La ripresa dell`economia italiana è più intensa delle attese, ma la spinta data dal rimbalzo post-pandemico, da sola, non è ancora sufficiente a garantire prospettive di crescita robusta, diffusa e duratura. Sulla crescita lenta di lungo periodo e sull`attuale fase di riavvio del ciclo espansivo pesano, infatti, anche le debolezze strutturali della nostra economia, in particolare gli eccessi di fisco e burocrazia e i deficit nelle infrastrutture, nell`istruzione e nella giustizia. In questo scenario, le previsioni macroeconomiche per il 2021 e 2022 sono di un Pil a +5,9% e +4,3%, consumi +4,9% e +3,5%, occupati +1,3 milioni e +965mila. E’ la fotografia scattata dal rapporto di Confcommercio, diffuso in occasione dell’assemblea annuale, sulla condizione economica dell’Italia dopo la pandemia.
Tra il 1995 e il 2019 il Pil reale pro capite del nostro Paese è cresciuto dello 0,6% medio annuo, mentre in Germania è cresciuto dell`1,4%. Ma, dalla fase più drammatica della crisi pandemica a oggi, l`economia italiana ha avuto una maggiore accelerazione, grazie prima alla corsa della manifattura e oggi allo sprint dei servizi di mercato.
Nel complesso, il biennio 2021-22 dovrebbe portare al pieno recupero della perdita di Pil subita nel corso della pandemia, anche se questo non consentirà di tornare sui livelli massimi del 2007.
Obiettivo ancora lontano e per il cui raggiungimento sarà di fondamentale importanza utilizzare al meglio le risorse di Next Generation Eu e le azioni previste dal Pnrr.
Sul prossimo futuro c`è, inoltre, l`incognita rappresentata da possibili pressioni inflazionistiche, con prezzi che crescerebbero dell`1,9% medio nell`anno in corso e di oltre il 3% nel 2022. Ciò ridurrebbe il potere di acquisto, e quindi i consumi, delle famiglie, incidendo negativamente sulla ripresa.
Oggi il sentiment delle famiglie, su livelli storicamente molto elevati, è prevalentemente determinato dalle sensazioni riguardo al buon andamento dell`economia in generale, mentre stenta a migliorare sia la percezione della propria condizione sia l`aspettativa sul futuro. Le incertezze, secondo Confcommercio, non mancano.
Per le imprese, l`ottimismo “sembra legato alle buone condizioni per la prosecuzione del ciclo di investimenti: questa appare una buona premessa per realizzare la necessaria complementarità tra investimenti pubblici, sviluppati dalle risorse europee di Ngeu, e investimenti privati”.
Famiglie e imprese sono, comunque, “concordi nel ritenere l`aumento delle tasse, la perdita di posti di lavoro e l`aumento dei prezzi i principali ostacoli al consolidamento della ripresa economica”.
TN