L’aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto “Cutro”, approvato dopo il naufragio di Cutro del 26 febbraio, recante “disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”, già approvato dal Senato. Su 293 presenti e 290 votanti i Sì sono stati 179, i contrari 111, gli astenuti 3. La maggioranza era di 146 voti.
La segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, commenta: “Con il voto finale di oggi alla Camera si è voluto porre la pietra tombale sui 94 rifugiati morti a Steccato di Cutro, vittime a cui ne sono seguite altre centinaia nei molti naufragi delle settimane successive in un mar Mediterraneo diventato sempre più pericoloso”. Per la Uil, spiega la segretaria, “non è tollerabile violare i diritti fondamentali delle persone, negando loro asilo, protezione ed accoglienza adeguate, per ragioni di pura propaganda partitica. Chiediamo, pertanto, che il diritto alla protezione venga comunque salvaguardato, garantendo un esame serio di domande individualmente presentate, e rafforzando un sistema diffuso di accoglienza umano e dignitoso”. Per quanto riguarda gli altri aspetti della nuova legge, come la gestione dei flussi d’ingresso, la Uil considera farraginoso e inefficace il sistema attuale del decreto flussi basato sull’incontro a distanza tra domanda ed offerta di lavoro: “In generale siamo convinti che il trafficking di esseri umani si combatta con un’apertura maggiore dei canali regolari d’ingresso e garantendo la protezione e l’asilo per chi ne ha diritto. Non, al contrario, con leggi draconiane inutilmente immaginate per scoraggiare i flussi in arrivo”.
La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti: “Il dispositivo ripristina di fatto gran parte dei decreti sicurezza del 2018, che cancellarono la protezione umanitaria, con l’azzeramento della protezione speciale, che peggiorarono le condizioni di soggiorno di chi arriva, riducendo l’accesso all’accoglienza dei Sai gestiti dai Comuni e finanziando la costruzione di nuovi Centri per i rimpatri. Strutture, queste ultime, spesso denunciate per il trattamento inumano dei migranti”. Scacchetti aggiunge: “Valuteremo le azioni possibili per ripristinare il pieno diritto alla protezione, così come continueremo a mobilitarci affinché sia garantito un diffuso sistema di accoglienza”. Per quanto riguarda la gestione dei flussi “da tempo denunciamo l’attuale sistema, è insufficiente e inefficace. Va cancellata radicalmente la legge Bossi-Fini, permettendo: l’ingresso di stranieri alla ricerca di un lavoro, l’emersione degli stranieri già presenti irregolarmente nel Paese e adottando, nel caso di grandi afflussi migratori, la direttiva 55/2001 (già applicata giustamente per la popolazione Ucraina)”, conclude la segretaria.
“Il Dl Cutro è una misura parziale ed emergenziale che non risponde a fenomeni strutturali, complessi e di lungo periodo come quelli che genera l’immigrazione. Tutto ciò presupporrebbe, invece, una responsabilità diretta dell’Europa e dei singoli Stati, che dovrebbero concentrarsi in modo sinergico con le Organizzazioni internazionali creando sistemi comuni deputati al contrasto dell’immigrazione clandestina, all’ingresso legale di migranti, all’accoglienza”. È quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello, che aggiunge: “La Cisl è convinta che si debba arrivare al superamento del trattato di Dublino. L’Italia ha bisogno di accoglienza e integrazione (SAI) diffusa, innalzandone la qualità su tutto il territorio nazionale, investendo su professioni utili allo scopo. Riteniamo un ottimo deterrente l’aver innalzato le pene per gli scafisti, che sono protagonisti di una causata morte per naufragio. Resta inevasa la domanda di come colpire i criminali che organizzano il traffico da quei paesi lontani dalla giurisdizione Italiana”. Per Cuccello, infine, “la denatalità, ed il conseguente invecchiamento della popolazione attiva in età lavorativa, hanno generato gravi squilibri sul mercato del lavoro italiano. Questa condizione ci fa pensare, che sia necessario un sistema sussidiario tra pubblico e privato, che esalti la bilateralità quale luogo per la linea di incontro della domanda e dell’offerta di lavoro e della formazione utile per un corretto inserimento dei migranti in circuiti virtuosi ed inclusivi”.
e.m.


























