Si rafforza il recupero dell’economia italiana. Il Centro Studi di Confindustria, negli ultimi Scenari Economici, conferma la crescita del Pil italiano all`1,5% nel 2017 e la rialza all`1,5% nel 2018 (da +1,3%). Per il 2019 stima una crescita all’1,2%. Tuttavia “resta ampia la distanza dal picco pre-crisi”.
In particolare, nel 2019 il Pil italiano avrà più che compensato la caduta registrata nella seconda recessione (-4,5% tra 2011 e 2013), ma sarà ancora al di sotto del 2,9% rispetto al livello del 2007. secondo il calcolo degli economisti di Confindustria, il recupero completo avverrebbe nel 2021, se la crescita proseguisse a un ritmo medio dell`1% annuo.
Permangono, comunque, rischi al rialzo “legati in particolare ad una ripartenza più forte degli investimenti pubblici e a un miglioramento del credito a sostegno di quelli privati. Inoltre, l’export potrebbe avere una dinamica superiore alle attese grazie alla specializzazione italiana”.
Il Pil nel quarto trimestre di quest’anno è previsto avanzare di un altro 0,4% (da +0,3% indicato tre mesi fa), ossia quanto nel terzo. La revisione al rialzo di un decimo “non modifica significativamente la variazione del Pil nel 2017 ma si trasmette quasi interamente sulla crescita dell’anno prossimo”.
La maggiore dinamica del Pil italiano, restringe il differenziale di crescita rispetto al resto dell’area euro, ma non lo chiude affatto: da 0,9 punti percentuali nel 2017 scende a 0,6 l’anno prossimo e risale a 0,7 nel 2019.
Entrando nel dettaglio, secondo gli economisti di viale dell’Astronomia, i consumi sono previsti in aumento dell`1,5% nel 2017, dell`1,3% nel 2018 e dell`1,1% nel 2019. L’inflazione è stimata in graduale salita, rispetto allo 0,9% di novembre, attestandosi all`1% medio nel 2018 e all`1,3% nel 2019.
In robusta espansione gli investimenti: +3,4% quest’anno, +3,3% il prossimo e +2,4% nel 2019. Si conferma l’avvio del recupero degli investimenti in costruzioni: +1,2% nel 2017, +2% nel 2018 e +2,2% nel 2019.
Scende il rapporto tra debito pubblico e Pil: 131,6% quest’anno (132,0% nel 2016), 130,5% nel 2018 e 129,6% nel 2019. La composizione della manovra economica “sostiene la crescita”. Ma sarà compito della prossima legislatura “accelerare sulla strada delle riforme, per accrescere il potenziale di crescita del Paese e accelerare il rientro del debito pubblico”.
Sul fronte dei conti pubblici si continua procedere sul sentiero del risanamento. Il deficit scende quest’anno al 2,1% del Pil, dal 2,5%, e all`1,7% nel 2018. Risale all`1,9% nel 2019. Le previsioni includono la manovra di bilancio 2018ed escludono le clausole di salvaguardia per il 2019.
Continua a scendere la pressione fiscale in Italia che, secondo le stime, si attesta al 42,4% del Pil nel 2017 (42,7% nel 2016), al 42,1% nel 2018 e al 41,7% nel 2019.
Al netto del bonus di 80 euro, che per ragioni contabili è classificato tra le uscite, sarà del 41,9% quest’anno, del 41,6% l’anno prossimo e del 41,2% nel 2019, il livello più basso dal 2006. L’incidenza effettiva della pressione fiscale sul Pil depurato dal sommerso è del 47,9% quest’anno, scenderà al 47,6% nel 2018 e poi al 47,2% nel 2019.
E.M.