si tratta della tutela della propria vita e dei propri affetti.
In particolare, il termine «pretendere», contenuto nello slogan, mira a sviluppare la consapevolezza del ruolo attivo che il lavoratore può svolgere per «pretendere», appunto, la tutela e la realizzazione del proprio diritto a lavorare in ambienti di lavoro sicuri, con un preciso rinvio alla responsabilità che la legge impone al datore sulla materia, soggetto dal quale il lavoratore «pretende» sicurezza. Allo stesso modo, il messaggio della campagna è rivolto al datore di lavoro nel senso ulteriore che la sua serenità dipende anche dall’aver garantito condizioni di sicurezza ai propri dipendenti.
Va peraltro sottolineato che sul piano procedurale la campagna in questione è stata assegnata, nella doverosa autonomia dell’amministrazione dagli organi politici, sulla base delle offerte tecniche pervenute a seguito di una gara pubblica, da una apposita Commissione tecnica, interistituzionale e indipendente, composta da esperti di comunicazione e da esperti in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; esperti che, sulla base delle rispettive competenze, hanno valutato tale proposta come la migliore in termini di efficacia del messaggio e di strategia comunicativa, valutando tra gli elementi prioritari proprio la possibilità di declinare il messaggio verso i due target: quello dei lavoratori e quello dei datori di lavoro.
La campagna di comunicazione, comunque, non esaurisce l’impegno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a diffondere la cultura della sicurezza. Infatti, oltre alle informazioni relative fornite quotidianamente nella sezione tematica del sito istituzionale del Ministero, viene diffusa mensilmente una newsletter dedicata, un notiziario settimanale rivolto soprattutto ai datori di lavoro, informazioni sugli interventi previsti in materia di infortuni e malattie professionali predisposti in collaborazione con l’Inail, la produzione di materiale divulgativo nonché interventi mirati con le scuole in un percorso di condivisione comune per stimolare la partecipazione attiva anche delle generazioni più giovani ai temi della sicurezza.
In termini più generali, occorre ricordare che il contrasto del fenomeno degli infortuni sul lavoro è tra i principali impegni del Governo, che intende favorire la collaborazione e il dialogo tra tutti i soggetti – istituzionali e sociali – interessati, nella consapevolezza che un’efficace strategia di contrasto a tale fenomeno passa anche attraverso la realizzazione di una serie di azioni pubbliche e private dirette a migliorare la prevenzione, la formazione e l’informazione in materia e quindi i livelli di tutela in tutti gli ambienti di lavoro.
In tale ottica si colloca, ad esempio, l’Accordo in Conferenza Stato-regioni del 2 novembre 2008 con il quale, in attuazione del testo unico, si è provveduto proprio a destinare risorse per l’espletamento di attività promozionali in materia di salute e sicurezza.
ALLEGATO 2
5-04010 Bellanova: Situazione dei lavoratori delle società di servizi operanti negli istituti scolastici.
TESTO DELLA RISPOSTA
L’onorevole Bellanova, nell’atto ispettivo che passo a discutere, richiama nuovamente l’attenzione sulla situazione dei lavoratori addetti al servizio di pulizia degli istituti scolastici, auspicando l’adozione di tutte le iniziative necessarie a reclutare risorse indispensabili per il prosieguo della loro attività lavorativa.
In via preliminare, occorre rilevare che, come noto, le vigenti disposizioni in materia di appalti non consentono la proroga sine die dei contratti in essere, ma impongono all’Amministrazione di acquisire i servizi necessari tramite procedura di gara.
Per questo motivo il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che ne ha la competenza, ha previsto la proroga dei contratti tuttora in essere, per la fornitura dei servizi di pulizia degli istituti scolastici, fino all’espletamento delle procedure di gara la cui conclusione è prevista entro il 30 giugno 2011.
Pertanto, le scuole porranno nuovamente a gara tutti i servizi necessari, non effettuabili con il solo ricorso al personale interno, fermo restando il divieto di acquisire servizi per lo svolgimento di attività che rientrano nelle ordinarie funzioni o mansioni proprie del personale di servizio degli istituti scolastici.
Con riferimento alle risorse finanziarie disponibili, segnalo che nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione sono stati istituiti due appositi piani gestionali, per i quali, a decorrere dall’anno 2011, è stato previsto uno stanziamento rispettivamente di 370 milioni di euro da destinare agli ex lavoratori socialmente utili e di 209 milioni da destinare ai lavoratori occupati nei cosiddetti «appalti storici», al fine di garantire la proroga dei contratti di pulizia dei locali scolastici.
Infine, sono in grado di informare che presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono state attivate procedure di mobilità collettiva da parte di 22 società che svolgono, in regime di appalto, servizi di pulizia presso gli istituti scolastici italiani.
A questo proposito, il 12 e 13 gennaio scorsi, presso lo stesso Ministero del lavoro, si sono svolti incontri con le parti sociali nel corso dei quali il Ministero dell’istruzione ha offerto chiarimenti e rassicurazioni in merito alla continuità degli affidamenti in essere e alle proroghe di quelli di cui si avvicina la scadenza, in attesa dell’espletamento delle prossime gare.
Gli incontri si sono conclusi con l’accordo di aggiornare le ulteriori verifiche al 31 gennaio e 1o febbraio prossimi, con le organizzazioni sindacali che in tal senso hanno accolto la proposta delle aziende, in attesa di ulteriori sviluppi e determinazioni che potranno emergere dall’incontro convocato presso il Ministero dell’istruzione per il 20 gennaio prossimo con le parti sociali, al fine della definizione della vertenza che qui ci occupa, in modo da garantire i diritti dei numerosi lavoratori coinvolti.