Per il 2022 il Def prevede una crescita tendenziale pari al 2,9 partendo dall’ipotesi di una contrazione del Pil nel primo trimestre (-0,5%) e da una ripresa successiva e, soprattutto, dal trascinamento del 2,3% derivante dalla crescita del 2021. Ma in un contesto caratterizzato da “ampia incertezza”, la previsione è “molto fragile, perché anche il secondo trimestre dell’anno si preannuncia negativo”. Lo ha detto il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
“Non meno fragile – ha aggiunto – la previsione programmatica che, in seguito agli interventi a nostro parere ancora inadeguati del Governo pari a 5 miliardi, dovrebbe portare la crescita del Pil 2022 al 3,1%”. Il Def contiene anche alcuni “scenari alternativi più pessimistici” in cui si prefigura un blocco dell’importazione del gas dalla Russia.
È dunque necessario “rafforzare il modello contrattuale” e “ridefinire il concetto di inflazione importata” per tutelare i salari. “Sottrarre all’Ipca l’inflazione importata, che oggi incide per l’80% sull’inflazione totale dei beni-salario e che si somma agli effetti del fiscal drag – ha detto Ganga – significa abbattere il potere d’acquisto dei salari a livelli insostenibili in pochi anni. Si consideri a tal fine che il gas, nel costo energetico del nostro Paese incide per il 42% e non può essere sottratto, nel calcolo dell’inflazione importata per il 100%; che lo stesso Governo ha riconosciuto che il prezzo dell’importazione energetica è maggiorato da un’extrarendita speculativa che deve essere stornata; che l’inflazione energetica importata viene, a sua volta, esportata in base alle ragioni di scambio (quindi dev’essere calcolata in base al saldo fra import ed export).
Ne consegue che adottando criteri di calcolo rigorosi e corretti il differenziale fra l’Ipca totale e l’Ipca senza inflazione importata si ridurrà di molto e il potere d’acquisto dei salari sarà, decisamente, più tutelato”. Secondo Ganga “non il salario minimo per legge, ma solo il rafforzamento della contrattazione e la sua capacità di modularsi, con intelligenza ed efficacia, in un contesto di estrema turbolenza che rischia di sconfinare nell’economia di guerra, è in grado di tutelare il lavoro”.
Per il segretario confederale cislino “sarebbe importante vincolare in parte le risorse del Pnrr al lavoro stabile così come sarebbe importante eliminare quegli incentivi che non siano rivolti a contratti a tempo indeterminato”. Sugli ammortizzatori sociali, Ganga ha inoltre sottolineato che la riforma ha messo in campo una tutela in caso di sospensione di attività che “finalmente riguarda tutti i datori di lavoro con almeno un dipendente, oltre che migliorare in maniera significativa Naspi e DisColl. Tuttavia sta emergendo una criticità, che in verità avevamo segnalato in anticipo, relativa all’aver equiparato, anche per le piccolissime imprese, le durate della prestazione per causali straordinarie a carico dei fondi bilaterali alle durate della Cigs. Ciò potrebbe richiedere un aumento delle aliquote di contribuzione tale da mettere a rischio la tenuta dei fondi, senza che prestazioni con queste durate rispondano a reali esigenze dei datori iscritti ai fondi stessi”.
tn