L’Italia non decolla, penalizzata da tassi sovrani troppo alti. A giugno il tasso sul Btp decennale italiano è calato, in media, di due decimi, al 2,29%. Ma negli altri paesi dell`Eurozona i rendimenti stanno scendendo molto di più e sono ai minimi storici, non lontano da zero: in Irlanda, per la prima volta, è in territorio negativo (-0,08%), privilegio finora solo della Germania (-0,27%); in Spagna è a 0,51%, in Portogallo a 0,60%. A lanciare l’allarme è il Centro Studi di Confindustria.
Tale deviazione dell`Italia dal trend dei tassi riflette le carenze nella programmazione di una politica economica credibile, in grado di dare fiducia a investitori, lavoratori e imprese. La competitività delle aziende italiane ne soffre. A causa della stretta nell`offerta di credito da metà 2018, infatti, prosegue il calo dei prestiti (-0,6% annuo in aprile), anche se il costo è ancorato ai minimi (1,5%).
Le condizioni dell`economia italiana sono rimaste deboli nel secondo trimestre con un andamento negativo per la produzione industriale, attesa in calo di 0,7%, nonostante un modesto recupero in maggio-giugno.
Le imprese vedono la domanda in affievolimento, sia quella interna, sia quella estera. Il pmi continua il recupero nella manifattura, ma resta in zona contrazione (49,7 a maggio); viceversa, nei servizi è scivolato in area stagnazione (50,0).
Le vendite italiane di beni sono cresciute in aprile (+0,2%) e quelle extra-UE in maggio (+0,8% in valore), anche grazie all`euro debole fino a tale mese. Robusta la dinamica verso USA, Svizzera, Giappone e, un po` meno, Cina. Invece, rallentano le vendite nella UE, specie per la debolezza dell`hub produttivo tedesco, cui l`Italia è legata. In prospettiva, pesa l`incertezza su un`escalation dei dazi USA, specie nel settore auto, e gli ordini esteri manifatturieri si riducono, sebbene a ritmo minore.
I dati disponibili preannunciano una dinamica debole degli investimenti nel secondo trimestre, dopo il positivo inizio anno grazie a quelli in costruzioni. Tra le imprese la fiducia è diminuita in giugno, anche nel manifatturiero, dopo il mini-recupero di maggio. In peggioramento marcato gli ordini industriali, in particolare quelli interni per i produttori di beni strumentali. La produzione nelle costruzioni, in calo anche in aprile, ha già acquisito un -2,2% nel trimestre.
Gli indicatori per il 2° trimestre segnalano consumi privati ancora fiacchi. La fiducia delle famiglie ha ripreso a scendere a giugno, per le valutazioni sull`economia e per quelle sul bilancio familiare: ciò indica il persistere di una gestione prudente, con ulteriore crescita del risparmio. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono diminuiti nel trimestre. L`ICC mostra un -0,3% a maggio, specie negli acquisti di servizi. Un piccolo sostegno viene dall`occupazione (+0,3% a maggio).
E.G.