Per conservare gli attuali standard di vita in Italia, secondo il Censis, serviranno 480 mila nuovi posti di lavoro all’anno per i prossimi dieci anni. E’ quanto emerge dall’iniziativa promossa questa mattina dal Censis “Una visione per il futuro dell’Italia – Un mese di sociale 2010”.
Secondo il Censis una visione di medio periodo per l’Italia individua come fattori cruciali l’evoluzione del capitale umano e la progressiva liberazione dal debito pubblico.
A giudizio dell’istituto di ricerca sociale ed economica, se si ipotizza di mantenere costante l’attuale numero di persone che lavorano (poco più di 23 milioni), in base alle tendenze demografiche (che prevedono una riduzione della popolazione in età attiva di 263 mila persone nel 2020, e di 1 milione 727 mila nel 2030) il tasso di occupazione dovrà necessariamente salire al 57,9% nel 2020 e al 60,1% nel 2030.
Dal punto di vista invece della finanza pubblica, in Italia il rapporto tra il debito pubblico e il Pil è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni: era il 95,2% nel 1990, già passato al 109,2% nel 2000, per poi salire ancora prevedibilmente al 118,2% alla fine del 2010, dopo una transitoria fase di lenta diminuzione nel periodo 1995-2005. Per riportare il debito pubblico sotto il 100% del Pil, dice il Censis, ci vorranno 12 miliardi di euro l’anno per 10 anni, recuperabili almeno in parte attraverso la lotta all’evasione fiscale.
Tra le “grandi sfide decisive” segnalate dall’istituto ci sono poi quelle delle risorse di base (acqua, aria, territorio, energia, ecc.); della scienza montante e delle relative potenti tecnostrutture (nella ricerca biomedica e bioingegneristica, come nelle tecnologie di informazione e comunicazione); dell’evoluzione demografica mondiale, con i relativi riflessi anche di potere per l’Europa e per l’Italia. Poi ancora il Censis sottolinea le sfide di ruolo geo-strategico legate alla nostra reazione – cioè di un Paese rimasto finora ai vertici delle gerarchie mondiali, seppure come media potenza economica e tecnologica – al prevedibile modificarsi del contesto globale; di sistemi valoriali nuovi e per noi al momento di difficile comprensione (dall’islamismo al pragmatismo cinese). (FRN)