Riprenderà martedì nel tardo pomeriggio il confronto tra Confindustria e sindacati per capire se ci sono le possibilità di arrivare a un accordo che, partendo dalla rappresentanza, porti passo dopo passo anche a una revisione di diversi capitoli del Patto della Fabbrica. Nel corso dell’appuntamento, Maurizio Landini, Daniela Fumarola, Pierpaolo Bombardieri e Emanuele Orsini, oltre a scambiarsi gli auguri di Natale (è prevista a seguire anche una cena) dovranno fare il punto sul negoziato avviato a settembre, che ha già avuto diverse tappe ma senza mai arrivare a nulla di concreto. Dopo una partenza che sembrava molto serrata, infatti, la trattativa si è via via sfilacciata (per diversi motivi, compresi alcuni tavoli tecnici saltati per altri impegni dei partecipanti). Domani, dunque, si valuterà lo stato dell’arte per capire se e come procedere.
Uno dei punti centrali, come si è detto, è quello della rappresentanza, ovvero il tentativo di dare seguito sia al Testo unico del 2014, sia a quanto riaffermato nel 2018 nel patto della fabbrica, ma che a distanza di oltre un decennio non si è ancora realizzato. L’urgenza di qualcosa che blocchi la proliferazione dei cosiddetti contratti pirata è però sempre più sentita sia dai sindacati che dalle imprese. Non solo dalla Confindustria, ma anche da Confcommercio, che nei mesi scorsi ha presentato un dossier assai preoccupato su come il dumping dei ‘’pirati’’ stia impattando negativamente sul mondo del lavoro, sui contratti, sui salari. Dunque, la necessità di definire esattamente quali siano i contratti realmente rappresentativi, spazzando via il campo dal proliferare di sigle e siglette con poche decine di iscritti ma ugualmente autorizzate a scorrazzare nel campo della contrattazione, è chiarissima a tutti. Ma il percorso per arrivarci è sempre stato irto di ostacoli. Tra questi, anche le divergenze tra Cgil e Cisl, con la prima che sostiene la necessità di una legge sulla rappresentanza, e la seconda che si oppone tradizionalmente a qualunque intervento legislativo su materie appannaggio delle parti sociali.
Va però rilevato che nei giorni scorsi proprio dalla segretaria generale della Cisl è arrivata una importante apertura. Intervistata dal Riformista, a proposito della rappresentanza Fumarola ha ribadito che ‘’la Cisl è storicamente contraria a una legge”, in quanto ‘’la via pattizia funziona meglio, è più flessibile e si adatta più facilmente ai cambiamenti’’. Ma ha anche aggiunto: “Detto questo, se venisse proposto un testo che recepisca e renda esigibili gli accordi interconfederali sulla rappresentanza, con una verifica ‘’terza’’ sui dati affidata al Cnel, la Cisl è disponibile’’.
A questo proposito va però anche detto che proprio sabato scorso, partecipando ad Atreju, dove era presente anche Fumarola, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha espresso una opinione negativa rispetto a una legge sulla rappresentanza, affermando: “Se pensassimo che la soluzione è solo ed esclusivamente in una norma che stabilisce chi è rappresentativo e chi no, credo che avremmo solo una parte della soluzione”.
Resta che sindacati e Confindustria, in questi mesi, hanno lavorato su più temi, con l’ambizione di rivedere nella sostanza il vecchio patto della fabbrica, ma anche, per quanto possibile, di allargare prima o poi il confronto anche al governo, per esempio per quanto concerne i capitoli su fisco, sicurezza del lavoro, energia, politiche industriali. Senza che al momento dai diversi incontri, alcuni durati anche molte ore, scaturisse però nulla di concreto. L’appuntamento di domani sera dovrebbe servire proprio a questo: a capire se vale la pena di andare avanti, se ci sono le condizioni e la buona volontà di tutti per cercare di portare a termine l’impresa, fissando quindi anche nuove date per riprendere il confronto da gennaio, o se lasciare che con le feste natalizie si estingua anche una trattativa che non è mai veramente decollata. E nell’incertezza, non è un caso che l’appuntamento di domani sia stato tenuto strettamente riservato.
Nunzia Penelope




























