Il mercato del lavoro in Europa ha bisogno di riforme, “esistono molte possibilità e non c’è un modello che si adatti a tutti”. Ma in generale, ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi in una intervista a The Guardian, “l’idea è quella di creare mercati del lavoro flessibili dove le imprese non hanno paura di assumere personale quando ne hanno bisogno. E dove specifici gruppi di persone non risultano strutturalmente svantaggiati nelle fasi in cui bisogna tagliare il costo del lavoro”.
Il riferimento è al persistente dualismo dei mercati occupazionali, che secondo il banchiere centrale tutelano gli addetti con maggiore anzianità e non garantiscono i giovani, che così quando arriva una crisi vengono tagliati. Draghi ha quindi citato lo schema del “Kuzarbeit” in Germania, che ha consentito alle imprese di ridurre l’orario di lavoro durante le crisi senza licenziare personale.
Insomma, per Draghi la disoccupazione giovanile in Europa “è una tragedia”, perchè “impedisce ai giovani di svolgere pienamente un ruolo nella società. Quando un giovane su due è senza lavoro, come accade ancora in alcuni Paesi, si crea un grave danno all’economia, perché la gente che vuole lavorare non può farlo e non si sviluppano attitudini”.
E in una intervista a The Guardian – diffusa all’indomani del nuovo maxi potenziamento a sorpresa degli stimoli all’economia operato dalla Bce, ma che era stata rilasciata il 18 febbraio – il banchiere centrale mette anche in guardia dai rischia sulla “pace sociale” derivanti dall’elevata disoccupazione giovanile. “Sul lungo termine può portare a crescenti problemi sociali e sulla salute”.