Ancora una volta e’ Mario Draghi il piu’ deciso nello scendere in campo in difesa dell’euro e dell’Europa unita. Davanti al parlamento europeo, il governatore della Bce, rispondendo alla domanda di un rappresentante italiano del Movimento 5 Stelle e’ stato nettissimo: ‘’L’euro e’ irrevocabile’’. Questo, ha spiegato, e’ quanto prevede il Trattato di Maastrich, che tutti i paesi hanno sottoscritto per aderire alla moneta unica europea. Alla vigilia del 25esimo anniversario dello Trattato, Draghi ha ricordato che grazie alla moneta unica l’Europa ha ‘’forgiato bond che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economia dalla Seconda guerra mondiale”. In parole semplici: senza l’euro, la crisi del 2008 avrebbe spazzato via buona parte delle economie europee. Anche per questo, Draghi ha ribadito che nel caso di un peggioramento della situazione “il consiglio direttivo della Bce è preparato a aumentare il programma di acquisti di titoli, in termini di mole e o di durata”. Dunque, il bazooka del Quantitative Easing continuera’ ad essere caricato a pallettoni, finche’ serve e quanto serve.
Rispetto all’Unione europea, ha sottolineato, ‘’ora è facile sottostimare la forza di questo impegno che ci ha tenuto insieme per 60 anni” e che ancora oggi, in “tempi difficili”, quando “vi è la forte tentazione di rivoltarsi conto i propri vicini o di cercare soluzioni nazionali”, ‘’la moneta unica ci tiene uniti in tempi di chiusure nazionali’’. Una risposta indiretta a Marine Le Pen, che proprio ieri ha annunciato che se eletta chiedera’ l’uscita della Francia dall’Eurozona.
Draghi ha poi risposto sia alle critiche del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che di Donald Trump sulla ‘’manipolazione’’ dei cambi: “Le politiche monetarie fatte riflettono le diverse posizioni nel ciclo economico dell’Eurozona e degli Usa”, ha sottolineato, ricordando che nel 2013 il tasso di cambio euro/dollaro era a 1,40 e che già allora la Germania aveva un surplus commerciale del 6% con gli Usa. Quanto alle misure di Trump in politica economica, Draghi ha avvertito: “Guardiamo con preoccupazione a annunci di potenziali misure protezionistiche”, “l’Ue è stata creata sulle basi del libero scambio, ma dovremo giudicare quando vedremo quello che è stato annunciato”. Per il momento, no all’allentamento delle regole introdotte a Wall Street dopo la crisi finanziaria, che Trump sta cercando di smantellare: e’ “l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno”, ha osservato Draghi.
Infine, il governatore e’ apparso quanto meno perplesso sull’ipotesi di una Europa a due velocita’, ipotizzata nel corso del vertice di Malta: “non è ancora chiaro”, ha osservato, che cosa sia stato effettivamente detto a Malta, in ogni caso e’ “un concetto ancora da sviluppare, una visione appena abbozzata su cui non sono in grado di esprimere alcun commento, almeno al momento”.