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Home - Approfondimenti - Diario delle crisi - Contratto giornalistico, trattativa in stallo tra Fieg e Fnsi

Contratto giornalistico, trattativa in stallo tra Fieg e Fnsi

28 Luglio 2025
in Diario delle crisi
Giornalisti sul piede di guerra contro “l’iniquo compenso”

Trattativa il stallo per il rinnovo del contratto nazionale giornalistico. La denuncia di una mancato accoglimento di aumenti salariali arriva da il sindacato Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa, ndr), che precisa come “negli ultimi 9 anni gli stipendi degli italiani sono stati erosi dal 19,3% di inflazione certificata dall’Istat. In questi stessi anni diversi contratti di lavoro nazionali sono stati rinnovati: non quello dei giornalisti, fermo al 2016. Gli editori, però, nel frattempo hanno incassato almeno 240 milioni di euro in aiuti dallo Stato e hanno alleggerito le redazioni (meno 15% di giornalisti regolarmente assunti), aumentando il lavoro precario e sottopagato: un articolo viene retribuito in media 10 euro lordi. Un meccanismo che ha garantito alla stragrande maggioranza degli editori di macinare utili. Da 15 mesi la Federazione nazionale della Stampa italiana si sta confrontando con la Federazione Italiana Editori Giornali per rinnovare il contratto nazionale di lavoro giornalistico, chiedendo aumenti dignitosi per il recupero del potere d’acquisto, investimenti sui giovani, linee guida per governare la trasformazione digitale, a partire dall’intelligenza artificiale, idee e progetti per modernizzare l’editoria italiana con l’obiettivo di alzare la qualità del giornalismo e contrastare la disinformazione e le fake news.”

“La Costituzione sancisce il diritto di ogni lavoratore a una giusta retribuzione che, per i giornalisti, è anche una garanzia di libertà e per i lettori una certezza di qualità: solo retribuzioni adeguate possono assicurare un lavoro professionale attento e profondo e, quindi, un’informazione certa e a difesa dei cittadini. Tutto questo non sembra interessare agli editori, più concentrati sul taglio dei costi e sul prossimo giro di valzer per chiedere altri soldi al Governo piuttosto che sulle numerose sfide imposte dalla rivoluzione digitale per cercare, insieme ai giornalisti, la strada per superare una crisi devastante. Non hanno voluto confrontarsi sull’uso dell’Ai, sul rapporto coi giganti del web che condizionano sempre di più l’informazione (omologandola), sulle prospettive occupazionali, rimandando a chissà quando ogni discussione. Con un evidente problema: rinviare ancora nel caso dell’editoria significa soccombere, portare il settore a morte certa.”

“Ma anche quando si è provato a trattare un accordo ponte solo per il rinnovo economico, lo schema si è ripetuto. Il recupero dell’inflazione è la linea di demarcazione di tutto il mondo del lavoro del nostro paese. L’offerta della Fieg, invece, è di gran lunga inferiore rispetto ai rinnovi contrattuali degli altri lavoratori del nostro paese i cui redditi reali sotto l’impulso delle organizzazioni sindacali si sono rafforzati. Non solo: mentre molte aziende da tempo destrutturano il contratto di lavoro, gli editori al tavolo hanno chiesto per i nuovi assunti un nuovo salario d’ingresso al ribasso. Un ulteriore sconto sulle assunzioni obbligatorie per legge in seguito a prepensionamenti che per gli editori, dal 2022, sono completamente gratuiti: richiesta respinta. Come giornalisti continueremo a fare il nostro dovere di informare i cittadini con coscienza e impegno, ma siamo anche pronti a mobilitarci per difendere i nostri diritti di lavoratori.”

La replica della parte datoriale non si è fatta attendere. Per la Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali, ndr) il contratto di lavoro giornalistico, rinnovato per l’ultima volta nel giugno 2014, “è rimasto ancorato ai vecchi modelli organizzativi e presenta un elevato grado di rigidità, tanto per gli aspetti normativi quanto per gli aspetti economici. Abbiamo pertanto più volte proposto al sindacato di affrontare insieme la sfida di una rivisitazione complessiva del contratto che prevedesse, tra l’altro, un protocollo specifico per favorire le assunzioni dei giovani, così come già sperimentato con successo nei contratti dei poligrafici e dei dirigenti. Abbiamo invece registrato l’indisponibilità a perseguire la strada di un vero rinnovamento da parte del sindacato che intende limitarsi ad un accordo ‘ponte’ di tipo economico finalizzato al recupero dell’inflazione, senza poter incidere sulla modifica di istituti vetusti e ormai insostenibili come il mantenimento del pagamento delle ex festività seppur abrogate da una legge del 1977”.

“In merito a tale percorso – prosegue l’associazione degli editori – è da ricordare come l’oneroso meccanismo degli scatti di anzianità in percentuale previsto dal Cnlg (laddove ormai quasi tutti i ccnl stabiliscono aumenti in cifra fissa) abbia sostanzialmente tutelato il potere di acquisto dei giornalisti nell’ultimo decennio e le Aziende, sebbene nello stesso periodo di riferimento abbiano registrato un dimezzamento dei ricavi da diffusione e pubblicità, hanno confermato la disponibilità ad un riconoscimento economico superiore a quello concesso nell’ultimo rinnovo del 2014 pur in assenza di risparmi contrattuali”.

Sul tema dell’intelligenza artificiale “la Fieg ribadisce che la soluzione alle preoccupazioni espresse dal sindacato non può essere ricercata nell’introduzione di vincoli contrattuali di utilizzo destinati ad ‘invecchiare’ precocemente, ma piuttosto – si legge – occorre un approccio etico da parte delle aziende con la possibilità di dotarsi di Codici che tutelino tanto la professione giornalistica quanto i lettori. Stupisce pertanto l’atteggiamento del sindacato – conclude la Fieg – che ha finora rifiutato tutte le disponibilità messe in campo dagli editori e ribadiamo la nostra volontà di addivenire ad una soluzione condivisa della vertenza contrattuale”.

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