Sarà un’udienza affollatissima quella di domani al Tribunale del lavoro di Torino dove si aprirà la causa sul ricorso della Fiom contro la newco della Fiat per lo stabilimento di Pomigliano. “Tra avvocati e parti chiamate in causa – spiega Elena Poli, uno dei sette avvocati della Fiom – saremo almeno una quarantina”. Il collegio di avvocati della Fiat (cinque) sarà per una volta meno consistente di quello della Fiom (sette) e si troverà davanti un giudice, Vincenzo Ciocchetti, che nella sua più che ventennale esperienza al tribunale del Lavoro di Torino ha più volte dato ragione a lavoratori e sindacati. L’ultimo caso è quello della Tayco di Collegno, quando ha accolto la richiesta della Fiom di applicare a tutti i lavoratori gli aumenti previsti dal contratto del 2009. “È un giudice – dice l’avvocato che sosterrà il ricorso Fiom – di grande esperienza”.
Domani l’udienza si aprirà con un tentativo di conciliazione per evitare la causa, tentativo che con tutta probabilità sarà rigettato dalle parti. “Dovrebbero essere ripristinate – dice Poli – nella fabbrica di Pomigliano le condizioni precedenti il contratto del 29 dicembre 2010. Bisogna applicare il contratto nazionale e applicare l’accordo interconfederale sulle Rsu. Condizioni queste non accettabili dalla Fiat”.
La Fiom ritiene illegittimo il contratto firmato per la Newco di Pomigliano (da Fim, Uilm, Ugl e Fismic) e in particolare la previsione che solo i firmatari di questo accordo possano eleggere rappresentanti in fabbrica (escludendo di fatto per la Fiom la possibilità di fare attività sindacale in quello stabilimento).
Si presenteranno in tribunale domani, oltre al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini e il responsabile delle relazioni industriali della Fiat, Paolo Rebaudengo (ma le società chiamate in causa sono tre, Fiat spa, Fiat Group automobile e Fabbrica Italia Pomigliano), anche i rappresentanti di Fim, Uilm, Ugl e Fismic con gli avvocati delle organizzazioni per sostenere la validità dell’accordo di Pomigliano e la legittimità dell’intesa raggiunta e approvata dalla maggioranza dei lavoratori della fabbrica campana.
Il ricorso presentato dalla Fiom chiede che venga accertata la nullità e l’antisindacalità del comportamento della Fiat nella costituzione della newco Fabbrica Italia Pomigliano e dei suoi effetti sui lavoratori. La Fiom chiede che sia dichiarata illegittima l’interruzione dei rapporti di lavoro dei dipendenti che devono rinunciare ai loro contratti e alle norme vigenti perdendo dei diritti. (LF)
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