Sui quotidiani e sul web circolano le proposte sulle pensioni che il premier Paolo Gentiloni presenterà all’incontro con i sindacati previsto per giovedì 2 novembre.
In particolare, il governo sta lavorando su un possibile slittamento dello scatto dell’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Per rispondere alle richieste di Cgil, Cisl, Uil ed evitare lo sciopero, Gentiloni pensa di affidare a un emendamento al decreto fiscale, ora in Senato, lo spostamento del termine di legge entro cui i ministeri di Economia e Lavoro devono emanare il decreto “direttoriale” che recepisce i nuovi dati Istat sulla speranza di vita.
La data per il decreto obbligatorio, pena il danno erariale sanzionabile dalla Corte dei Conti, potrebbe così slittare dal 31 dicembre al 30 giugno, concedendo al confronto con le parti sociali un semestre in più per valutare nuove flessibilità nel meccanismo automatico.
Nell’idea del governo ci potrebbe essere anche l’esclusione dall’aumento dell’età di lavori usuranti, lavoratori e lavoratrici che potrebbero usufruire dell’Ape sociale anticipando la pensione a 63 anni, a carico dello Stato.
Accanto alle questioni generali sulle pensioni, nella discussione parlamentare c’è anche la ridefinizione della governance dell’Inps e del ruolo del presidente Tito Boeri, che in questi mesi è stato criticato per il suo stile accentratore e per il suo atteggiamento da politico.
E.M.