Vittorio Ghidella, amministratore delegato della Fiat negli anni Ottanta, è morto a Lugano per un male incurabile.
Al suo nome sono legati modelli che hanno segnato il rilancio della casa torinese, dopo un periodo di grave crisi, come la Uno, la Croma, la Lancia Delta, la Thema, la Tipo e l’Autobianchi Y10.
Ghidella era nato a Vercelli nel 1931; aveva lasciato il vertice della Fiat nel 1988 per contrasti con Cesare Romiti, allora presidente che lo aveva sostituito nella carica prima di cederla a Paolo Cantarella.
Ghidella aveva iniziato la sua attività alla Skf, azienda produttrice di cuscinetti a sfere, nella sede principale a Stoccolma. Guidò poi la New Holland, società di macchine agricole del gruppo Fiat.
Dopo un periodo negli Stati Uniti, nel 1979 l’Avvocato Gianni Agnelli lo volle a Torino alla Fiat Auto per rilanciare l’azienda in un momento di grave crisi.
Firmò, dopo la marcia dei quarantamila, l’accordo che chiuse la difficile vertenza del 1980 con le lotte operaie durate 35 giorni. Con i nuovi modelli rinnovò la Fiat Auto che divenne in quegli anni il primo costruttore europeo e il quinto nella classifica mondiale.
Lo scontro con Cesare Romiti arrivò dopo nove anni al vertice. Nel 2010 Ghidella indicò fra le cause del contrasto con i vertici Fiat la sua proposta di partnership con la Ford e, nel rivendicare il lavoro svolto, sottolineò come l’azienda fosse ritornata, in poco tempo, nella condizione di crisi nella quale l’aveva trovata.
Nel 1993 Ghidella perse la figlia ventenne Amalia, in un incidente stradale. Alla sua memoria è stata intitolata una fondazione a sostegno di attività culturali e sportive. (LF)
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